Nota della redazione: in questa edizione speciale della newsletter commentiamo i primi dati legati alla vittoria di Donald Trump. Nel numero ordinario di domenica, invece, troverete un ampio approfondimento sui risultati delle elezioni quando questi saranno più consolidati.
Cos’è successo questa notte
Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Il risultato delle elezioni era ormai chiaro già dalla nottata italiana, ma poco fa la CNN ha chiamato la vittoria del tycoon grazie al definitivo successo in Wisconsin. Il candidato del Partito Repubblicano ha portato a casa tutti e sette gli swing states: stando alle previsioni dovrebbe vincere di circa cinque punti Arizona e Nevada, di tre Pennsylvania e North Carolina, di due Michigan e Georgia e di uno il Wisconsin. Questi dati, va precisato, sono ancora provvisori in quanto lo spoglio non è concluso, ma l'esito finale non dovrebbe discostarsi di molto dalla proiezione.
L’ex presidente ha inoltre vinto anche il voto popolare. Secondo la proiezione del New York Times, Trump otterrà nel complesso 1,5 punti percentuali in più di Kamala Harris. Mentre i voti vengono contati, Trump ha già 5 milioni di voti in più della vicepresidente.
Nel complesso, ciò che conta è che Trump ha migliorato la sua performance in tutta la nazione, che ha visto un impressionante shift verso destra, come mostra il grafico sottostante. Per fare un esempio: in Minnesota, dove Biden vinse di sette punti, lei è avanti di appena quattro. Ancora più notevole è il miglioramento in altri stati solidamente Democratici: Trump ha recuperato ad esempio dieci punti in Illinois e sedici a New York. Anche negli stati Repubblicani il margine è stato schiacciante. A lungo, ad esempio, si era parlato di una crescita dei Democratici in Texas, che sognavano di poter conquistare lo stato. Questa volta ci sono stati notevoli passi indietro, dato che qui il risultato è stato di +14 a favore del tycoon, che ha dilagato anche in Florida.
I fattori che hanno spiegato questo successo sono diversi, ed è sicuramente presto per analizzarli tutti (a questo rimandiamo alla newsletter di domenica prossima, che uscirà quando il quadro sarà più chiaro). Trump ad esempio ha mobilitato notevolmente l'elettorato rurale, mentre la Harris non è riuscita ad andare bene in quelli che dovevano essere i suoi punti di forza, ovvero i suburbs. Nella contea di Montgomery, un'importante area suburbana di Philadelphia, Kamala Harris è in procinto di ottenere circa il 60% dei voti, circa 2.5 punti percentuali in meno rispetto a Joe Biden nel 2020. Una dinamica simile si osserva nella contea di Oakland in Michigan, dove Trump ha mobilitato nuovamente la sua base elettorale, aumentandone il supporto in alcune aree, mentre Harris probabilmente non eguaglierà il vantaggio di 14 punti del presidente in carica.
Donald Trump ha aumentato il consenso anche fra latini e neri. Sebbene non abbia ottenuto la maggioranza in nessuno dei due gruppi, ha conquistato il sostegno di circa il 13% degli elettori neri a livello nazionale e il 45% degli elettori latini, secondo gli exit poll della CNN. Nelle elezioni del 2020, Trump aveva ottenuto solo l'8% degli elettori neri e il 32% dei latini. Un altro fattore ha minato Harris, ed è stato il consenso femminile. Si credeva che la questione aborto potesse mobilitare le donne, ma secondo gli exit poll di Fox News la candidata Dem ha ottenuto meno di Biden in questa fascia di elettorato (vincendo di 8 punti contro i 12 del presidente in carica)
Harris ha fatto leggermente peggio anche fra gli high-educaters voters, nei quali Trump ha recuperato un punto rispetto al 2020. Trump ha avuto un vantaggio significativo tra i bianchi senza laurea (+29 punti) ed è andato meglio anche nei giovani, guadagnando ben 14 punti.
Cosa resta da guardare
Se le elezioni per la presidenza sono state decise, restano da guardare alcune sfide per il controllo del Senato e della Camera. Per quanto riguarda quest'ultima, i Democratici potrebbero andare meglio del previsto e limitare la maggioranza Repubblicana a pochi seggi, ma per questo bisognerà aspettare ancora qualche giorno per avere dati certi. Sul fronte del Senato, il GOP ha già conquistato la maggioranza strappando ai Dem i seggi in Ohio e Montana, e dovrebbe allargarla ulteriormente con la Pennsylvania. Restano invece molto equilibrate le corse in Michigan, Nevada e Wisconsin, dove il margine è inferiore a un punto e i Dem hanno discrete speranze di vittoria.
Questo limiterebbe i danni e porterebbe a una maggioranza 53-47 per i Repubblicani.