Il caso dei documenti riservati e le prime grane legali per Biden
Nel numero odierno parliamo della vicenda relativa ai documenti riservati in possesso del presidente Biden e della battaglia sul tetto del debito
La vicenda dei documenti segreti di Biden
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è al centro di una forte attenzione mediatica per una vicenda legale riguardante la sua gestione di documenti riservati, risalenti al suo periodo della vice-presidenza, che non sarebbero stati restituiti alle autorità come previsto dalla legge. La questione è divenuta immediatamente oggetto di attacchi da parte del Partito Repubblicano, dal momento che, proprio una vicenda simile, aveva portato l’FBI ad una indagine nei confronti di Donald Trump.
Anche se la cosa è divenuta di dominio pubblico solamente ora, l’inizio della vicenda è relativo allo scorso 2 novembre quando, alcuni avvocati dello stesso Biden, nell’ordinare il Penn Biden Center for Diplomacy and Global Engagement di Washington (che il presidente ha usato nel periodo in cui è stato professore onorario all’Università della Pennsylvania, dal 2017 al 2019), hanno trovato una dozzina di documenti classificati come riservati risalenti al periodo in cui Biden era vicepresidente di Barack Obama.
Pochi giorni dopo, a seguito di una serie di sforzi fatti per verificare l’esistenza di ulteriore materiale, i legali del presidente hanno trovato un’altra serie di documenti, questa volta in un garage della sua casa di Wilmington, in Delaware. Nella giornata di giovedì, inoltre, ne sono stati trovati pochi altri nella sua libreria personale.
Ma cosa contengono questi documenti? Le uniche informazioni che al momento abbiamo risalgono a quelli trovati nell’ufficio di Washington, relativi ad un periodo compreso fra il 2013 e il 2017 e riguardanti principalmente materiali forniti dall’intelligence su argomenti come la situazione dell’Ucraina, l’Iran ed il Regno Unito.
Sebbene numerosi repubblicani siano subito partiti all’attacco sottolineando la doppiezza dei democratici, che su una questione simile hanno attaccato a spron battuto Donald Trump salvo poi chiudersi in un certo silenzio per quanto riguarda Joe Biden, va comunque sottolineato come fra le due vicende sussistano delle differenze. Sia l’attuale presidente che il suo predecessore sembrano non aver rispettato il Presidential Record Act, che impone di consegnare tutti i documenti al National Archive per una loro conservazione sicura, ma il caso attuale ha alcune particolarità.
La prima riguarda la collaborazione con la giustizia offerta da Biden: mentre nel caso di Donald Trump le autorità federali hanno cercato per mesi di accedere ai documenti portati con sé dall’ex presidente nel suo resort di Mar-a-Lago, in questo caso l’inquilino della Casa Bianca ha avvertito subito gli organi competenti, fornendo il giorno stesso della scoperta tutto il materiale. La seconda differenza riguarda la quantità dei documenti, dal momento che Donald Trump ne aveva con sé oltre 300, mentre in questo caso si parlerebbe di poche decine di carte.
Per far luce sulla vicenda, in ogni caso, il Procuratore Generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha nominato come Procuratore Speciale chiamato ad indagare sulla vicenda Robert Hur (la stessa cosa era stata fatta in occasione della scoperta dei documenti riservati nella residenza di Donald Trump in Florida). Biden, commentando la vicenda, si è detto sorpreso di queste scoperte, con persone a lui vicine che hanno riferito come il presidente non fosse a conoscenza della presenza di questo materiale nei suoi uffici. Il consigliere del presidente Richard Sauber ha inoltre affermato: “La Casa Bianca sta collaborando con il Dipartimento di Giustizia, siamo fiduciosi sul fatto che si possa scoprire come questi documenti siano lì in quanto posti per errore”.
L’indagine aperta dal Procuratore Generale rappresenta la prima difficoltà legale per il presidente Biden, che potrebbe creargli anche difficoltà politiche, vista la delicatezza del tema.
La battaglia sul tetto del debito
Il Segretario al Tesoro Janet Yellen ha dichiarato, in una lettera al Congresso che, il 19 gennaio, il suo Dipartimento inizierà ad adottare speciali manovre contabili per evitare di sforare il tetto del debito degli Stati Uniti, ovvero la cifra massima che il governo può ricevere in prestito per finanziare le attività federali. Yellen ha contemporaneamente esortato i legislatori ad aumentare il tetto per evitare un devastante default dei pagamenti.
La lettera dà il via a quella che probabilmente sarà una lunga e intensa battaglia sulla politica fiscale degli Stati Uniti, che secondo gli osservatori potrebbe mettere a dura prova i mercati finanziari e aumentare i pericoli per l'economia americana. Gli economisti prevedono che le misure straordinarie del Tesoro potrebbero bastare per generare risorse sufficienti al più fino all’estate, ma poi sarà necessario un innalzamento del tetto, che dev’essere fatto dal Congresso.
I repubblicani, che ora controllano la Camera, avvertono che insisteranno sui tagli alla spesa in cambio dell'accordo sull'aumento del limite del debito. Ma i Democratici (che hanno la maggioranza al Senato) ed il Presidente Joe Biden rifiutano queste manovre definite come un "ricatto" e vogliono un aumento puro e semplice, come quello che il Congresso ha offerto all'ex Presidente del GOP Donald Trump.
Le altre notizie della settimana
Lo Speaker della Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy ha rinnovato il suo impegno ad escludere due Democratici (Adam Schiff e Eric Swalwell, entrambi della California) dall'importante House Intelligence Committee, a causa del loro attivismo nel processo di impeachment nei confronti di Donald Trump. "L'obiettivo", ha dichiarato lo stesso McCarthy, è far tornare questo organo alla sua originale funzione, quello di mantenere questo paese al sicuro".
Un gruppo di deputati bipartisan, guidato dal democratico Abigail Spanbergerner e dal repubblicano Chip Roy, ha riproposto il Trust in Congress Act, disegno di legge che vieterebbe ai membri del Congresso ed alle loro famiglie di effettuare operazioni di trading, in quanto persone che hanno la possibilità di "influenzare il mercato”. Si tratta della terza volta che questa misura viene proposta, ma fino ad ora non ha mai trovato i voti adeguati.
A riguardo, il New York Times ha effettuato una stima secondo cui circa il 20% dei membri del Congresso effettuerebbe operazioni di trading.
Superato l'ostacolo relativo alla nomina di McCarthy come Speaker della Camera, nel Partito Repubblicano potrebbe aprirsi un nuovo fronte interno. Il GOP è infatti diviso intorno al possibile impeachment del Segretario per la sicurezza Interna Alejandro Mayorkas.
Esiste un fronte di duri e puri che sembra intenzionato a procedere sulla strada dell'impeachment, mentre un'altra frangia è intenzionata a procedere con più cautela, sebbene il partito sia unito nella critica al suo operato sulla questione dell'immigrazione.
Il democratico Aaron Rouse ha vinto un’elezione speciale per il 7° distretto del Senato statale in Virginia, tenutasi martedì. La sfida è stata molto combattuta, con Rouse che ha avuto la meglio sull'avversario repubblicano Kevin Adams con meno dell'1% dei voti.
La vittoria è particolarmente importante per il Partito Democratico, soprattutto per quanto riguarda il tema dell’aborto, perché permetterà di mantenere numeri tali da impedire qualsiasi legge restrittiva nello stato.
Continua a far discutere il caso di George Santos, neoeletto deputato che (si è scoperto in seguito alla sua stessa elezione) ha più volte mentito a riguardo del suo curriculum e delle sue esperienze passate. Il deputato ha infatti dichiarato di avere studiato nel prestigioso Baruch College, di possedere esperienze passate in colossi come Goldman Sachs e di lavorare per importanti società finanziarie: tutti questi elementi, si è scoperto poi, sono falsi.
Proprio per questo motivo da parte del Partito Repubblicano della sua contea sono arrivate richieste di dimissioni, anche se lo Speaker della Camera Kevin McCarthy ha affermato che, essendo stato eletto regolarmente, ha diritto ad esercitare il suo mandato.
La deputata Katie Porter ha annunciato che correrà per il seggio al Senato della California attualmente occupato da Dianne Feinstein, veterana della Upper House che non ha ancora parlato dei suoi programmi futuri, ma che nel 2024 avrebbe 91 anni. In campo vi è anche la deputata Barbara Lee.
Il discorso sullo Stato dell’Unione da parte di Joe Biden è stato fissato per il prossimo 7 febbraio, con il presidente degli Stati Uniti che ha accettato il formale invito fatto dallo Speaker della Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy.
La Trump Organization è stata condannata a pagare 1.6 milioni di dollari, il massimo della pena pecuniaria consentita a New York, a causa di diversi capi d’accusa, tra cui una frode durata 13 anni. Il verdetto, emesso il 6 dicembre, ha ritenuto la Trump Organization responsabile della condotta criminale di alcuni dei suoi massimi dirigenti, soprattutto Allen Weisselberg, l'ex direttore finanziario che all'inizio della settimana è stato mandato in prigione a Rikers Island per aver organizzato quasi 2 milioni di dollari di compensi in nero.
La giornata di mercoledì è stata particolarmente importante e delicata per gli Stati Uniti, dal momento che nella primissima mattinata la FAA (Federal Aviation Administration) ha diramato un ordine che ha bloccato per alcune ore tutte le partenze dei voli di linea, provocando ritardi e cancellazioni. Stando a quanto successivamente appreso, il problema era legato principalmente ad un problema tecnico al sistema NOTAM (Notice to Air Mission), che serve ad inviare ai piloti avvisi di sicurezza.