Cuomo sotto accusa e la scomparsa del principale leader sindacale
Le difficoltà di Cuomo dopo le accuse di molestie sessuali, la scomparsa del principale leader sindacale,il piano sulle infrastrutture, i dati della disoccupazione e le altre notizie della settimana.
La newsletter di questa settimana si apre con una comunicazione di servizio: anche noi, per due settimane, andiamo in vacanza. Recupereremo le energie e saremo pronti, a partire da domenica 29 agosto, a tenervi aggiornati come sempre su tutte le notizie che riguardano gli Stati Uniti.
Cuomo costretto a dimettersi?
Andrew Cuomo è sempre più solo: già diversi mesi fa il governatore dello stato di New York era finito sotto l’occhio del ciclone per le accuse di molestie sessuali e per alcune critiche legate alla gestione della pandemia, ma mai come ora la sua situazione è delicata. La procuratrice dello stato Letitia James ha infatti pubblicato un’inchiesta nella quale vengono stabilite le molestie operate nei confronti di diverse donne, molte dipendenti dello stesso stato.
L’indagine è durata quasi cinque mesi ed è stata condotta attraverso l’interrogazione di un gran numero di testimoni, che hanno documentato ripetute molestie con dichiarazioni offensive e di natura sessuale, in violazione delle leggi statali e federali.
“Le accuse sono di natura civile e non hanno conseguenze penali”, ha comunque specificato James. Ma ciò teoricamente non vieta ai procuratori di prendere spunto dal rapporto e decidere di aprire un’indagine penale, afferma l’investigatrice speciale Anne Clark secondo quanto riporta la CNN.
Ma le accuse nei confronti di Cuomo non finiscono qui: secondo il rapporto conclusivo dell’indagine, infatti, Cuomo avrebbe anche cercato di vendicarsi nei confronti delle ex dipendenti che hanno provato ad accusarlo per gli illeciti commessi.
Una situazione che ha fatto chiaramente partire le accuse nei confronti di Cuomo, con numerosi esponenti del suo partito che hanno chiesto le sue dimissioni. La maggioranza dei membri del Congresso statale, infatti, si è detto favorevole alle sue dimissioni, ma in questi giorni sono arrivate voci ben più pesanti.
Hanno chiesto le dimissioni di Cuomo, infatti, la Speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi, oltre ai due senatori dello stato di New York Chris Schumer e Kirsten Gillibrand. La stessa opinione è stata espressa dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Muore il presidente del più importante sindacato
Il mondo del lavoro americano è in lutto, piangendo il presidente dell’AFL-CIO, il maggior sindacato del paese. Richard Trumka si è infatti spento all’età di 72 anni, con ogni probabilità a causa di un attacco cardiaco. Messosi in mostra da giovane come leader dell’United Mine Workers, il sindacato dei minatori, è stato al vertice dell’AFL-CIO per tantissimi anni, con ruoli di rilievo avuti soprattutto durante la presidenza Sweeney (altro leader sindacale scomparso pochi mesi fa).
Durante gli anni a cavallo fra la fine del ventesimo e l’inizio del ventunesimo secolo, è stato fra i protagonisti del processo di cambiamento dell’AFL-CIO che, aprendosi ai nuovi mondi delle donne, degli immigrati, degli studenti e dei precari, ha provato quantomeno ad interrompere il percorso di declino iniziato nel secolo scorso. Dal 2009, poi, ha proseguito il suo impegno da presidente, lottando fianco a fianco al Partito Democratico, al quale il sindacato ha quasi sempre fornito il suo sostegno nel corso degli anni.
Già prima di divenire presidente, Trumka è ricordato per un discorso svolto durante la campagna elettorale del 2008, nel quale parlò di una conversazione con un’iscritta al sindacato che confessò le sue paure relative al voto per Barack Obama a causa del colore della pelle. Fu questo che fece aumentare l’impegno dell’AFL-CIO, che lavorò per convincere i lavoratori a sostenere l’elezione di colui che sarebbe diventato il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America.
Trumka ha lavorato anche per l’elezione di Joe Biden, che ha speso parole di cordoglio per la sua morte, affermando di aver perso un amico.
Accordo sulle infrastrutture ad un passo dal traguardo
Nel mentre il dibattito politico è alimentato dal piano sulle infrastrutture, da tempo il principale elemento di discussione fra i due partiti. L’accordo bipartisan raggiunto fra i democratici e parte dei senatori repubblicani è prossimo al voto in Senato: dopo il via libera su alcune questioni procedurali, nella giornata di ieri è arrivato il voto che ha permesso di superare il filibuster.
Ad essersi espressi a favore sono stati 67 senatori, fra cui i repubblicani Roy Blunt, Shelley Moore Capito, Bill Cassidy, Susan Collins, Kevin Cramer, Mike Crapo, Chuck Grassley, John Hoeven, Mitch McConnell, Lisa Murkowski, Rob Portman, Jim Risch, Mike Rounds, Mitt Romney, Thom Tillis, Todd Young, Deb Fischer e John Cornyn. Dopo aver superato questo scoglio, è considerata quasi scontata l’approvazione definitiva del pacchetto.
Si tratta di una vittoria importante per il presidente Joe Biden, che ha puntato molte chance sull’approvazione di una parte del pacchetto sulle infrastrutture (la seconda sarà approvata con i soli voti democratici, anche se non è ancora chiaro l’importo totale e cosa sarà contenuto) con il sostegno di alcuni repubblicani. A nulla è valsa l’opposizione dell’ex presidente Donald Trump, che ha criticato il pacchetto ed attaccato il leader dei repubblicani al Senato Mitch McConnel.
Buoni i dati sulla disoccupazione
L'economia americana ha creato nuovi 943 mila posti di lavoro nel mese di luglio, nonostante l'inizio della nuova ondata di contagi dovuta alla variante Delta. Il tasso di disoccupazione è sceso così dal 5,9% di giugno al 5,4% (-0,5) di luglio, il dato più basso da inizio pandemia.
A migliorare, in particolare, sono anche questo mese i settori che erano stati più colpiti dalla pandemia in passato: hotel e ristorazione con 327 mila nuovi posti di lavoro, seguiti dalle scuole pubbliche locali con 221 mila nuovi posti di lavoro creati.
Si tratta di un dato migliore rispetto alle attese medie degli analisti (860 mila nuovi posti di lavoro circa e disoccupazione al 5,7%). Con il dato di luglio 2021, l'economia americana ha recuperato complessivamente 16,7 milioni di posti di lavoro dal mese di aprile 2020, quando a causa della pandemia la disoccupazione era schizzata al 14,7%, il massimo dalla Grande Depressione.
Per tornare alla situazione del mercato del lavoro del febbraio 2020, l'ultimo mese prima della pandemia, quando la disoccupazione era al 3,5% (minimo storico da 50 anni), mancano comunque ancora 5,7 milioni di posti di lavoro da recuperare, secondo i calcoli del New York Times.
Le altre notizie della settimana
L’Amministrazione Biden ha deciso di espandere il programma di protezione dei rifugiati afghani vista l’avanzata dei Talebani nel Paese: ora saranno coperti anche giornalisti e dipendenti di ONG per aiuti umanitari che ricevono fondi americani.
Uno dei problemi che la Casa Bianca ed il Partito Democratico stanno affrontando in queste settimane è quello relativo alla moratoria sugli sfratti per le persone che non pagano l’affitto. Con la sua scadenza, milioni di cittadini sarebbero a rischio sfratto: la Corte Suprema, però, ha chiarito che non sussistono più le condizioni di emergenza sanitaria per operare una scelta in tal senso, ragion per cui per un’estensione serve una legislazione del Congresso, impossibile vista l’opposizione dei repubblicani.
Una soluzione di compromesso è stata trovata dal CDC, che ha scelto di estendere la moratoria in quelle zone dove la minaccia relativa all’aumento dei casi da variante Delta è più forte. Ci sono comunque diversi dubbi sulla costituzionalità del provvedimento.
Risultato un po’ a sorpresa nel Partito Democratico per quanto riguarda le primarie del seggio OH-11, dove la candidata moderata Shontel Brown ha superato a sorpresa la progressista Nina Turner, appoggiata da Bernie Sanders ed Alexandra Ocasio-Cortez.
Nel mentre il moderato Conor Lamb ha annunciato la sua discesa in campo per le primarie del seggio senatoriale in Pennsylvania, dove i democratici avranno buone chance di vittoria in seguito alla mancata ricandidatura del repubblicano Pat Toomey. Sfiderà il favorito vice-governatore John Fetterman.
L’ex presidente Donald Trump ha presentato un esposto alle corti federali per chiedere di impedire in via permanente al Dipartimento del Tesoro di fornire le sue dichiarazioni dei redditi alle Commissioni inquirenti del Congresso e di "porre fine a tutte le indagini in corso" su Trump e le sue aziende.
La FDA americana è pronta a dare la piena approvazione al vaccino Pfizer — il cui uso finora è stato autorizzato come emergenziale — già ad inizio settembre. Nei sondaggi alcuni americani affermavano di non volersi vaccinare prima del via libera finale.
Il governatore della California Gavin Newsom, un democratico, fronteggerà il prossimo 14 settembre una “recall election”, con gli elettori che dovranno decidere se confermarlo dall’incarico o rimuoverlo. Un sondaggio di SurveyUSA non è particolarmente favorevole, il 51% ha affermato di voler votare a favore.
Per questa settimana è tutto. Grazie di averci letto. Se la newsletter ti è piaciuta condividila.
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