Che ruolo avrà Elon Musk nella prossima amministrazione?
Nel nostro approfondimento settimanale parliamo del ruolo che avrà Elon Musk nella prossima amministrazione e dei vantaggi economici che potrebbe ricavare
Tra i fattori che hanno contribuito alla vittoria di Donald Trump, spicca il ruolo di Elon Musk. L’uomo più ricco del mondo ha sostenuto il candidato in modo senza precedenti, offrendo un supporto cruciale sia dal punto di vista dell'immagine, sfruttando il popolarissimo social X di sua proprietà, sia attraverso finanziamenti economici significativi. Musk è stato una presenza costante durante tutta la campagna elettorale e nel periodo di transizione, partecipando a incontri con membri del Congresso e alla selezione dei futuri componenti dell’amministrazione.
Non sorprende, quindi, che Trump, nel discorso pronunciato il 5 novembre dopo la vittoria, abbia dedicato ben il 17% del suo intervento a lodare il suo fedele alleato. A Musk, insieme a Vivek Ramaswamy, è stato affidato il compito di guidare una nuova agenzia destinata a semplificare la macchina burocratica: il Department of Government Efficiency (DOGE). Proposta da Trump e ispirata a un’idea di Musk, questa agenzia sarà un organo consultivo esterno, incaricato di migliorare l’efficienza del governo federale e ridurre gli sprechi. Pur non essendo un dipartimento esecutivo, collaborerà con l’Ufficio di Gestione e Bilancio e altre istituzioni governative.
Tra le sue iniziative principali figurano: ridurre il deficit federale di 2.000 miliardi di dollari razionalizzando le spese; abolire agenzie governative ridondanti, passando da oltre 400 a meno di 100; tagliare il 75% della forza lavoro federale; sviluppare un’applicazione gratuita per le dichiarazioni fiscali; ed eliminare enti come il Consumer Financial Protection Bureau. Tuttavia, questo piano ambizioso presenta notevoli difficoltà e rischia di generare numerosi problemi. Ad esempio, Musk e Ramaswamy sostengono che licenziare il 75% dei dipendenti federali (circa 1,5 milioni di persone) non avrebbe impatti significativi sulla vita quotidiana degli americani, se non una riduzione dei costi governativi. Questa posizione, però, ignora il fatto che il numero di lavoratori federali, diretti o indiretti, è già inferiore rispetto all’epoca di Reagan.
Un problema critico riguarda la mancanza di personale in ruoli chiave, come nella Social Security Administration, dove solo lo 0,5% del budget è destinato alle spese amministrative. Ulteriori tagli potrebbero compromettere la gestione del restante 99,5%, portando a errori e sprechi. Per questo, molte delle misure proposte sono considerate irrealistiche o dannose. Musk, inoltre, ha spesso semplificato eccessivamente i programmi governativi per ridicolizzarli e giustificarne i tagli, trascurando le loro finalità. Un esempio emblematico è la sua critica a uno studio del governo che ha speso 4,5 milioni di dollari per analizzare il comportamento di ratti esposti ad alcol e urina di bobcat. Questo studio, sebbene insolito, fa parte di una ricerca più ampia sul legame tra alcolismo e disturbo da stress post-traumatico, una condizione diffusa tra i veterani militari.
Un ulteriore nodo problematico riguarda i potenziali conflitti di interesse di Musk. Come evidenziato da The Economist, uno degli obiettivi di Trump è una profonda deregulation, che potrebbe avvantaggiare significativamente le aziende del fondatore di SpaceX. I critici temono inoltre che il governo americano rischi di dipendere eccessivamente da una singola figura, soprattutto nei settori spaziale e delle comunicazioni satellitari. Le incursioni di Musk in politica estera potrebbero rappresentare un pericolo sia per i suoi interessi commerciali sia per gli obiettivi diplomatici degli Stati Uniti.
Resta da vedere, infine, se questa alleanza tra Trump e Musk potrà durare nel tempo, considerato il forte ego di entrambi e la loro propensione a conflitti frequenti con collaboratori e sostenitori.
Come la presidenza Trump potrebbe aiutare Musk
Si è già accennato al tema dei conflitti di interesse. Ma in che modo la presidenza Trump potrebbe favorire Elon Musk? Secondo fonti interne alle sue aziende, riportate da Reuters, la priorità per Musk è eliminare molte regolamentazioni legate all’innovazione. Tesla, ad esempio, punta a un quadro normativo più favorevole per i veicoli autonomi e i robotaxi. Musk ha dichiarato di voler lanciare il primo "Cybercab" completamente autonomo entro il 2026. Tuttavia, la frammentazione delle normative statali rappresenta un ostacolo significativo per Tesla, ancora in fase di sviluppo in questo settore. Questa situazione avvantaggia aziende come Waymo, una sussidiaria di Alphabet, che ha già avviato operazioni di robotaxi in alcune città.
Il 17 novembre, il team di transizione di Trump ha annunciato che la creazione di una regolamentazione federale per la guida autonoma è una priorità, come riportato da Bloomberg. La notizia ha avuto ripercussioni immediate sui mercati: le azioni di Tesla sono salite, mentre quelle di Uber e Lyft, che rischiano di subire una maggiore concorrenza, sono calate. Inoltre, Trump avrebbe organizzato un incontro tra Musk e Sundar Pichai, CEO di Alphabet, per discutere il futuro del settore. Questa opportunità potrebbe consolidare la posizione di Tesla, permettendole di colmare il divario con Waymo e di diventare un attore centrale nel mercato dei veicoli autonomi, contribuendo a ridefinire il panorama della mobilità negli Stati Uniti.
Anche SpaceX potrebbe trarre vantaggio da un approccio normativo più flessibile. Pur essendo già leader mondiale nei lanci spaziali finanziati dal governo, Musk mira a ridurre ulteriormente i controlli federali per accelerare le operazioni. Tuttavia, fonti interne avvertono che una deregulation eccessiva potrebbe aumentare i rischi in un settore altamente delicato come quello aerospaziale. SpaceX, infatti, intrattiene rapporti significativi con il governo federale: possiede un contratto da 14 milioni di dollari con la US Space Force per fornire comunicazioni satellitari tramite Starlink, oltre a supportare le comunicazioni del governo ucraino.
La Space Force spende inoltre 733 milioni di dollari per lanciare satelliti in orbita, mentre il Pentagono prevede di integrare 100 satelliti Starshield nella sua rete di comunicazioni. A questi si aggiungono un contratto da 1,8 miliardi di dollari con il National Reconnaissance Office per la costruzione di satelliti spia e un accordo da 149 milioni con la Space Development Agency per l’uso di laser nei collegamenti satellitari. Un allentamento delle normative in questo contesto potrebbe rappresentare un notevole vantaggio economico per Musk.
Un altro beneficiario di un quadro normativo più permissivo potrebbe essere Neuralink, l’azienda di impianti cerebrali. Musk ha spesso criticato i lunghi tempi di approvazione della FDA e potrebbe utilizzare la sua crescente influenza per velocizzare i processi autorizzativi, promuovendo l’adozione delle sue tecnologie innovative.
Un aspetto da considerare riguarda le indagini avviate durante l’amministrazione Biden, che hanno coinvolto diverse aziende di Musk. Accuse di frode, problemi di sicurezza e violazioni ambientali sono state oggetto di inchieste da parte di agenzie come il Dipartimento di Giustizia e l’Agenzia per la Sicurezza dei Trasporti. Una presidenza Trump potrebbe ridurre questa pressione regolatoria, consentendo alle sue aziende di operare con maggiore libertà. Gli esperti avvertono, tuttavia, che una deregolamentazione eccessiva potrebbe comportare rischi significativi per settori strategici come l’aerospazio.
Tutto ciò, però, dipende dalla tenuta del rapporto tra Musk e Trump, che non è affatto garantita. Alcuni segnali di tensione sono già emersi, e l’amministrazione Trump è nota per i frequenti licenziamenti di collaboratori considerati non pienamente allineati con il presidente.
Un’altra nomina controversa da parte di Trump
Già nel numero della scorsa settimana avevamo parlato delle tante nomine di Trump che stanno facendo discutere. Ieri, invece, il tycoon ha annunciato l'intenzione di nominare alla guida dell'FBI Kash Patel, figura controversa nota per le sue critiche al Dipartimento di Giustizia e all'FBI, accusati di essere controllati da un “deep state” che avrebbe ostacolato il primo mandato dell’ex presidente.
L’annuncio prevede anche la rimozione anticipata dell’attuale direttore dell'FBI Christopher Wray, nominato dallo stesso Trump nel 2017 e il cui mandato decennale sarebbe scaduto nel 2027. Patel, con una carriera iniziata come difensore pubblico e poi come procuratore per la sicurezza nazionale, si è fatto conoscere come consigliere di Devin Nunes, contribuendo a screditare le indagini sui legami tra Trump e la Russia. Ha ricoperto vari incarichi nell'amministrazione Trump.
La nomina di Patel, noto per aver sostenuto le teorie di Trump sulle frodi elettorali e sulle indagini “faziose” dell’FBI, potrebbe incontrare ostacoli al Senato. Alcuni esperti, come l'ex vicedirettore dell'FBI Andrew McCabe, hanno messo in guardia sul rischio che la sua leadership comprometta la missione dell'agenzia.
Le altre notizie della settimana
La Corte d’Appello dell’11° Circuito ha accolto la richiesta del procuratore speciale Jack Smith di archiviare il caso sui documenti classificati contro Donald Trump. La decisione arriva in vista dell’insediamento del tycoon ed è legata al fatto che il Dipartimento di Giustizia vieta di perseguire un presidente in carica.
Il caso, che includeva accuse di violazione dell’Espionage Act e ostruzione alla giustizia, proseguirà per i due co-imputati, Walt Nauta e Carlos de Oliveira.
L’ex senatore Bob Menendez (D-N.J.) ha chiesto a un giudice federale di annullare la sua condanna per corruzione e concedergli un nuovo processo. Durante le deliberazioni, infatti, ai giurati sarebbero state mostrate per errore prove che avrebbero dovuto essere escluse. Per i suoi avvocati si tratta di un errore troppo grave per essere ignorato.
Menendez, condannato a luglio per aver accettato tangenti e agito come agente straniero per l’Egitto, ha lasciato il Senato ad agosto, ma continua a dichiararsi innocente. La sentenza è attesa per il 29 gennaio.
Tom Homan, nominato “zar della frontiera” dal presidente eletto Trump, si è recato in Texas per incontrare il governatore Greg Abbott (R) e discutere dei piani per le deportazioni di massa. Homan ha più volte minacciato di tagliare i fondi federali agli stati che non collaborano con le politiche migratorie dell’amministrazione Trump, arrivando a dichiarare che incarcererebbe il sindaco di Denver per la sua opposizione.
Il governatore della California, Gavin Newsom (D), ha annunciato che il suo stato interverrà se l’amministrazione Trump dovesse eliminare i crediti fiscali per i veicoli elettrici introdotti durante la presidenza Biden. "I veicoli a zero emissioni sono il futuro e resteranno", ha dichiarato Newsom, sottolineando l’impegno della California per l’aria pulita e la creazione di posti di lavoro nel settore verde.
Attualmente, la legge federale prevede crediti fino a 7.500 dollari per l’acquisto di veicoli nuovi elettrici, ibridi plug-in o a celle a combustibile, e fino a 4.000 dollari per veicoli usati. Trump, pur non avendo ancora preso una decisione definitiva, ha assunto una posizione più moderata rispetto ad altri esponenti repubblicani, soprattutto dopo essersi avvicinato a Elon Musk durante la sua campagna elettorale.
Il senatore uscente dell’Ohio, Sherrod Brown, sconfitto nella recente tornata elettorale dopo aver ricoperto il suo incarico dal 2007, ha dichiarato di non escludere una nuova candidatura al Senato o una corsa per la carica di governatore nel 2026.
In un’intervista, Brown ha analizzato la sua sconfitta, indicando che i Democratici non sono riusciti a comunicare efficacemente con i lavoratori su temi chiave, mentre i Repubblicani, con Trump in testa, si sono concentrati su argomenti che hanno distolto l’attenzione degli elettori. Nonostante la delusione, Brown ha sottolineato di aver ricevuto segnali positivi durante la campagna e di essere stato convinto di poter vincere. È importante notare che, nonostante la sconfitta, il senatore uscente ha ottenuto un risultato migliore di Kamala Harris ed è probabilmente l’unica figura con reali possibilità di vittoria in uno stato che si è spostato nettamente verso destra.