Come leggere i sondaggi sulle presidenziali?
Nel nostro approfondimento settimanale cerchiamo di capire in che modo analizzare i tanti sondaggi sulle elezioni presidenziali
Come leggere i sondaggi
Ogni giorno, negli Stati Uniti, escono sondaggi sulle elezioni di novembre. Alcuni danno avanti Kamala Harris, altri Donald Trump e, spesso, tutte queste rilevazioni sono in contraddizione tra di loro. Ma, in questo quadro incerto, come si legge un sondaggio americano per capirne l'affidabilità?
La prima cosa da tenere sempre a mente è che i sondaggi sono delle rilevazioni statistiche. Si intervista casualmente un numero che va dalle 500 alle 2.000 persone e gli si chiede come intendono votare se le elezioni si dovessero tenere in quel giorno. Nel corso del ‘900, infatti, si è scoperto che per sapere cosa pensano gli individui non serve intervistarli tutti (anche perché sarebbe impossibile), ma è sufficiente estrarre un campione casuale. Questo non vale solo per la politica. Anche i dati sull’occupazione e persino il censimento sono dei sondaggi (anche se con campioni molto grandi).
Il campione deve rappresentare gli elettori nel suo complesso. Chi esegue queste indagini si assicura che ogni fascia socio-demografica rispetti le stesse proporzioni e, se questo non avviene, viene aumentato il peso di determinati parametri per arrivarci. Questa è la parte davvero chiave di un sondaggio. La maggiore difficoltà che hanno gli istituti è raggiungere un campione di elettori che sia realmente rappresentativo, in quanto alcuni gruppi hanno una minore propensione a partecipare alle rilevazioni (come coloro che hanno poca fiducia nella politica o nelle istituzioni).
I sondaggi, poi, essendo un rilevamento statistico sono intrinsecamente incerti. Ognuno ha infatti un margine di errore legato alla dimensione del campione. Se vengono intervistate 1000 persone ci si può aspettare un errore medio di 3 punti percentuali, cosa che implica che un candidato dato al 50% ha in realtà il 95% di probabilità di essere tra il 47% e il 53%. Nella realtà, poi, questa incertezza è quasi il doppio di quanto dichiarato, proprio perché i campioni non sono perfetti. Per avere la sicurezza di essere avanti i candidati hanno bisogno di vantaggi superiori ai 6 punti a livello nazionale, mentre per quelli dei singoli stati si sale anche a 7/8 punti.
Quando si guarda un sondaggio bisogna inoltre controllare chi l’ha condotto, in quanto ci sono istituti più affidabili e altri meno. Un modo per capire chi sono quelli bravi è basarsi sulla classifica che stila ogni volta FiveThirtyEight: al momento The New York Times/Siena College e ABC News/The Washington Post sono quelli piu quotati. Bisogna poi verificare da chi sono stati commissariati e assicurarsi che non siano fatti per candidati o organizzazioni di parte. In questo caso vanno infatti presi con molta cautela, perché storicamente sopravvalutano il proprio schieramento di 4/5 punti. Bisogna poi tenere d'occhio la popolazione: negli Stati Uniti un sondaggio può essere effettuato su tutti adulti (A), sugli elettori registrati nelle liste elettorali (RV) o sugli elettori probabili (LV), cioè quelli che gli istituti di sondaggi pensano che andranno realmente a votare. Quando si è lontani dalle elezioni si usano modelli basati su quelli RV, avvicinandoci invece si passa agli LV.
Anche se sembra controintuitivo, è meglio avere sondaggi tra di loro diversi. Dovremmo preoccuparci se vedessimo rilevazioni che danno tutti gli stessi risultati con variazioni minime. Come abbiamo detto prima, infatti, questi sono per forza di cose incerti ed è molto improbabile che possano dare lo stesso risultato. Quando succede è perché tendenzialmente, per paura di essere gli unici a sbagliare, gli istituti guardano la media e danno risultati simili. Questo fenomeno è noto come herding e si verifica sia in Europa che negli Stati Uniti, in particolar modo avvicinandoci alle elezioni.
C'è un ultimo aspetto da sottolineare: si è diffusa l’idea secondo cui, visto che i sondaggi hanno sottovalutato Trump sia nel 2016 sia nel 2020, debbano farlo anche questa volta. In realtà non ne abbiamo nessuna certezza. Storicamente non si può prevedere la direzione dell’errore dei sondaggi, in quanto gli istituti applicano correttivi al fine di evitare che questi si ripetano. Nel 2022, ad esempio, furono i Democratici ad essere pesantemente sottovalutati. Se si dovesse verificare lo stesso errore del 2020 sarà Trump a vincere, ma se fosse come quello del 2022 allora sarà Harris a trionfare. Ma questo lo potremo sapere solo nella notte tra il 5 e il 6 novembre.
Il Congresso ha evitato un nuovo shutdown
Nella giornata di martedì la Camera dei Rappresentanti ha votato una risoluzione per estendere i finanziamenti del governo federale ai livelli attuali fino al 20 dicembre, con l'obiettivo di evitare uno shutdown: quest'ultimo si verifica quando il Congresso non approva il bilancio federale entro i termini previsti, causando la sospensione temporanea di molte attività governative. Durante questo periodo, numerosi servizi pubblici si fermano e i dipendenti federali non essenziali vengono messi in congedo non retribuito.
Il passaggio di tale misura rappresenta dunque un compromesso necessario per scongiurare la paralisi del governo, ma è stato anche una sconfitta politica per lo Speaker della Camera, il Repubblicano Mike Johnson (R-La.). Quest'ultimo, infatti, si è trovato in difficoltà nel gestire le tensioni tra le fazioni conservatrici del suo partito, che spingevano per una linea dura anche a costo di arrivare a uno shutdown, e la necessità di rispettare la scadenza del 30 settembre per finanziare il governo.
Nonostante le pressioni di Donald Trump, che aveva chiesto all'ultimo minuto di includere disposizioni elettorali che obbligassero gli elettori a mostrare la prova di cittadinanza alle urne, Johnson ha deciso di non inserire questa misura nel disegno di legge. Il tycoon aveva sostenuto una proposta dello stesso Johnson che prevedeva un finanziamento di sei mesi legato a una legge sulla sicurezza nel voto, ma il tentativo è fallito quando molti Repubblicani si sono opposti. Il Senato, controllato dai Democratici, considerava comunque inaccettabile tale misura, che non sarebbe mai passata nella Upper House.
Di fronte all'opposizione interna e alla minaccia dei conservatori più radicali di bloccare il voto procedurale, Johnson è stato costretto a sospendere le regole standard della Camera per poter portare in aula la norma priva di disposizioni elettorali. Ciò ha reso necessario il sostegno dei Democratici per raggiungere i due terzi dei voti necessari per approvare il disegno di legge, privando così i Repubblicani di qualsiasi leva negoziale al Senato.
Zelensky negli Stati Uniti
In questi giorni Volodymyr Zelensky ha visitato diversi luoghi degli Stati Uniti, in una serie di incontri che non sono stati esenti da polemiche. Il senatore Lindsey Graham (R-S.C.) ha criticato la recente presenza in Pennsylvania, uno degli stati decisivi per la vittoria delle presidenziali, dove il presidente ucraino è apparso insieme al governatore democratico Josh Shapiro in quello che molti repubblicani hanno percepito come un evento politico.
Graham ha dichiarato che, pur comprendendo la visita di Zelensky a una fabbrica di munizioni per ringraziare i lavoratori, le implicazioni politiche della visita sono state "un errore". Tuttavia, ha sottolineato come questo episodio non dovrebbe distogliere l'attenzione dall'obiettivo principale: garantire il successo dell'Ucraina nella guerra contro la Russia. Anche altri Repubblicani, come lo Speaker della Camera Mike Johnson (R-La.), hanno definito la visita un evento partigiano a sostegno dei Democratici, criticando l'esclusione dei Repubblicani.
Nella giornata di venerdì, poi, Zelensky ha incontrato anche Donald Trump, manifestando la volontà di mantenere buoni legami con il tycoon (importanti nel caso in cui dovesse essere quest'ultimo a vincere a novembre). Il faccia a faccia ha messo comunque a nudo le distanze e le diffidenze reciproche fra le parti. Come sottolineato dal New York Times, il candidato alla Casa Bianca ha descritto il conflitto come una guerra fra due parti “in buona fede”, che può essere risolto con un accordo che intende negoziare in fretta dopo la vinto le presidenziali.
“Questa guerra non doveva iniziare, Putin ha ucciso così tante persone e, ovviamente, dobbiamo fare tutto il possibile per fare pressione su di lui affinché fermi il conflitto," ha detto invece Zelensky. "È sul nostro territorio, questo è l'aspetto più importante da capire. Come fermare la guerra dipende dalla pressione che riusciamo a esercitare su di lui”. Il tycoon (che guida uno schieramento in cui molti sono scettici sul sostegno all’Ucraina), d'altro canto, non ha risposto chiaramente alla domanda relativa alle condizioni della pace.
Il sindaco di New York al centro di diverse indagini
Eric Adams, sindaco democratico di New York, si trova al centro di molteplici indagini federali che stanno mettendo a rischio la sua amministrazione. Le inchieste, condotte dall'FBI, riguardano sia sospetti di finanziamento illecito della sua campagna elettorale del 2021 che pratiche di corruzione. La prima accusa, nota da tempo, si concentra sul possibile finanziamento della campagna di Adams da parte di governi stranieri, in violazione della legge. Gli investigatori stanno esaminando se il sindaco abbia fatto pressioni sui vigili del fuoco di New York affinché dessero il via libera all'inaugurazione del nuovo consolato turco, nonostante i problemi di sicurezza, in cambio di finanziamenti per la sua campagna.
Una seconda inchiesta riguarda potenziali casi di corruzione legati a contratti tra la città di New York e una società di consulenza guidata dal fratello di uno dei due principali collaboratori del sindaco. Gli agenti federali hanno sequestrato i telefoni di diversi funzionari chiave dell'amministrazione comunale. Le altre indagini coinvolgono figure di spicco dell'entourage di Adams, tra cui la sua principale consigliera Winnie Greco, la cui casa è stata perquisita a febbraio, e l'ex commissario del dipartimento edilizio Eric Ulrich, incriminato nel 2023 per 16 reati, tra cui corruzione.
La situazione ha portato a una serie di dimissioni forzate all'interno dell'amministrazione comunale. Tra queste, spiccano quelle del capo della polizia Edward Caban, del commissario alla salute Ashwin Vasan e del responsabile delle scuole David Banks. Le indagini e le dimissioni stanno minando la capacità di Adams di governare efficacemente la città. Alexandria Ocasio-Cortez, rappresentante democratica al Congresso, ha pubblicamente chiesto le dimissioni del sindaco, sostenendo che le continue inchieste renderanno impossibile reclutare e mantenere un'amministrazione qualificata.
Le altre notizie della settimana
Il Senato ha pubblicato un rapporto che critica duramente i fallimenti dei Servizi Segreti riguardo al tentato attentato contro l'ex presidente Trump durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, il 13 luglio. Il rapporto bipartisan della Commissione per la Sicurezza Interna evidenzia gravi lacune nella comunicazione tra le forze dell'ordine, ritenendo l'attacco "prevedibile" e "prevenibile".
Martedì, la vicepresidente Kamala Harris ha dichiarato alla Wisconsin Public Radio di essere favorevole all'eliminazione del filibuster per codificare in legge Roe v. Wade, la sentenza che garantiva il diritto d’aborto a livello federale revocata dalla Corte Suprema.
Questa scelta l’ha esposta alle critiche di diversi esponenti politici, come Joe Manchin (I-W.V.), che ha lasciato il Partito Democratico quest'anno. Il senatore ha definito il filibuster "il sacro graal della democrazia”, accusando Harris di voler minare il dialogo tra le parti. Anche la senatrice Kirsten Sinema (I-Ariz.), ex democratica che non si è ricandidata per la prossima tornata, ha criticato la proposta, avvertendo che potrebbe permettere in futuro un divieto nazionale dell'aborto. Il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, ha dichiarato che i democratici valuteranno possibili cambiamenti al filibuster se manterranno la maggioranza nel prossimo Congresso.
In un discorso tenuto mercoledì a Pittsburgh, la vicepresidente Kamala Harris ha presentato la sua visione economica, posizionandosi come una pragmatica capitalista e sostenitrice della classe media americana. L'intervento, tenuto in una zona operaia della Pennsylvania, rappresenta un tentativo più diretto di rivolgersi al mondo imprenditoriale e chiarire la sua filosofia economica.
La vicepresidente ha descritto il suo approccio come "pragmatico" e "capitalista", riconoscendo i limiti del governo e sottolineando l'importanza delle partnership tra settore pubblico e privato per creare posti di lavoro e opportunità economiche. Harris ha proposto l'introduzione di crediti d'imposta per le aziende che creano "buoni posti di lavoro sindacalizzati" nelle comunità manifatturiere.