Cosa ci dicono le primarie in Texas
Le primarie in Texas e lo spostamento delle minoranze verso i repubblicani
La lunga corsa che porterà alle prossime midterm election è iniziata questa settimana, dato che in Texas si sono tenute delle primarie che hanno lanciato alcuni interessanti segnali politici che dovranno essere presi in considerazione in vista del prossimo novembre. Anzitutto una nota riguardo il meccanismo di voto, che prevede un doppio turno con il run-off fra i due candidati che ottengono la più alta percentuale di voto.
Un rischio evitato da coloro che sono in corsa per la carica di governatore. In casa democratica, schiacciante è stata la vittoria di Beto O’Rourke che, forte della sua notorietà a livello nazionale, ha monopolizzato la campagna e ottenuto oltre il 90% dei voti. Qualche problema in più rispetto al solito l’ha avuto invece il governatore uscente Greg Abbott, che ha dovuto fronteggiare un certo attivismo da destra: nonostante le policy senza dubbio conservatrici, una parte dell'elettorato repubblicano l'aveva accusato di non essere stato fedele fino in fondo all'ex presidente Donald Trump e di aver impiegato troppo tempo per porre fine alle restrizioni dovute al Coronavirus.
Una situazione che Abbot ha fronteggiato negli ultimi mesi cercando di corteggiare l'elettorato conservatore, come dimostra la discussa legge per limitare il diritto all'aborto: nonostante questo, però, ha subito un piccolo arretramento ed ha vinto “solamente” con il 66% dei consensi, in calo rispetto al 90% di quattro anni fa.
Prima di scendere nel dettaglio delle altre competizioni, può tornare utile alzare un attimo lo sguardo per guardare il quadro politico del Texas: da decenni quest'ultimo è saldamente repubblicano, ma da diversi anni ormai si parla di un costante spostamento a sinistra, dovuto alla crescita delle città e delle minoranze. Una situazione che ha portato ad una discussione circa la possibile contendibilità elettorale dello stato, che sarebbe fondamentale soprattutto nelle presidenziali, visto l’alto numero di grandi elettori dovuti alla popolosità del territorio.
Da questa elezione non si possono certo trarre analisi definitive, ma può comunque essere utile trarre alcuni segnali. Il più importante fra questi riguarda la conferma di un trend, adesso ancora lieve ma comunque visibile, che vede uno spostamento di alcune minoranze verso i repubblicani.
Già nel 2020 Donald Trump aveva registrato un lieve guadagno elettorale fra le persone di colore ed uno ancora più consistente fra quelle di origine latina. Quest'ultimo aspetto si è ripetuto anche in questa tornata, creando più di un problema strategico ai democratici che, proprio grazie alle minoranze, contavano per riconquistare lo stato. Sia chiaro, gli americani di origine latina votano ancora in maggioranza per il partito dell'asinello eppure, come racconta anche una recente inchiesta del New York Times, qualcosa sta cambiando, anche se è difficile prevedere quali saranno le conseguenze nel lungo periodo.
Non è un caso, dunque, il successo di diverse donne di origine latina (come Monica De La Cruz e Marya Flores, mentre Caddy Garcia dovrà affrontare il run-off) nelle primarie repubblicane. Ma come si spiega questo spostamento verso destra? Impossibile identificare una causa unitaria, ma si possono certamente evidenziare alcuni fattori che contribuiscono al trend. Il primo è legato al fatto che membri di queste minoranze condividono con gli elettori bianchi il senso di minaccia ad un sistema di valori, quello rappresentato da Dio e dalla famiglia, per la cui difesa il GOP si batte da anni. In secondo luogo anche il fattore immigrazione pesa, perché molti reportage sottolineano come quanti, pur essendo stati immigrati o provenienti comunque da famiglie arrivate negli Stati Uniti varcando il confine, temano che un nuovo aumento dei flussi possa fare perdere loro quello status politico ottenuto sino ad ora.
Il primo dei due aspetti sin qui analizzati può tornare utile anche per analizzare un'elezione primaria di particolare importanza, quella che vedeva fronteggiarsi il deputato Henry Cuellar (membro di lungo corso nel Congresso) e la progressista Jessica Cisneros, che sarà decisa al run-off. Si trattava di una sfida attesa proprio perché serviva a misurare lo "stato di salute" dell'ala sinistra del Partito Democratico, in un confronto diretto con un esponente da tempo a Washington. In questa sfida, Cisneros ha preferito concentrarsi sull'identità latina, sulle indagini che riguardano Cuellar e sulla necessità di un rinnovamento politico in grado di aiutare la gente del suo distretto, piuttosto che puntare sui temi tradizionali cari ai progressisti, con la consapevolezza che questo potesse essere un tema delicato in grado di ritorcersi contro.
La tornata è stata buona per gli esponenti che rappresentano l'establishment repubblicano, come dimostra la vittoria di Morgan Luttrell, candidato appoggiato dal leader del partito alla Camera Kevin McCarthy, contro Christian Collins, che aveva il sostegno di parte dell'ala destra del partito. Su questo aspetto, però, è importante fare una considerazione: il processo di ridisegnazione dei collegi elettorali ha ridotto notevolmente il numero di sfide competitive, permettendo soprattutto ai repubblicani di blindare seggi prima in bilico.
Questo ha portato ad una conseguenza elettorale non indifferente, dal momento che per molti candidati (come ad esempio Dan Crenshaw, conservatore che aveva però spesso cercato canali di dialogo con i democratici) a doversi preoccupare più di una sfida da destra nelle primarie che di dover cercare consenso moderato al centro, con evidenti conseguenze anche sulla piattaforma politica.
La guerra in Ucraina diventa più violenta
L’offensiva russa in Ucraina prosegue, ma senza particolari avanzamenti negli ultimi giorni. L’unica importante città conquistata dall’esercito di Vladimir Putin è Kherson nella zona meridionale del paese.
In questo momento l’esercito russo è in una "breve pausa operativa" che potrebbe servire a preparare le forze prima di lanciare un nuovo attacco contro Kyiv, Kharkiv, Mykolayiv e forse Odessa. Inoltre, ieri le truppe russe hanno violato il cessate il fuoco che era stato messo a Mariupol per permettere l’evacuazione dei civili.
Nell’ultima settimana la guerra in Ucraina si è fatta molto più violenta a fronte del fatto che i russi non stanno riuscendo ad andare alla velocità di conquista prevista. I bombardamenti aerei e con i cannoni contro i civili si sono quindi intensificati.
La Russia continua inoltre ad avere importati problemi logistici e di approvvigionamento, cosa che complica ulteriormente l’avanzata. L’arrivo delle armi occidentali sta inoltre permettendo all’Ucraina di abbattere un maggior numero di elicotteri e carri armati russi.
L’Ucraina rimane comunque in una difficile posizione e la vittoria russa rimane l’evento più probabile, anche se non è chiaro quale sia l’idea di Putin per il dopo, in particolar modo perché la popolazione ucraina non sembra disposta a collaborare con gli invasori.


Le altre notizie della settimana
Il governatore in carica dell'Arizona, il repubblicano Doug Ducey, ha annunciato la sua volontà di non scendere in campo per un posto al Senato, nonostante le voci circolate in questo senso nelle ultime settimane.
Buone notizie arrivano dal fronte dell'economia, dove si registra la ripresa del mondo del lavoro. Gli Stati Uniti hanno aggiunto 678 mila nuovi posti ed il tasso di disoccupazione scende al 3.8%.
La commissione della Camera che indaga sull'attacco del 6 gennaio al Campidoglio ha presentato una pesante dichiarazione questa settimana, per cui l'ex presidente Trump si sarebbe impegnato in una cospirazione criminale nel suo tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020.
Il comitato che da tempo indaga sulla possibilità che l'ex presidente abbia commesso un crimine, con l’opzione di poter inviare un deferimento penale ai pubblici ministeri federali, a seconda delle prove che scopre.
Un gruppo di 10 conservatori del Senato, guidati dal presidente del comitato direttivo repubblicano Mike Lee (R-Utah), stanno minacciando di sospendere una misura di finanziamento del governo e possibilmente di innescare una chiusura federale a meno che non possano votare su un emendamento per definanziare l’obbligo vaccinale imposto dal presidente Biden.
Joe Manchin ha fatto la sua proposta alternativa al Build Back Better Act, l’enorme piano di spesa inizialmente pensato da Joe Biden per fronteggiare i problemi dal punto di vista sociale e climatico affossato proprio dal senatore della West Virginia. Quest’ultimo propone che i suoi colleghi scelgano un programma decennale su cui concentrarsi e destinino l'altra metà delle entrate raccolte dalla riforma fiscale e dalla riforma dei farmaci da prescrizione alla riduzione del deficit e alla lotta all'inflazione.
Il Congresso della Florida ha votato una legge che impedisce l’aborto dopo quindici settimane, con un meccanismo simile a quello attuato dal Mississipi ed ora all’attenzione della Corte Suprema, che potrebbe utilizzarlo per rivedere profondamente la Roe vs. Wade, la storica sentenza che legalizzò pienamente l’aborto.
Il leader del Partito Repubblicano alla Camera ha criticato i deputati del suo stesso schieramento Marjorie Taylor Greene e Paul Gosar per aver partecipato a un convegno di suprematisti bianchi.