Gli Stati Uniti evitano il default
Nel numero odierno parliamo dell'accordo sull'aumento del tetto del debito che ha permesso agli Stati Uniti di evitare il default
Gli Stati Uniti evitano il default
La lunga battaglia politica relativa all’aumento del tetto del debito ha avuto una conclusione positiva: i due principali partiti americani hanno infatti raggiunto un accordo che permetterà di evitare il default, almeno per i prossimi due anni. L’intesa, frutto di lunghe negoziazioni, è stata approvata in maniera definitiva dal Senato nella giornata di giovedì, con 63 voti a favore e 36 contrari (fra cui cinque Democratici, ovvero i progressisti John Fetterman, Edward Markey, Jeff Merkley, Elizabeth Warren e Bernie Sanders).
Ma cosa contiene nella precisione l’accordo ottenuto al Senato? L’intesa sospende il tetto del debito, fissato a 31.4 trilioni di dollari, fino al 1° gennaio 2025, ovvero una data successiva alle prossime elezioni presidenziali, come richiesto dai Democratici. Nell’intesa è previsto anche che le spese non militari rimarranno stabili nel 2024 per crescere dell’1% nell’anno successivo: secondo il Partito Repubblicano, queste cifre torneranno ai livelli del 2022 e il loro aumento sarà limitato all’1% per sei anni.
La cifra delle discretionary spending (che comprendono educazione, trasporti, spese militari e aiuti esteri e si distinguono dalle mandatory spending, che coprono invece gli investimenti obbligatori e i programmi sociali come pensioni e sanità) di natura non militare, per il 2024, sarà fissata a circa 704 miliardi di dollari, di cui 121 miliardi devoluti alle spese sanitarie per i veterani ed i restanti 583 ad altre uscite.
Per queste spese saranno stanziati, inoltre, circa 11 miliardi di dollari relativi alle misure di emergenza per il Covid che non sono stati spesi, oltre ad altri 10 inizialmente devoluti all’IRS, l’agenzia che si occupa della lotta all’evasione fiscale. Il finanziamento di quest’ultima aveva rappresentato una priorità per l’amministrazione Biden (che vi aveva devoluto circa 80 miliardi), ed era stato invece fortemente contrastato dai Repubblicani.
Nell’intesa è previsto anche un indurimento delle condizioni necessarie per accedere al Food Stamp Program, ovvero il programma di assistenza federale che fornisce aiuti nell’acquisto di prodotti di genere alimentari per le famiglie più povere, oltre alla fine della sospensione dei pagamenti dei debiti studenteschi approvata durante la pandemia.
Il presidente Biden ha commentato l’intesa in maniera entusiasta, affermando: “I senatori di entrambi i partiti hanno votato per proteggere l’economia ed evitare un disastroso default. Questo accordo bipartisan è una grande vittoria per l’economia e la gente americana”. Per l’inquilino della Casa Bianca si tratta indubbiamente di una vittoria politica, che ha messo in mostra le sue abilità nel trattare acquisite nel corso della sua lunga esperienza al Senato.
Come sottolineato dal New York Times, per settimane l’atteggiamento del presidente è stato criticato da più parti. Ma il tono moderato avuto nei giorni in cui la negoziazione è entrata nel vivo, nonché il suo insistere sul fatto che si sia trattato di un accordo bipartisan, sono fattori che per molti analisti hanno facilitato l’intesa. Questo nonostante il presidente abbia dovuto rinunciare ad alcune priorità per il suo partito, come l’aumento delle tasse per le fasce più ricche della popolazione.
Ne esce tutto sommato bene anche lo Speaker della Camera dei Rappresentati Kevin McCarthy, che aveva l’arduo compito di mantenere unito un Partito Repubblicano al cui interno vi sono diverse posizioni. Senza dubbio il GOP non ha ottenuto quelle concessioni richieste dall’ala più radicale (con numerosi tagli alla spesa pubblica), ma diversi esponenti hanno dato credito allo stesso McCarthy di essersi mosso con abilità in un contesto difficile, portando a casa alcuni successi come la riduzione dei fondi per l’IRS e la fine della pausa al pagamento dei debiti studenteschi. Anche molti senatori, inizialmente scettici sulle sue abilità nelle trattative, ne hanno apprezzato i toni e le modalità in cui è giunto all’accordo.
La mossa del Senato sui debiti studenteschi
Il Senato ha approvato una norma che ribalta il piano voluto dal presidente Biden per cancellare parte dei debiti studenteschi: questa è passata grazie al voto favorevole dei Democratici Jon Tester e Joe Manchin, oltre che dell’Indipendente Krysten Sinema, che si sono uniti alla minoranza Repubblicana. In quanto misura del Congressional Review Act, bastava semplicemente la maggioranza semplice, e non i canonici sessanta voti necessari per superare il filibuster.
Il presidente Biden, però, ha già annunciato che porrà il veto alla misura, anche se il destino della cancellazioni dei debiti studenteschi dipende molto da quelle che saranno le decisioni della Corte Suprema, che si esprimerà presto sulla vicenda. Come motivazioni del suo voto, non in linea con le scelte del proprio partito, Manchin ha affermato: “Gli Stati Uniti non possono permettersi di aggiungere altri 400 miliardi di dollari al debito nazionale. Esistono già più di 50 programmi di rimborso”.
Va inoltre ricordato come l’accordo per l’aumento del tetto del debito include la fine delle sospensioni di tutti i pagamenti dei debiti studenteschi, approvate durante la pandemia e poi sempre rinnovate.
Le altre notizie della settimana:
L’House Judiciary Committee Chairman Jim Jordan ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di fornire informazioni sul coinvolgimento dell’FBI nelle investigazioni riguardanti Donald Trump e le indagini sui documenti riservati trovati in possesso dell’ex presidente.
La decisione arriva dopo che lo special consuel John Durham, incaricato di svolgere l’indagine, ha concluso che non vi sono elementi sufficienti per portare avanti l’inchiesta. Jordan ha affermato: “Tutto questo serve come promemoria della necessità di una maggiore responsabilità e di riforme all’interno dell’FBI”.
Negli Stati Uniti sono stati creati 339.000 nuovi posti di lavoro a maggio, segno che il mercato del lavoro in espansione sta impedendo per ora al Paese di scivolare in una recessione. Si tratta di un dato decisamente migliore delle stime degli analisti (180.000 nuovi posti di lavoro).
Il tasso di disoccupazione è contemporaneamente salito al 3,7% a maggio, rispetto al 3,4% del mese precedente, che rappresentava il minimo storico da 50 anni. L’aumento della disoccupazione è dovuto al maggior numero di persone che ora si dicono in cerca di lavoro. Si tratta del 29° mese consecutivo di forte crescita occupazionale, che ha caratterizzato l'economia americana post-pandemica.
L'ex presidente Trump ha annunciato nuovamente la sua intenzione di rimuovere l'ottenimento della cittadinanza americana per diritto di nascita (ius soli) tramite ordine esecutivo, come proposta per la campagna elettorale del 2024 per tornare alla Casa Bianca.
La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che un presidente non abbia l'autorità di porre fine alla cittadinanza per diritto di nascita attraverso un ordine esecutivo, principalmente perché la pratica è sancita nella Costituzione.
Due candidati di peso potrebbero presto scendere in campo nelle primarie del Partito Repubblivano. Dovrebbe essere imminente l’annuncio della candidatura dell’ex vicepresidente Mike Pence e dell’ex governatore del New Jersey Chris Christie. Entrambi formalizzeranno l’ingresso nella contesa la prossima settimana.
Particolarmente interessanti sono le posizioni di Christie, che stando a quanto riportato da The Hill dovrebbe mettere al centro della sua campagna elettorale la critica verso Donald Trump.
Il Partito Repubblicano ha annunciato che il primo dibattito tra i candidati per le primarie presidenziali si terrà il 23 agosto a Milwaukee, in Wisconsin. Per avere diritto di partecipare bisogna rispettare alcune regole.
È necessario essere sondati ad almeno l'1% in tre sondaggi nazionali o almeno l'1% in due sondaggi nazionali e in uno statale dei primi quattro Stati che voteranno. Per quanto riguarda la raccolta fondi bisogna avere ricevuto almeno 40.000 donazioni da persone diverse con donatori in almeno venti Stati. Bisogna inoltre aver firmato il documento del GOP in cui si dice che anche se si perde si sosterrà il candidato vincente.
Dopo gli anni difficili della pandemia, il traffico aereo americano sta tornando ai livelli normali. La Transportation Security Administration, infatti, ha comunicato che 9.8 milioni di persone si sono spostate nei quattro giorni del weekend del memorial day: si tratta di numeri in linea con quelli degli anni precedenti al Covid.
Il Dipartimento di Giustizia ha concluso la sua indagine a riguardo del ruolo dell'ex vicepresidente Mike Pence nella gestione di un piccolo numero di documenti riservati che sono stati trovati in una sua residenza nel corso del 2021. Secondo il legale dello stesso Pence, quest'ultimo non era a conoscenza della presenza di tali carte.
Stando a quanto riferito da The Hill, il Dipartimento di Giustizia sembra intenzionato ad archiviare la vicenda senza rivolgere accuse formali a Pence.