Chi potrà essere il vicepresidente di Kamala Harris?
Nel nostro approfondimento settimanale parliamo della scelta del vicepresidente da parte di Kamala Harris e dei sondaggi a lei favorevoli
Chi potrà essere il vicepresidente di Kamala Harris?
Nel corso di questa settimana, la vicepresidente Kamala Harris è stata scelta ufficialmente come candidata del Partito Democratico alla presidenza, dopo aver superato la soglia necessaria nel voto virtuale per appello nominale tenuto tra i delegati. La decisione di tenere una votazione online prima della convention deriva dai piani inizialmente annunciati dal DNC per garantire la presenza di Biden sulla scheda elettorale in Ohio. Questo stato, infatti, aveva anticipato la scadenza per certificare il candidato alla presidenza prima della Convention, fissata a fine agosto. Il governatore Mike DeWine (R) ha poi prorogato tale data, ma il DNC ha deciso di andare avanti lo stesso con questo piano.
Dopo la nomina ufficiale a candidata, la questione principale per Kamala Harris diviene quella relativa alla scelta del vicepresidente. Uno dei papabili principali è il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, molto considerato soprattutto in virtù della sua popolarità in quello che sarà uno stato decisivo. Lo stesso Shapiro ha vinto le elezioni del 2022 con un ampio margine e gode di un'alta approvazione anche tra i repubblicani, rendendolo capace di attrarre voti bipartisan. Ha una solida reputazione per il suo lavoro come procuratore generale, in particolare per le sue azioni contro Donald Trump. Tuttavia, il suo supporto ai voucher scolastici e alcune controversie sulla gestione di accuse di molestie in membri del suo staff potrebbero alienare gli elettori più progressisti e giovani.
Il principale limite di Shapiro potrebbe essere proprio quello relativo alle sue posizioni nel conflitto in corso nella striscia di Gaza, in virtù del suo essere ebreo. Sebbene il governatore della Pennsylvania abbia criticato il governo di Netanyahu per la gestione del conflitto, ha anche avuto un ruolo nello scioglimento degli accampamenti universitari con cui gli studenti protestavano a favore di un ‘cessate il fuoco’, fattore che potrebbe alienare una parte del voto giovanile.
Un altro possibile candidato è JB Pritzker, un miliardario imprenditore e governatore progressista, che ha implementato numerose leggi innovative, tra cui il controllo delle armi e l'aumento del salario minimo. La sua esperienza imprenditoriale potrebbe attrarre votanti moderati e indecisi. Tuttavia, essendo l'Illinois uno stato già democratico, il suo impatto rischia di essere limitato nelle aree in bilico. La sua scarsa notorietà a livello nazionale e l'assenza di una forte presenza mediatica rappresentano ulteriori svantaggi.
Tim Walz, invece, ha una forte base nel Midwest, grazie alla sua esperienza come rappresentante di comunità rurali e ai suoi successi come governatore. Ha promosso politiche progressiste su temi come l'istruzione e l'ambiente, costruendo una solida reputazione. Inoltre può vantare una lunga esperienza al Congresso, fattore che sicuramente lo aiuta nella valutazione complessiva. Nonostante ciò, la gestione delle proteste seguite alla morte di George Floyd e la più grande frode legata alla pandemia sotto il suo mandato sollevano preoccupazioni. Inoltre, il Minnesota è già uno stato tendenzialmente democratico, quindi la sua capacità di spostare l'ago della bilancia in altri stati chiave è incerta.
Andy Beshear rappresenta un caso interessante: un democratico che ha vinto in uno stato profondamente repubblicano, dimostrando una notevole capacità di attrarre voti della classe lavoratrice e indipendenti. Questo potrebbe essere un vantaggio significativo in stati in bilico come la Carolina del Nord e la Georgia. Tuttavia, le sue posizioni sui diritti riproduttivi potrebbero non essere sufficientemente progressiste per alcuni elettori democratici a livello nazionale. Il suo successo nelle politiche pensionistiche per gli insegnanti e il forte supporto da parte del sindacato United Auto Workers rappresentano punti a suo favore.
Pete Buttigieg, Segretario ai Trasporti e già candidato presidenziale, è noto per le sue capacità comunicative e la sua presenza mediatica, essendo un abile difensore delle politiche dell'amministrazione Biden. Nel 2020 ha dimostrato una buona capacità nella raccolta fondi e il suo recente trasferimento in Michigan, uno stato in bilico, potrebbe rafforzare il ticket in quella regione. Tuttavia, non ha mai vinto un'elezione a livello statale e la sua esperienza politica è limitata al ruolo di sindaco di South Bend. Inoltre, recenti crisi nei trasporti, come ritardi nei voli e incidenti ferroviari, potrebbero essere utilizzati contro di lui..
Un altro nome è quello di Mark Kelly, ex astronauta e pilota della Marina, che offre un profilo unico con una forte attrattiva per gli elettori indipendenti. Ha vinto due elezioni difficili in Arizona, uno stato chiave, e ha una reputazione di moderato, particolarmente su temi come l'immigrazione e la sicurezza dei confini. Questo potrebbe aiutare a colmare le vulnerabilità dei democratici in queste aree. Tuttavia, la sua possibile uscita dal Senato solleva preoccupazioni su un'eventuale perdita del seggio a favore dei repubblicani, mettendo a rischio il controllo del Senato.
I sondaggi di Kamala Harris
Al contrario di Joe Biden, che era sprofondato ai minimi nei sondaggi contro Trump, la candidatura di Kamala Harris sta avendo un momento positivo dal punto di vista dei numeri. Da quando è entrata in scena e ha ufficializzato la sua discesa in campo, Harris ha ottenuto una crescita importante tanto nella raccolta fondi quanto nelle rilevazioni sondaggistiche.
Secondo la media di FiveFirthyEight, Harris è passata avanti a livello nazionale (+1.5 punti) ed ha un leggero vantaggio in stati come Michigan (+1.8), Wisconsin (+1.3) e Pennsylvania (+0.5), mentre sarebbe alla pari con Trump in Nevada e indietro in Georgia (-1), North Carolina (-1.3) e Arizona (-2). Secondo il modello predittivo di Nate Silver, Harris è favorita per vincere nel voto popolare ed è competitiva anche nel Collegio Elettorale, dove ha recuperato tantissimo arrivando a quasi il 50% delle possibilità di trionfo.
Nell’ultima settimana Harris ha ottenuto un vero e proprio “boost”, crescendo notevolmente soprattutto nelle rilevazioni nazionali: per esempio, secondo RMG Research è passata da -2 a +5 in poco più di 7 giorni. È normale che un candidato alla presidenza ottenga una spinta nella popolarità e nei numeri una volta che si concretizza ufficialmente la sua candidatura, grazie all’effetto novità e all’energia che si crea attorno. Kamala-candidata-alla-presidenza, dal punto di vista della competitività, sta dimostrando di essere molto più forte e di avere una maggiore solidità rispetto alla Kamala-vicepresidente-potenzialmente-candidata, che viaggiava su numeri simili a quelli di Joe Biden.
Resta da vedere se, passato l’entusiasmo dell’inizio, svanirà anche l’effetto positivo nei sondaggi o se, al contrario, Harris riuscirà a dare concretezza a questi numeri.
Biden vuole riformare la Corte Suprema
Il presidente Joe Biden ha presentato un piano per riformare la Corte Suprema degli Stati Uniti al fine ripristinare la fiducia del pubblico nell'istituzione e garantire che nessun presidente sia al di sopra della legge. In un editoriale pubblicato sul Washington Post, Biden ha delineato tre proposte chiave: un emendamento costituzionale per limitare l'immunità presidenziale, l'introduzione di limiti di mandato per i giudici della Corte Suprema e un codice etico vincolante.
"Questa nazione è stata fondata su un principio semplice ma profondo: nessuno è al di sopra della legge. Non il presidente degli Stati Uniti. Non un giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. Nessuno", ha scritto Biden, sottolineando l'urgenza delle riforme proposte. L'emendamento mirerebbe a chiarire che gli ex presidenti possono essere perseguiti per crimini commessi durante il loro mandato. Biden ha scritto che "condivido la convinzione dei nostri Padri Fondatori che il potere del presidente sia limitato, non assoluto".
La proposta sui limiti di mandato vedrebbe i giudici della Corte Suprema servire per 18 anni, con nomine ogni due anni. "Gli Stati Uniti sono l'unica grande democrazia costituzionale che assegna seggi a vita alla sua corte suprema", ha scritto Biden, sostenendo che questa riforma renderebbe le nomine più prevedibili e meno arbitrarie.
Riguardo al codice etico vincolante, Biden ha dichiarato: "È buon senso. L'attuale codice etico volontario della Corte è debole e autoimposto. Ogni altro giudice federale è vincolato da un codice di condotta applicabile, e non c'è motivo per cui la Corte Suprema debba essere esente".
Le altre notizie della settimana
Lo scorso giovedì Joe Biden e Kamala Harris hanno accolto tre cittadini americani liberati in uno scambio di prigionieri con la Russia, ovvero il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, l'ex marine Paul Whelan e la giornalista Alsu Kurmasheva. Tuttavia, la liberazione del sicario russo Vadim Krasikov, detenuto in Germania per omicidio, ha suscitato critiche.
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha sottolineato che nessuno è entusiasta della liberazione di Krasikov, ma che questi compromessi sono parte delle negoziazioni. Le famiglie di altri detenuti americani in Russia, come l'insegnante della Pennsylvania Marc Fogel, hanno espresso amarezza per non essere stati inclusi nell'accordo.
Il Partito Repubblicano, al Senato, ha bloccato una legge bipartisan che avrebbe aumentato il credito d'imposta per i figli. La proposta ha ricevuto 48 voti favorevoli contro 44, ma non è riuscita a superare la soglia dei 60 voti necessaria per eludere il filibuster.
La misura avrebbe anche terminato il programma Employee Retention Tax Credit (ERTC) e ripristinato altri crediti d'imposta per le imprese. I Repubblicani si sono opposti principalmente per la mancanza di requisiti di lavoro più rigidi per i beneficiari del CTC e per timore che un successo democratico potesse influenzare le elezioni.
Donald Trump ha annunciato di voler fare un dibattito televisivo con la vicepresidente Kamala Harris. L'ex presidente ha dichiarato su Truth Social che il dibattito si terrà il 4 settembre su Fox News, anche se non è ancora chiaro se Harris abbia effettivamente accettato l'invito.
Il dibattito proposto tra Trump e Harris, se confermato, potrebbe rappresentare un momento decisivo nella campagna elettorale. Il tycoon ha specificato che l'evento si svolgerà di fronte a un pubblico in studio, aggiungendo un elemento di imprevedibilità all'incontro.
L'ultimo rapporto sull'occupazione ha rivelato segnali preoccupanti per l'economia americana, con soli 114.000 posti di lavoro aggiunti nel mese di luglio (rispetto ai 175.000 attesi), e un tasso di disoccupazione salito al 4,3%. Questo aumento, il più alto da ottobre 2021, ha alimentato timori di recessione e ha provocato un crollo dei mercati azionari. L'impatto è particolarmente grave per i lavoratori senza diploma, con un aumento della disoccupazione al 6,7%.
Il presidente della Fed Jerome Powell ha indicato un possibile taglio dei tassi d'interesse a settembre, mentre le critiche si intensificano sulla gestione dell'economia da parte dell'amministrazione Biden, con la campagna di Trump che punta il dito contro la vicepresidente Harris.
Kamala Harris ha provato a rispondere alle critiche della campagna di Trump, che l'accusa di essere responsabile della crisi migratoria al confine meridionale. Harris ha lanciato un nuovo spot pubblicitario in cui promette un atteggiamento più duro sul tema, con un aumento del numero di agenti di pattuglia, investimenti in tecnologie per bloccare il fentanyl e combattere la tratta di esseri umani.
Durante un comizio tenuto ad Atlanta, Harris ha dichiarato che, come presidente, ripresenterà una legge sulla sicurezza dei confini che Trump ha affondato. Questa mossa segna un cambiamento verso posizioni più centriste.