1.900 miliardi di dollari contro la pandemia
Il pacchetto di stimolo economico, la politica estera, la CPAC 2021 e le altre notizie della settimana.
Il pacchetto economico da 1.900 miliardi
Ancora una volta al centro della nostra newsletter c’è il tema che ha monopolizzato la discussione mediatica oltreoceano per tutta la settimana appena trascorsa. Si tratta dell’enorme pacchetto di stimolo da 1.900 miliardi di dollari, approvato nella giornata di ieri dal Senato e divenuto il primo vero importante atto legislativo della presidenza Biden.
Già la scorsa settimana avevamo dedicato ampio spazio al tema, parlando di uno degli argomenti più controversi, che alla fine non è rientrato nel pacchetto: il salario minimo. Misura di bandiera su cui ha molto insistito l’ala progressista dei Dem, che avrebbero voluto portarlo a 15 dollari orari, sulla spinta della grande popolarità di cui gode questo provvedimento. Che però ha incontrato sin da subito l’ostilità compatta del Partito Repubblicano (con alcune voci che hanno presentato contro proposte meno onerose) e dell’ala moderata dem.
La misura non poteva essere inclusa nel pacchetto di stimolo, approvato con la particolare misura del reconciliation, che permette di eludere l’ostruzionismo della minoranza, ragion per cui necessitava del voto di sessanta senatori: un traguardo impossibile da raggiungere, anche perché all’opposizione dei cinquanta repubblicani si sono aggiunti i dem Joe Manchin (D-W.Va.), Kyrsten Sinema (D-Ariz.), Jon Tester (D-Mont.), Jeanne Shaheen (D-N.H.), Maggie Hassan (D-N.H.), Chris Coons (D-Del.), Tom Carper (D-Del.), Angus King (I-Maine.).
Sul resto del pacchetto, però, l’intesa è stata trovata, dopo una lunghissima discussione in aula ed un accordo con alcuni esponenti dell’ala moderata del partito dell’asinello, quella più critica nei confronti dell'ingerenza della misura.

Il pacchetto conterrà una lunga serie di aiuti che andranno ad impattare direttamente sulla vita quotidiana degli americani:
Estensione dei sussidi di disoccupazione integrativi da 300$ alla settimana fino al 6 settembre, con detassazione dei sussidi ricevuti nel 2020 fino ad un massimo di 10.200 per le famiglie che guadagnano meno di 150 mila dollari (emendamento Wyden)
Nuovo round di assegni di stimolo da 1.400$ per tutti i cittadini americani che guadagnano fino a 75 mila dollari annui (single) o 150 mila dollari (coppie) con riduzione proporzionale fino ad azzeramento totale a 80 mila dollari (single) o 160 mila dollari (coppie)
Crediti fiscali a favore delle famiglie che guadagnano meno di 75 mila dollari, da 3,6 mila dollari l’anno per ogni figlio con meno di 6 anni, importo che scende a 3 mila dollari l’anno per ogni figlio con età compresa tra 6 e 17 anni
20 miliardi di dollari di nuovi fondi per la campagna di vaccinazione nazionale
Fondi per l'assunzione di 100 mila lavoratori del settore sanitario per aiutare la campagna di vaccinazione in corso ed il tracciamento dei casi di contagio da coronavirus
Fondi a favore delle comunità più colpite dalla pandemia come afro-americani, centri di assistenza sanitaria e prigioni
Fondi per pagare i giorni di malattia a circa 100 milioni di lavoratori americani per via dell'emergenza in corso
Crediti fiscali a favori delle famiglie per finanziare fino ad 8 mila dollari annui di spesa sanitaria per i propri figli
Aiuti agli affittuari per pagare gli affitti arretrati ai proprietari di casa
Nuovo round di sussidi a fondo perduto per le piccole e medie imprese
Nuovi finanziamenti da complessivi 170 miliardi di dollari per la riapertura sicura delle scuole entro 100 giorni
Nuovi finanziamenti federali per un totale di 350 miliardi di dollari a favore di Stati ed autorità locali per coprire i buchi di bilancio causati dall'effetto della pandemia
L’accordo è arrivato dopo una dura contrattazione, appunto, riguardante soprattutto i sussidi di disoccupazione federali: la Camera, infatti, aveva approvato una misura da 400 dollari a settimana, scesa a 300 dopo le lunghe trattative. Ora l’intero testo tornerà proprio alla Camera, dove la sua approvazione non dovrebbe incontrare grossi ostacoli, vista la maggioranza democratica.
Biden e la politica estera
Sempre nella puntata della newsletter della scorsa settimana avevamo parlato di quella che era stata la prima operazione militare messa in atto dalla presidenza Biden. Un'azione in scala minore, che in ogni caso aveva suscitato discussioni e dibattiti.
Questa settimana, però, sono arrivate alcune indicazioni che ci fanno prevedere quali potrebbero essere alcuni aspetti della politica estera del nuovo presidente. Che ha scelto di porre fin da subito delle limitazioni, almeno momentanea, agli attacchi antiterrorismo fuori dalle zone di guerra.
Con Trump, infatti, i militari presenti sul posto avevano avuto mano molto più larga, mentre adesso il controllo è tornato nelle mani della Casa Bianca: l’obiettivo è quello di ridurre al minimo il numero di vittime civili.
Altri elementi importanti riguardanti la politica estera sono arrivati dal discorso del Segretario di Stato Anthony Blinken, dalle cui parole si evince l’impegno per un minor intervento diretto da parte degli Stati Uniti in scenari di guerra, riconoscendo i limiti avuti dalle politiche volte ad “esportare la democrazia”.


CPAC 2021
Della Conservative Political Action Conference abbiamo parlato in diverse salse nelle ultime edizioni, ma la scorsa settimana avevamo promesso di tornare sul discorso di Donald Trump, che quando è uscito l’ultimo numero della newsletter non era stato ancora pronunciato. Adesso sappiamo che le sue parole di chi ha ancora voglia di giocare un ruolo importante all’interno del Partito Repubblicano.
La conferenza ha ribadito ancora una volta la fedeltà di gran parte del partito nei confronti del tycoon, rimasto al centro di quasi tutti i discorsi. Ma l’attenzione mediatica, ovviamente, era tutta rivolta per le parole di Trump, che è tornato sulle accuse di brogli elettorali, rincarando la dose sulla (falsa) teoria secondo cui la presidenza gli sarebbe stata scippata illegalmente, attaccando anche quei repubblicani che hanno votato a favore dell’impeachment.
Le altre notizie
Diverse le altre notizie della settimana: anzitutto ci sono le polemiche intorno al governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, accusato di aver nascosto alcuni decessi all’interno delle case di riposo. C’è poi un’importante legge promossa dai democratici alla Camera, volta a facilitare l’accesso al voto: questo si inserisce in un tema particolarmente delicato al momento, dato che i repubblicani stanno provando a rendere più stringenti i criteri per accedere al voto. Difficile, però, che questa misura possa avere chance di approvazione al Senato.
Intorno a Joe Biden c’è stata poi un’accesa polemica riguardante un suo duro attacco diretto contro il governatore repubblicano del Texas Greg Abbott e quello del Mississippi Tate Reevees, che hanno approvato misure molto meno stringenti nella lotta alla pandemia. “Basta ragionare come i Neanderthal”, ha affermato il presidente, generando un enorme polverone mediatico.
Altre notizie importanti sul fronte delle nomine governative da parte di Joe Biden, con il ritiro di quella di Neera Tanden per la carica di direttrice dell’Ufficio di Bilancio della Casa Bianca, che non aveva i numeri al Senato a causa del mancato appoggio non solo repubblicano, ma anche democratico. L'accusa riguardava soprattutto uno smodato uso di Twitter, social su cui ha attaccato esponenti di entrambi gli schieramenti: è comunque usuale che qualche nomina presidenziale sia respinta nel corso del processo.
Per questa settimana è tutto. Grazie di averci letto.
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