Accordo possibile sui same-sex marriage, novità nell'indagine su Trump
Nel numero di questa settimana parliamo dei passi avanti per l'approvazione di una legge sui matrimoni egualitari, dell'indagine su Trump e delle divisioni nei democratici
L’accordo per l’approvazione al Senato dei same-sex marriage sembra più vicino
Gli Stati Uniti potrebbero avere presto una legge che riconosce i matrimoni egualitari fra persone dello stesso sesso: attualmente tale possibilità è prevista da una sentenza presa nel 2015 dalla Corte Suprema, intitolata Obergefell v. Hodges, ma da tempo sono in corso colloqui per arrivare ad una approvazione anche per via legislativa.
Questi ultimi sono partiti dopo che la Corte Suprema ha rovesciato la Roe v. Wade, ovvero la sentenza che tutelava la protezione federale al diritto d’aborto. In quell'occasione il giudice Clarence Thomas ha sostenuto, infatti, la necessità di rivedere anche la decisione riguardante i matrimoni egualitari.
La speranza espressa dal leader della maggioranza al Senato Schumer e da molti democratici è quella di raggiungere presto l’intesa su un testo che possa avere l’approvazione di almeno dieci senatori repubblicani, in modo tale da superare il filibuster e votare la misura. Un esponente del GOP nella Upper House, interrogato a riguardo da The Hill, ha affermato: “Non siamo ancora a quel punto, ma penso che presto ci arriveremo”. Un aspetto decisivo, da questo punto di vista, potrebbe essere un’intesa che trovi forme di compromesso per andare incontro alle minoranze religiose che non riconoscono i matrimoni dello stesso sesso.
Questo tema rappresenta un fattore decisivo per molti repubblicani: diversi esponenti del GOP, infatti, hanno aperto alla possibile approvazione della misura, dichiarando che il loro voto dipenderà proprio da come il linguaggio del testo rispetterà le esigenze delle minoranze. I colloqui, guidati dalla senatrice Tammy Baldwin ed in cui sono coinvolti diversi esponenti della minoranza, proseguono serrati con la speranza di giungere ad un’intesa nel minor tempo possibile.
Una giudice rallenta l’inchiesta contro Trump
Nella newsletter della scorsa settimana avevamo parlato dell’inchiesta portata avanti dall’FBI nei confronti di Donald Trump per quanto riguarda il possesso illegittimo di documenti riservati. Negli ultimi giorni, da questo punto di vista, ci sono state diverse novità importanti: la giudice della Florida Aileen M. Cannon, infatti, ha accolto la richiesta presentata dai legali di Trump per la nomina di uno special master, decisione che blocca il Dipartimento di Giustizia nell’analisi di quanto raccolto ora fin quando non verrà eseguita una revisione indipendente.
Sebbene il Dipartimento di Giustizia abbia affermato che Trump non era in grado di richiedere uno special master perché i suoi documenti erano di proprietà del governo e non dello stesso ex presidente, la giudice ha sostenuto che possano esistere delle controversie che meritano di essere approfondite e analizzate.
Anzitutto un chiarimento: uno special master è una figura che viene nominata per assistere una corte in procedimenti particolarmente delicati. Le motivazioni che portano alla scelta possono essere diverse: a volte può essere fatto per la complessità di un caso che richiede competenze specifiche, oppure per la particolare lunghezza di una specifica indagine. In questo caso, per la giudice Cannon, il suo compito sarà quello di “esaminare quanto sequestrato e analizzare le richieste di restituzione” operate dall’ex presidente Trump, con “la necessità di una valutazione equa che ha reso necessario l’intervento di un commissario indipendente”.
Difficile prevedere, adesso, quali potranno essere gli effetti a lungo termine e gli sbocchi dell’indagine, ma nel breve periodo è assolutamente probabile che questa decisione rallenti le ricerche, dal momento che per diverso tempo il Dipartimento di Giustizia non potrà visionare e analizzare le carte raccolte, decisione per cui ha già fatto ricorso.
Un accordo Schumer-Manchin suscita diversi malumori nei democratici
Nell’ultima settimana all’interno dei democratici c’è stata un’accesa discussione fra il gruppo dirigente ed alcuni esponenti dell’ala progressista a riguardo di un progetto di legge che renderebbe più semplice avviare ricerche per progetti energetici basati sui combustibili fossili. Il leader del partito al Senato Chuck Schumer ha infatti promesso di approvare tale misura in cambio del voto di Manchin il mese scorso per l'Inflation Reduction Act (IRA), il piano di spesa volto a ridurre l’inflazione, calmierare il prezzo di alcuni farmaci e agevolare la transizione energetica.
Lo stesso Schumer ha raccontato come fosse personalmente contrario a questo progetto, ma che lo considera parte integrante dell’IRA e come tale va approvato. Inoltre, ha affermato lo stesso leader dei democratici al Senato, questa misura potrebbe agevolare anche lo sviluppo di energie rinnovabili: “Questa riforma inizialmente non mi piaceva, ma era fortemente voluta dal senatore Manchin. In effetti ha alcune cose molto buone per l'ambiente, semplificherà le autorizzazioni per l'energia pulita".
Nella giornata di mercoledì Schumer ha anche affermato che intende unire questa misura al piano di spesa che dev’essere approvato entro il prossimo 30 settembre per evitare uno shutdown federale, ma su questo ha trovato l’ostilità di una parte consistente del Partito Democratico. Al Senato è stato Bernie Sanders a parlare contro l’approvazione di questa misura, definendola “un grande regalo che il governo sta facendo all’industria fossile”, in contrasto con il piano del presidente Biden di tagliare la dipendenza americana dal carbone del 50% entro il 2030. Il senatore del Vermont ha affermato anche: “Voglio esprimere la mia forte opposizione al cosiddetto accordo collaterale che l'industria dei combustibili fossili sta spingendo, sarà più facile per loro inquinare l'ambiente e distruggere il nostro pianeta”.
Contrarietà a tale progetto è stata espressa anche da numerosi democratici nella Camera dei Rappresentanti, con diversi esponenti del partito che hanno firmato una lettera indirizzata ai vertici in cui chiedono di votare separatamente il finanziamento al governo e la misura voluta da Manchin, per non essere costretti a dover scegliere fra provocare uno shutdown federale e approvare lo stanziamento di fondi per le industrie dei combustibili fossili.
Le altre notizie della settimana:
I dati delle ultime settimane sembrano dare speranza ai democratici in Ohio: questo stato, per decenni considerato contendibile, negli ultimi anni è scivolato sempre più verso destra votando costantemente per i repubblicani. Nei sondaggi per il Senato, però, il democratico Tim Ryan è dato avanti rispetto a JD Vance, fattore che fa pensare ad un possibile risultato a sorpresa.
Nel corso di un'intervista rilasciata all’NBC, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris si è detta preoccupata dell'integrità della Corte Suprema. La decisione contestata è quella con cui la massima autorità giudiziaria ha scelto di rovesciare la sentenza Roe vs. Wade, che garantiva protezione federale al diritto d'aborto. Questa scelta, secondo la Harris, è stata assunta da una "corte di attivisti".
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, oltre ad esprimere cordoglio per la scomparsa della regina del Regno Unito Elisabetta II, ha anche manifestato la volontà di recarsi a Londra per i funerali, in programma lunedì 19 settembre.
Un interessante sondaggio mostra come la maggioranza degli elettori del Michigan sia "fortemente in disaccordo" con la decisione della Corte Suprema di ribaltare Roe v. Wade e come il 60% di essi sosterrebbe una proposta di modifica alla Costituzione del Michigan per garantire il diritto all'aborto.
Si tratta di un dato da tenere in considerazione anche per le prossime midterm, soprattutto per il rinnovo della carica di governatore, con la democratica Gretchen Whitmer a caccia della riconferma: il tema potrebbe essere decisivo, visto che con una maggioranza repubblicana in entrambe le camere a lei spetterebbe il potere di veto per bloccare leggi restrittive sull’aborto. Un fattore che andrà senza dubbio a suo favore.
Maura T. Healey (democratica, è l’Attorney General dello stato) e Geoffrey G. Diehl (repubblicano, ha ricevuto l’endorsement di Donald Trump già diversi mesi fa ed ha battuto il moderato Chris Doughty) hanno vinto le rispettive primarie di partito e si sfideranno a novembre per la carica di Governatore del Massachusetts, attualmente occupata dal repubblicano centrista Charlie Baker.
Mehmet Oz, famoso medico e candidato al Senato repubblicano sostenuto da Trump in Pennsylvania si è schierato contro l’ex presidente dichiarando che avrebbe votato per certificare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 (vittoria di Biden) se fosse stato in carica all'epoca.
Stephen K. Bannon, ex capo stratega di Trump, è stato condannato per un'indagine condotta dal procuratore distrettuale di Manhattan per frode su una raccolta di fondi per la costruzione del muro lungo il confine meridionale. Le accuse portate avanti dallo Stato di New York sono collegate ad una separata indagine federale del 2020 sulla presunta appropriazione indebita di fondi non profit.
Il Dipartimento di Stato ha recentemente approvato la vendita di armi a Taiwan per un valore di 1.1 miliardi di dollari. La White House Senior Director for China and Taiwan Laura Rosenberger ritiene che tale pacchetto sia necessario per permettere a Taiwan di avere gli strumenti difensivi necessari a causa dell’evolversi delle circostanze.
Nello specifico il pacchetto prevede la fornitura di missili antinave Harpoon, sistemi missilistici Sidewinder e supporto al programma di sorveglianza radar di Taiwan. Non si è fatta attendere la reazione di Pechino: il portavoce dell’Ambasciata Cinese a Washington Lui Pengyu ha dichiarato che l’azione americana mette a repentaglio la sicurezza nello Stretto di Taiwan.
Il giudice federale Reed O'Connor ha annullato mercoledì una disposizione chiave dell'Affordable Care Act (ACA) che richiede un'assicurazione sponsorizzata dal datore di lavoro per coprire determinati servizi preventivi, inclusa la profilassi pre-esposizione (PrEP), un farmaco che riduce drasticamente la probabilità di contrarre HIV.
Il giudice ha stabilito che la disposizione viola il Religious Freedom Restoration Act, che chiede alle persone di fornire una copertura che sia in conflitto con la loro fede o convinzioni personali. La decisione, che dovrebbe essere impugnata, mette a repentaglio le decisioni sanitarie individuali per gli oltre 13 milioni di texani e 150 milioni di americani in tutto che hanno un'assicurazione sanitaria sponsorizzata dal datore di lavoro.
La California sta vivendo in questi giorni un drammatico aumento delle temperature, che sta creando diversi problemi portando le autorità a chiedere di diminuire l’uso di energia per evitare che la rete elettrica possa andare in tilt.