Biden non opporrà il veto ad una misura proposta dai Repubblicani
Nel numero settimanale abbiamo parlato del dibattito su una misura a riguardo della lotta al crimine proposta da Washington DC e della questione dei debiti studenteschi
Biden non opporrà il veto ad una misura proposta dai Repubblicani
Il presidente Joe Biden ha dichiarato che non opporrà il vero ad una misura proposta dai Repubblicani, volta ad annullare parte di un disegno di legge sul crimine presentato dal consiglio municipale di Washington DC. Questa norma eliminerebbe parte delle condanne obbligatorie e ridurrebbe le pene per alcuni crimini (fra cui furti d’auto e negli appartamenti).
Questa legge è stata approvata all’unanimità dal consiglio cittadino, per poi essere impugnata dalla Camera dei Rappresentanti (che ha giurisdizione sulla città) guidata dai Repubblicani (ma con 31 democratici che hanno votato a favore). Contrariamente a quanto generalmente accaduto in questi anni, però, anche il Senato potrebbe esprimere parere favorevole alle modifiche volute dal GOP.
Il senatore Joe Manchin, del resto, ha già dichiarato che voterebbe a favore della misura repubblicana in quanto ritiene la legge proposta dal consiglio comunale di Washington “senza senso”. A lui potrebbero unirsi anche altri membri democratici chiamati a cercare la rielezione in stati in bilico, che dunque non possono permettersi di mostrarsi morbidi sul tema della lotta al crimine.
Jon Tester (D-Mont.), ad esempio, ha dichiarato di essere ancora indeciso sulla scelta da fare, e sulle stesse posizioni è Tim Kaine (D-Va.). La novità più importante, però, è relativa ad una presa di posizione di Joe Biden, che ha dichiarato di non avere intenzione di porre il veto nel caso in cui il Senato dovesse rovesciare la legge. Attraverso un tweet, il presidente ha affermato: “Supporto la trasformazione di Washington DC in stato, ma non supporto alcune delle misure contenute dalla legge del consiglio comunale. Se il Senato voterà per annullarle, non opporrò il mio veto”.
Ma quali sono le motivazioni di questa scelta da parte di Biden? Sicuramente ci sono ragioni politiche: se avesse deciso di opporre il suo veto alla misura, il presidente sarebbe stato esposto ad una lunga serie di attacchi da parte dei repubblicani per la sua morbidezza sul tema della lotta al crimine, uno dei fronti caldi in vista delle presidenziali 2024. Questo, però, gli scopre il fianco interno, dal momento che sono diversi i democratici, soprattutto nell’ala progressista, ad averlo duramente criticato.
L’audizione della Corte Suprema sulla cancellazione dei debiti studenteschi
Uno dei provvedimenti più importanti portati avanti dall’amministrazione Biden nel corso del suo mandato è quello relativo alla cancellazione di buona parte dei debiti studenteschi, della quale avevamo parlato in un vecchio numero della nostra newsletter. Con tale mossa, voluta fortemente dal Partito Democratico, la Casa Bianca ha deciso di eliminare circa 400 miliardi di dollari di debiti a circa 10 milioni di americani, che li avevano accumulati per potersi permettere di frequentare gli studi.
Fin da subito, però, la questione è finita al centro di un’aspra battaglia legale. La cancellazione dei debiti, infatti, è stata bloccata da una serie di cause, due delle quali sono arrivate alla Corte Suprema. La questione, adesso, potrebbe essere giunta ad un punto di svolta decisivo: nella giornata di martedì, infatti, il massimo organo giudiziario ha ascoltato le ragioni di entrambe le parti in causa.
Per poter revocare tale misura, c'è bisogno che la Corte riconosca che i querelanti che hanno presentato appello siano effettivamente danneggiati da essa. La situazione non è però semplice, anche perché le accuse sono diverse nei due dibattiti in corso. Nel primo dei due casi la richiesta di revoca della norma è stata formulata da un gruppo di sei stati rappresentati dal Nebraska, ma la questione riguarda principalmente il Missouri, dal momento che la Missouri Higher Education Loan Authority ha affermato che la cancellazione dei debiti studenteschi priverebbe le casse statali di notevoli fondi, cosa che impatterebbe negativamente sui servizi.
Nel secondo caso l’accusa è stata formulata da due querelanti che hanno debiti studenteschi pendenti ma non rientrano nelle categorie tutelate dalla norma di Biden: a loro dire un passaggio dal Congresso era necessario, perché solo in quel caso la cittadinanza avrebbe avuto il diritto di intervenire attivamente nel dibattito pubblico.
Una risposta, in ogni caso, non arriverà prima del mese di giugno. Al momento, come sottolinea CNBC, è possibile fare solamente speculazioni, dato che secondo gli esperti è impossibile fare un pronostico certo, con entrambe le parti in causa che si sentono fiduciose su un possibile esito positivo della vicenda.
Le altre notizie della settimana:
Nel numero della scorsa settimana avevamo parlato delle dichiarazioni shock fatte dalla deputata del GOP Marjorie Taylor Greene, che aveva proposto un “divorzio nazionale”, ovvero una separazione fra gli stati democratici e quelli repubblicani. La dichiarazione aveva suscitato subito grande clamore, anche se molti del suo stesso partito hanno cercato di minimizzare la vicenda.
Un sondaggio pubblicato da Rasmussen Report, però, ha rilevato come il 34% degli elettori sia d’accordo con lei, con una percentuale che arriva ben al 47% fra i repubblicani.
L’House Ethics Committee ha aperto un’investigazione a riguardo del democratico George Santos, che ha ammesso di aver mentito più volte riguardo del suo passato. Il comitato indagherà principalmente se Santos abbia violato o meno le leggi nel corso della campagna per la sua elezione, avvenuta nel 2022.
Il Congresso potrebbe legiferare a riguardo della sicurezza ferroviaria, dopo un deragliamento avvenuto ad East Palestine, in Ohio, che ha portato alla diffusione nell’aria di materiale nocivo. Un gruppo di senatori bipartisan, infatti, è pronto a proporre una misura che renderebbe più stringenti i controlli sui treni che trasportano elementi pericolosi.
Il Presidente Biden ha annunciato martedì l'intenzione di nominare Julie Su, da sempre sostenitrice dei diritti dei lavoratori, alla guida del Dipartimento del Lavoro.
Se confermata, sostituirà il Segretario al Lavoro uscente Marty Walsh, diventando così la prima Segretaria di gabinetto di origine asiatica dell'Amministrazione Biden.
Il governatore della Florida Ron DeSantis ha firmato un disegno di legge che revoca lo status speciale al parco divertimenti Disney World ad Orlando (che dagli anni ‘60 godeva di uno status di autonomia che lo esentava da parte delle normative statali). Le motivazioni riguardano le polemiche fra i repubblicani e la stessa Disney, accusata di “indottrinare i bambini alle tematiche LGBTQ+”.
Più nello specifico, le frizioni con il governatore DeSantis sono iniziate quando Bob Chapeck, l’ex amministratore delegato della Disney, si è espresso pubblicamente contro una legge statale che limitava l’insegnamento di argomenti legati all’educazione sessuale nelle scuole elementari.
Il presidente della Fox Rupert Murdoch, testimoniando in un processo per diffamazione, ha affermato che i giornalisti della sua rete hanno supportato idee cospirative riguardanti brogli elettorali dopo le elezioni del 2020. La stessa Fox avrebbe supportato le false accuse di Donald Trump, nonostante lo stesso manager ha dichiarato di essere stato scettico fin dall’inizio su queste teorie.
Occhio, George Santos é Repubblicano!