Biden si muove sull'aborto, possibile anche l'approvazione di alcune misure sociali
Il presidente ha firmato un ordine esecutivo per salvaguardare il diritto all'aborto. Proseguono anche i colloqui riguardanti nuove misure sociali, come quelle relative ai prezzi dei farmaci
La prima mossa di Biden per ampliare il diritto all’aborto
Per settimane il tema dell'aborto è stato inevitabilmente al centro del dibattito politico americano: la scelta di rovesciare Roe vs Wade, con cui la Corte Suprema ha deciso di superare il riconoscimento federale a tale diritto, ha inevitabilmente segnato nel profondo un paese diviso. Quasi immediatamente, del resto, gli stati guidati dai repubblicani si sono affrettati per restringere il diritto all'aborto, mentre i democratici hanno tentato controffensive comunque limitate, dal momento che non vi sono possibilità per garantire questa pratica a livello federale, visti i numeri del Congresso.
In settimana, però, il presidente Joe Biden ha fatto il primo passo per dare una risposta a quanti gli chiedevano un'azione più incisiva e decisa sul tema. L'inquilino della Casa Bianca ha firmato un ordine esecutivo volto a proteggere l'accesso alle cure mediche di emergenza per le donne che cercheranno di abortire negli stati che lo vietano.
Con questa misura Biden ampia le possibilità di accesso ai farmaci necessari per l'aborto farmacologico e la contraccezione, oltre a creare una task-force che ha l'obiettivo di tutelare i diritti delle donne, in particolar modo per garantire che quante decidano di viaggiare in altri stati per abortire siano protette da eventuali conseguenze legali.
Lo stesso Biden, però, è consapevole di quanto la portata di queste misure sia limitata. L'appello più importante, del resto, è stato quello in cui il presidente ha chiesto alle donne di "votare candidati pro-choice", in modo da arrivare ad una codifica dell'aborto a livello federale, dal momento Biden ha affermato come per farlo servono solamente "due senatori democratici in più". In che modo questo può essere vero?
Al momento i democratici hanno la maggioranza in entrambe le camere, ma al Senato vige una situazione di parità (50 esponenti per partito), rotta solo dal voto della vicepresidente Kamala Harris. L'approvazione di una legge sull'aborto, però, è resa impossibile dal meccanismo del filibuster, che permette di bloccare qualsiasi discussione su leggi che non abbiano l'appoggio di 60 membri.
Votare due senatori democratici in più, come affermato da Biden, permetterebbe di superare il veto di Joe Manchin e Krysten Sinema sull'eliminazione o quantomeno la sospensione di questa pratica, in una mossa che avrebbe comunque conseguenze enormi per i meccanismi con cui funziona il Congresso americano.
Dunque, si, con due senatori a favore in più si potrebbe teoricamente fare qualcosa, ma va comunque sottolineato un aspetto: anche nella (difficile) ipotesi in cui i democratici dovessero guadagnare due seggi al Senato nelle midterm di novembre, quasi certamente perderanno il controllo della Camera dei Rappresentanti, dal momento che i numeri nei sondaggi sono nettamente favorevoli ai repubblicani. Le possibilità di codificare in legge un diritto all'aborto, dunque, al momento sono vicine allo zero.
I democratici potrebbero approvare parte del Build Back Better Act
Potrebbe esserci ancora speranza per l'approvazione di parti del Build Back Better (BBB): questo piano doveva inizialmente rappresentare il provvedimento centrale della presidenza Biden, ma è stato affossato lo scorso dicembre vista la mancanza di voti al Congresso, con Joe Manchin che aveva annunciato un voto contrario.
Nelle ultime ore, infatti, il leader della maggioranza democratica Chuck Schumer e lo stesso Joe Manchin hanno ottenuto alcuni progressi su una proposta di legge che prevede circa 300 miliardi di dollari di spesa. Al centro del pacchetto vi sarebbe una misura, su cui c'è la convergenza di tutti i senatori democratici, per permettere a Medicare di calmierare il prezzo di alcuni farmaci. Lo scorso mercoledì tale norma è stata inviata sul tavolo del Parlamentarian: quest'ultima deciderà se potrà essere approvata tramite la procedura della Reconciliation, un particolare strumento utilizzabile solo in determinati casi che permetterebbe di bypassare l'ostruzionismo della minoranza.
L'opposizione, però, non è rimasta in silenzio: il leader della minoranza repubblicana Mitch McConnell ha affermato che, nel caso in cui i democratici volessero andare avanti da soli, verrebbero a mancare i voti del GOP su altre questioni importanti. A rischio è in particolare l’USICA, una proposta di legge molto popolare per finanziare l’industria dei chip americani contro la concorrenza cinese.
Tra le altre cose questa proposta di legge prevede fondi per circa 50 miliardi di dollari all'industria nazionale dei semiconduttori e più di 100 miliardi di dollari alla National Science Foundation per la ricerca e lo sviluppo. Una delle possibili soluzioni pensate dai democratici è quella di far approvare dalla Camera il testo di legge sull’USICA, già passato in prima lettura dal Senato, in modo da evitare un nuovo passaggio nella Upper House: tuttavia si tratta di una strada ricca di insidie, visto che nei democratici permangono forti perplessità sulla legge attuale, che a detta di molti necessita di modifiche.
Il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer (D-N.Y.) ha convocato tutti i senatori per un briefing riservato dell'amministrazione sulla legge USICA per mercoledì prossimo, definendola "vitale per la sicurezza nazionale". Alla Casa Bianca Biden è ancora ottimista sul fatto che il Congresso possa inviargli entrambe le leggi da firmare in autunno.
Biden ha anche sfruttato la mossa di McConnell per accusarlo di aver bloccato la legge bipartisan sulla Cina per volere di Big Pharma, che vedrebbe evaporare i suoi profitti con alcune delle attuali proposte in discussione al Senato.
La strage del 4 luglio riapre il dibattito sulle armi
Gli Stati Uniti continuano ad essere segnati dai drammatici eventi causati dalle sparatorie di massa. L'ultima strage è avvenuta durante la parata del 4 luglio a Highland Park, un sobborgo di Chicago, in cui Robert Crimo ha sparato da un tetto verso la folla, uccidendo sette persone e ferendone più di trenta.
Inevitabilmente l'evento ha riaperto il dibattito a riguardo delle limitazioni al possesso di armi: la scorsa settimana avevamo parlato di una prima misura approvata con sostegno bipartisan al Congresso, ma subito dopo l'ennesima sparatoria molti democratici hanno iniziato ad affermare che quest'ultima fa "troppo poco" per porre un freno al problema, chiedendo a Biden azioni più incisive.
Trovare una maggioranza che arrivi al divieto di vendita delle armi d'assalto, però, è quasi impossibile: le perplessità non riguardano soltanto il voto dei repubblicani, ma anche di alcuni democratici chiamati a correre in stati il cui risultato è in bilico, dove una presa di posizione contro il Secondo Emendamento (che tutela il possesso delle armi) rischierebbe di compromettere le possibilità di elezione.
Le altre notizie della settimana:
Negli Stati Uniti nel mese di giugno sono stati creati 372 mila nuovi posti di lavoro, meglio delle stime degli analisti nonostante i primi segni di rallentamento economico. Il tasso di disoccupazione resta al 3,6% vicino al minimo storico da cinquant’anni.
L'aumento dei posti di lavoro in aprile e maggio è stato inferiore di 74.000 unità rispetto alle stime iniziali. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro - la percentuale di popolazione occupata o in cerca di lavoro - è sceso leggermente al 62,2%. I salari sono cresciuti del 5,1% rispetto all'anno precedente, rispetto al 5,2% di maggio. Un dato comunque ben al di sotto dell'inflazione nello stesso periodo, il che mostra chiaramente la perdita di potere d'acquisto relativo dei salari.
Nonostante l'economia americana mostri primissimi segnali di rallentamento che fanno temere il rischio di una recessione, la Federal Reserve sembra propensa ad un nuovo aumento dei tassi di interesse, in una mossa pensata per frenare la crescita galoppante dell'inflazione. Già a giugno c'era stato un aumento dello 0.75%, il primo dal 1994.
L'IRS è al centro di una bufera politica a riguardo degli audit condotti sull'ex direttore dell'FBI James Comey e sull'ex vicedirettore Andrew McCabe. Entrambi, infatti, hanno avuto dissidi con Trump e i rari audit sono stati condotti sotto la sorveglianza dell'ex presidente. Giovedì è stata dunque avviata un indagine per capire se siano state condotte audizioni verso altri avversari politici del tycoon, che farebbero pensare ad un uso personale dell’agenzia deputata alla riscossione dei tributi.
Mercoledì scorso l'amministrazione Biden ha annunciato nuove proposte di modifica al sistema federale di prestiti studenteschi, con misure che aiuteranno a scaricare i prestiti per i mutuatari con disabilità fisiche e mentali, a limitare i tassi di capitalizzazione degli interessi e aiutare quanti lavorano come dipendenti del servizio pubblico in modo da arrivare a condoni sui loro prestiti. L'obiettivo è quello di finalizzare i lavori sulle norme entro il primo novembre.
In Georgia è in corso un'indagine riguardante le possibili responsabilità legali di Donald Trump nei giorni seguenti alle elezioni 2020, quando l'ex presidente arrivò a chiamare il Segretario di Stato chiedendo di sovvertire il risultato "trovando" i voti che mancavano per vincere.
Si tratta di una delle indagini dai rischi maggiori per l'ex presidente, dal momento che sono presenti anche registrazioni telefoniche che dimostrano come Trump abbia provato a sovvertire il risultato elettorale. Come detto, questa settimana sarà molto importante poiché testimonieranno figure di primo piano come il senatore Lindsey Graham, l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani e gli avvocati conservatori John Eastman, Jenna Ellis e Cleta.
La maggioranza conservatrice della Corte Suprema del Wisconsin ha proibito l'uso di diverse caselle postali che consentivano agli elettori l'invio degli absentee ballots (ovvero uno dei meccanismi utilizzati per votare a distanza). Si tratta di una mossa in linea con gli sforzi repubblicani per limitare il voto via posta, in atto già dal 2020.
Questa settimana il governatore del Texas Greg Abott ha firmato un ordine che permette alla Guardia Nazionale di arrestare e riportare in Messico i migranti che vengono colti nel tentativo di passare illegalmente il confine. A seguito di questa misura, lo stesso presidente del Messico ha intimato i cittadini americani originari del suo paese a non votare candidati "anti-immigrazione".
Secondo numerose fonti, Donald Trump avrebbe deciso di correre nuovamente alle elezioni presidenziali del 2024 e potrebbe annunciare presto la sua ricandidatura. È tuttavia quasi impossibile che in questa tornata abbia l'intero partito repubblicano alle sue spalle, viste le vicende legate all'assalto al Congresso e la possibile sfida da parte di un esponente di primissimo piano del GOP, il governatore della Florida Ron DeSantis.