Accordo raggiunto sulle infrastrutture ed alcuni problemi sull'Afghanistan
Svolta sul pacchetto per le infrastrutture
Le trattative per raggiungere un accordo bipartisan sul piano per le infrastrutture, che andavano avanti da settimane, sono arrivate probabilmente ad un punto di svolta. Sebbene restino da limare alcuni dettagli, è stata raggiunta l'intesa per una misura pronta a stanziare nuovi fondi che dovrebbero comprendere un investimento di circa 550 miliardi di euro, dislocati in diversi settori come quello della banda larga, strade, infrastrutture energetiche ed idriche.
Si tratta di un accordo importante perché permette la ripresa della comunicazione fra i partiti in un'era in cui le distanze sono decisamente più marcate rispetto al passato e trovare punti di incontro è più complesso. I primi ostacoli sono stati superati, come il voto procedurale che ha permesso l'inizio della discussione al Senato (servivano 60 voti, ne sono arrivati 67, dunque 17 repubblicani).
Restano alcuni elementi di divisione soprattutto perché questo piano bipartisan è legato ad un altro che dovrà passare solamente con i voti democratici attraverso la pratica della budget reconciliation che permette di superare il filibuster, decisamente più oneroso. Al suo interno dovranno essere contenute tutte quelle proposte inizialmente pensate per il pacchetto principale ma invise ai repubblicani, come quelle contro il cambiamento climatico o altre a sostegno della scuola.
Se tutti i democratici si sono detti favorevoli all'inizio dell'iter in Senato, restano divisioni sugli elementi che quest'ultima proposta deve contenere e sul costo totale. Krysten Sinema, ad esempio, ha dichiarato che voterà a favore dell'inizio della discussione, ma che ritiene la cifra di 3.5 mila miliardi troppo onerosa.
Le discussioni andranno avanti per le prossime settimane , ma sebbene Joe Biden non l'abbia mai detto esplicitamente, diversi esponenti democratici hanno fatto capire che il destino delle due misure è legato. Si tratta di un elemento che ha scatenato l'opposizione di Donald Trump, che ha attaccato il leader repubblicano al Senato Mitch McConnell ed ha affermato: "Nessun accordo è meglio di un pessimo accordo".
Parte la commissione d'inchiesta sull'asfalto al Congresso
La scorsa settimana avevamo parlato delle difficoltà relative alla partenza della Commissione d'inchiesta sui fatti dello scorso 6 Gennaio, che ha preso il via con la presenza di due soli repubblicani, i moderati Liz Cheney (R-WY) e Adam Kinzinger (R-IL).
Durante le audizioni, alcuni agenti presenti in servizio quel giorno hanno fatto il resoconto degli avvenimenti, a volte faticando a trattenere le lacrime. L'audizione è iniziata con le dichiarazioni introduttive dei membri della Commissione. Le parole più forti sono state subito espresse da Cheney: "Se coloro che sono responsabili non ne risponderanno, e se il Congresso non agirà in maniera responsabile, quanto accaduto rimarrà un cancro nella storia della nostra repubblica costituzionale, minando al cuore il nostro sistema democratico ed il suo trasferimento pacifico del potere".
L'agente Michael Fanone, ad esempio, ha parlato delle violenze subite dai manifestanti e della paura di morire, mentre altri agenti hanno ricordato gli insulti razzisti e gli attacchi contro il presidente Biden.
Stop al filibuster per la riforma elettorale?
Nelle ultime settimane il tema delle riforme elettorali è stato particolarmente delicato e divisivo. Se da un lato il partito democratico ha provato ad estendere l'accesso al voto, i repubblicani hanno tentato di rendere maggiormente restrittivi i criteri per il voto anticipato e quello postale.
Si potrebbe però aprire uno spiraglio per l'approvazione del For The People Act, voluto dai democratici e rimasto bloccato al Senato a causa del filibuster repubblicani, che contiene norme contro il gerrymandering, per aumentare l’accesso al voto via posta e per la registrazione automatica degli elettori al voto.
Nelle ultime settimane, infatti, si è aperto uno spiraglio per l'approvazione. La senatrice Amy Klobuchar, dopo una call con Manchin, Warnock e Schumer ha affermato di essere vicini ad un accordo.
Si parla della possibilità di una norma ad hoc che permetta di superare il filibuster per le norme elettorali oppure di renderlo più difficile da invocare imponendo la presenza in aula di tutti i senatori.
Alcuni problemi sul ritiro dall'Afghanistan
Nel numero della newsletter di qualche settimana fa vi avevamo parlato della scelta degli Stati Uniti di tutelare quegli afghani che in questi anni hanno collaborato con i soldati americani e che ora, una volta completato il ritiro di questi ultimi dal paese, rischiano ritorsioni da parte dei talebani.
Stando ad alcune rivelazioni di POLITICO, però, sono diverse le criticità di questa operazione. Ad un mese dal completamento del ritiro, infatti, migliaia di afghani sarebbero ancora nel paese, alcuni anche in zone controllate dai talebani.
Nel mentre crescono le preoccupazioni per la possibile avanzata dei talebani, che rischia di far crollare il debole apparato statale afgano. Negli ultimi giorni si sono intensificati gli sforzi dell'aviazione americana, con il generale dei Marine Kenneth McKenzie che ha affermato: "Gli Stati Uniti hanno aumentato gli sforzi e siamo pronti a continuare a farlo se i talebani continueranno i loro attacchi". Questo, però, senza specificare se questi si protrarranno entro il 31 agosto, data in cui sarà completato il ritiro dal paese, o anche oltre.
Le altre notizie della settimana
Dopo gli accordi bipartisan per il pacchetto sulle infrastrutture, crescono le possibilità che sia raggiunta un'intesa anche sulla riforma della polizia. Le discussioni vanno avanti da tanto, e sono in stallo su alcuni temi come quelli dell'immunità qualificata degli agenti e su alcune misure invise ai sindacati di categoria.
Google annuncia l’obbligo vaccinale per tutti i suoi dipendenti e visitatori delle sue sedi negli Stati Uniti. Inoltre estende la possibilità di smart-working per i dipendenti fino a metà ottobre.
Risultato abbastanza sorprendente in un runoff nel sesto distretto del Texas svolto fra due candidati repubblicani, dove la candidata trumpiana Susan Wright è stata sconfitta dal moderato Jake Elizey. Bassa l'affluenza, segno che i democratici si sono recati poco alle urne: un dato rende ancor più a sorpresa il risultato.
Non è stato raggiunto l'accordo alla Camera dei Rappresentanti sulla moratoria nazionale per le persone a rischio sfratto, ponendo oltre 6 milioni di americani ad immediato rischio sfratto. Non è stato raggiunto, infatti, l'accordo fra repubblicani ed i democratici: questi ultimi hanno lanciato accuse nei confronti della fazione opposta, ma in realtà i voti mancanti sono arrivati proprio dai democratici.
Il Dipartimento di Giustizia ha ordinato all’IRS di consegnare al Congresso le dichiarazioni dei redditi dell’ex Presidente Trump. Quando Trump era alla Casa Bianca, il Presidente con una lunga battaglia legale era stato in grado di impedire che questo avvenisse. Non è ben chiaro se Trump intenda presentare un esposto giudiziario per bloccare il rilascio delle sue dichiarazioni dei redditi — né se abbia la capacità legale di farlo.
12 governatori repubblicani hanno chiesto alla Corte Suprema di rovesciare la sentenza Roe v. Wade, che nel 1973 ha legalizzato l'aborto a livello federale. A fare la stessa richiesta sono stati anche 228 membri della Camera.
In attesa dell'accordo sulle infrastrutture, il Congresso ha approvato uno stanziamento di fondi bipartisan da 2.1 miliardi di dollari per finanziare la polizia del Campidoglio e per aiutare gli afghani che verranno trasferiti negli Stati Uniti.
L'amministrazione di Joe Biden ha proposto una rafforzare la politica che richiede al governo di dare la priorità ai prodotti prodotti negli Stati Uniti quando dà gli appunti. Il governo richiederà che i prodotti ottenuti nell'ambito del programma "Buy American" abbiano almeno il 60% del valore dei componenti realizzati negli Stati Uniti, rispetto all'attuale soglia del 55%. Questo limite aumenterà al 75% entro il 2029.
Richard Trumka, presidente del più importante sindacato americano, L'AFL-CIO si è espresso a favore dell'obbligo vaccinale per i lavoratori americani, sottolineando l'esigenza di rendere disponibili le dosi anche per il resto del mondo.
Cambiano le linee guida per l'utilizzo della mascherine imposte dal CDC. Nelle zone ad alta circolazione virale, infatti, anche i vaccinati dovranno indossare la mascherina nei luoghi chiusi. Questo a causa del dilagare della variante Delta, che ha imposto un passo indietro rispetto a quanto deciso qualche mese fa.
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