Cosa resterà nel pacchetto di spesa sociale di Biden
Questa domenica parliamo di cosa resterà nel pacchetto di spesa sociale, dei punti salienti della Town Hall di Biden e delle altre notizie della settimana.
Cosa resterà nel pacchetto di spesa sociale
Le trattative vanno avanti da mesi e anche all'interno della nostra newsletter il tema è stato trattato e ritrattato più volte per seguirne gli sviluppi, ma adesso probabilmente i lavori per la definizione di quello che sarà il pacchetto di spesa sociale potrebbero essere arrivati ad un punto di svolta. Si tratta di un momento importante, dato che senza abolizione del filibuster questa potrebbe essere di fatto l'unica grande manovra del presidente Biden, destinata però a lasciare il segno.
La cifra esatta sarà ancora da definire, ma si tratterà in ogni caso di uno dei più grandi investimenti nel sociale della storia americana. Andiamo però con ordine: fin dal suo insediamento Biden aveva posto il tema al centro della sua agenda, andando incontro alle esigenze dei progressisti del suo partito e proponendo un pacchetto di spesa da 3.5 mila miliardi di dollari. Gli esponenti moderati Joe Manchin e Krysten Sinema, però, avevano espresso la loro contrarietà ad una cifra così alta e le trattative si sono incagliate per settimane.
Negli ultimi giorni, però, sembra essere arrivata una possibile svolta. Anzitutto sulla cifra, frutto di un compromesso fra le varie anime del partito, che è stata abbassata e orbiterà intorno ai 2 mila miliardi. Il punto centrale, adesso, è capire come verranno rimodulate le misure per adeguare il tutto alla ridotta cifra iniziale stanziata.
Sparirà quasi certamente la proposta di due anni di collage gratuiti, anche se con ogni probabilità saranno ampliati i fondi per le borse di studio, così come è ampiamente probabile che alcune misure sull'ambiente destinate ad impattare maggiormente sull'economia di uno stato come la West Virginia (rappresentato da Manchin) subiscano dei ridimensionamenti.
Quasi certamente, inoltre, dovrebbero passare da 12 a 4 le settimane per il congedo parentale dei genitori subito dopo il parto, mentre per aiutare le famiglie con bimbi piccoli dovrebbe rimanere l'istituzione delle pre-K (l'equivalente della nostra scuola dell'infanzia) universale per tutti i bambini (nella newsletter della scorsa settimana abbiamo parlato di quanto questo aspetto ad oggi impatti pesantemente sulle famiglie americane).
C'è poi il capitolo delle spese sanitarie: inizialmente l'obiettivo era quello di espandere Madicare e Medicaid per coprire alcune cure come quelle relative alle spese dentarie, oculistiche e uditive. Il primo elemento è quello considerato più importante: è difficile pensare che le spese vengano totalmente coperte dall'assicurazione sanitaria, ma è possibile che sia inserito un voucher da 800 euro per ridurne i costi . Si tratta anche per il secondo e terzo aspetto.
Dovrebbero venire ridotti i margini temporali per il prolungamento del credito d'imposta relativi all'infanzia, così come ristretti i finanziamenti per rendere meno onerosi gli affitti (misura che, seppur in maniera minore, dovrebbe restare dato che alcuni senatori come Sherrod Brown hanno puntato i piedi sul tema).
Infine il problema delle coperture economiche: Biden ha ammesso che i democratici non hanno i voti per aumentare l'aliquota di tassazione sulle grandi corporation a causa della dura opposizione della senatrice Kyrsten Sinema. Tra le proposte in discussione, secondo fonti giornalistiche, ci sarebbe quella di tassare al mark-to-market i profitti sul capital gain non realizzato dei grandi investitori miliardari e di aumentare i poteri di controllo dell'IRS (l'agenzia delle entrate americana) per combattere l'evasione fiscale.
I punti salienti della Town Hall di Biden
Se la concentrazione di Joe Biden è inevitabilmente rivolta alle trattative in atto al Congresso per raggiungere un accordo sul pacchetto di spesa, sono diverse le questioni sul tavolo della Casa Bianca. Il presidente ha affrontato molte di queste in una Town Hall organizzata durante l’ultima settimana dalla CNN, nella quale si è soffermato sulla delicata questione internazionale che riguarda il rapporto fra gli Stati Uniti e la Cina.
Le parole di Biden da questo punto di vista sono particolarmente importanti perché, rispondendo ad una domanda a riguardo, il presidente ha difeso la posizione americana di protezione nei confronti di Taiwan, ribadendo l’impegno americano alla difesa dell’isola in caso di attacco sferrato dalla Cina. Questo piccolo territorio, infatti, è da tempo nel mirino del colosso asiatico, che paventa la possibilità di un’intervento volto all’annessione all’interno della Repubblica Popolare.
L’aspetto più importante di politica interna, invece, riguarda senza dubbio l’apertura fatta dal presidente ad una possibile modifica del filibuster. Questo meccanismo, valido al Congresso, permette di bloccare la discussione di qualsiasi legge senza prima superare i 60 voti necessari per iniziare il dibattito: si tratta di un procedimento per cui la minoranza può bloccare gran parte dei progetti della maggioranza.
È un problema non da poco per i democratici, la cui agenda (se si fa eccezione per il pacchetto di spesa sociale sopracitato) rischia di rimanere bloccata a causa del filibuster repubblicano che bloccherebbe gran parte delle proposte centrali del partito. Ragion per cui l’ala progressista da tempo richiede la sua abolizione, con Biden che ha aperto alla possibilità di alcune modifiche.
Biden si è detto possibilista su alcune modifiche, nonostante alcune sue prese di posizione contrarie al riguardo. Al momento, secondo Reuters, le opzioni più probabili sono quelle che riguardano la possibilità di invocarlo in maniera limitata per ciascun provvedimento e quella che vedrebbe un ritorno alle origini. Inizialmente, infatti, non bastava solamente la minaccia dell’utilizzo del filibuster per bloccare una legge, ma bisognava effettivamente restare in aula partecipando alla discussione provandola a protrarre sino alla scadenza della sessione.
Le altre notizie della settimana
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato di non voler bloccare per il momento la legge del Texas che vieta la maggior parte degli aborti, ma ha accettato di ascoltare le argomentazioni degli schieramenti coinvolti nel caso. L'audizione della Corte è prevista per i primi di novembre.
Gli esponenti repubblicani stanno intensificando i loro sforzi per combattere gli obblighi vaccinali per alcune categorie imposti dalla presidenza Biden, considerandoli una violazione delle libertà costituzionali.
La Camera dei Rappresentanti ha votato per accusare Steve Bannon, l’ex capo stratega della Casa Bianca di Trump, di oltraggio al Congresso per non aver collaborato con le sue attività investigative. Ora il Dipartimento di Giustizia dovrà decidere se incriminare Bannon a seguito del voto della Camera, poiché il codice penale americano prevede che non rispondere alle richieste del Congresso durante le attività investigative rappresenta un reato punito con un massimo di 12 mesi di carcere.
Sempre a riguardo di Donald Trump, rimane viva all’interno del Partito Repubblicano la profonda divisione intorno al suo nome. Nell’ultima settimana il senatore Bill Cassidy (R-LA) ha annunciato che se l’ex presidente dovesse ricandidarsi alle prossime elezioni, lui non lo voterebbe. Cassidy votò ad inizio anno a favore del secondo impeachment di Trump ed è rimasto suo critico da allora.
In una intervista concessa a The Hill, il senatore centrista Joe Manchin III (D-W.Va.) ha smentito ufficialmente le voci messe in giro ieri dal sito web Mother Jones secondo cui lui sarebbe stato pronto ad abbandonare i democratici, affermando: “Ciò che è stato riportato è semplicemente falso”.
Un sondaggio condotto da Selzer & Company per conto del Grinnell College ha rilevato che il 62% degli americani crede che a guidare le decisioni della Corte Suprema sia l'appartenenza politica a uno dei due schieramenti e non la legge. Solo il 30% ritiene che le decisioni siano prese in base alla legge.
L'ex presidente Donald Trump, attualmente bannato da Facebook e Twitter, ha annunciato l'imminente lancio di un suo social network che si chiamerà TRUTH Social. La nuova app sarà controllata dal Trump Media & Technology Group.
La Corte Suprema degli Stati Uniti con due sentenze ieri si è pronunciata a favore degli agenti di polizia accusati di un uso eccessivo della forza andando quindi a rafforzare la dottrina dell'immunità qualificata, lo scudo legale che protegge i poliziotti dai processi.
Il governatore della California estende per tutto lo Stato la dichiarazione di emergenza siccità. Le riserve idriche sono al 60% della media stagionale ed il livello del lago Oroville ha raggiunto il livello più basso mai registrato.
In settimana si è tenuto un voto al Senato sul Freedom to Vote Act, una legge democratica volta ad agevolare il processo di voto, bloccata dall’ostruzionismo dei repubblicani. Sul tema diviene difficile pensare che fra le due fazioni possa essere raggiunto un accordo, soprattutto dal momento in cui anche un tentativo di mediazione fatto da Joe Manchin è andato a vuoto.
Le analisi della F.D.A. hanno evidenziato come il vaccino Pfizer abbia mostrato nei trial clinici un’efficacia del 90.7% nel prevenire un’infezione sintomatica nei bambini dai 5 agli 11 anni, attualmente fuori dalla fascia d’età per cui è possibile ricevere una dose. L’autorizzazione di emergenza, in ogni caso, potrebbe arrivare già durante la prossima settimana.
Con la crisi economica generata dalla pandemia, è cresciuto anche il numero di persone che hanno scelto la difficile strada dell’emigrazione. Un fenomeno che ha impattato anche gli Stati Uniti: stando a quanto riportato dal New York Times, lo scorso anno si è toccato il numero record di 1.7 milioni di persone identificate mentre provavano a varcare il confine per fare l’ingresso nel paese.
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