Approfondimento di Giuseppe Russo per Elezioni USA 2024.
Per le persone che abitualmente scelgono di informarsi riguardo la politica statunitense è piuttosto comune sentire commenti o leggere analisi a proposito del concetto di “polarizzazione”. Se state leggendo questo articolo è probabile che vi sentiate chiamati in causa.
Secondo uno studio del 2022, condotto dal Carnegie Endowment for International Peace, gli Stati Uniti sono la democrazia maggiormente esposta al fenomeno della polarizzazione. Nello studio del Carnegie Endowment viene utilizzata una scala che va da 0 a 4 che restituisce una misura del livello di polarizzazione in 202 stati del mondo. L’indice statunitense è pari a 3,8. In sostanza, come è noto, per democratici e repubblicani è difficilissimo riuscire a dialogare o trovare un accordo comune, anche su temi di interesse trasversale.
Alcuni fatti sono ormai dati per assodati: il Partito democratico è molto forte nelle città, mentre il Partito repubblicano ha un grande vantaggio nelle aree rurali; il Partito democratico trova parecchi consensi tra gli elettori delle minoranze, mentre il GOP ha ancora un discreto vantaggio tra gli elettori bianchi; il sostegno per i Democratici cresce all’aumentare del reddito medio e del livello di istruzione, viceversa per i Repubblicani.
Nonostante il Partito democratico abbia vinto il voto popolare in 5 delle ultime 6 elezioni presidenziali è riuscito ad eleggere il proprio candidato solo in 3 occasioni. Per il modo in cui funziona il collegio elettorale statunitense, il Partito repubblicano ha un vantaggio strutturale che è riuscito a sfruttare in questi due decenni, in particolar modo per la prima elezione a presidente di George W. Bush contro il candidato democratico Al Gore e per la vittoria nel 2016 di Donald Trump contro Hillary Clinton. Il vantaggio strutturale dei Repubblicani nel collegio elettorale si traduce in un vantaggio anche superiore in quello distrettuale. Gli elettori del Partito democratico sono molto concentrati nelle città, quelli del Partito repubblicano, al contrario, sono ben distribuiti nelle aree rurali (generando quell’effetto di marea rossa che vedete ad ogni elezione presidenziale e congressuale, e che potete vedere anche nella figura 1).
Clicca qui per essere reindirizzato alla mappa interattiva (preferibile visualizzarla da desktop)
L’Equity Research Institute dell’USC Dornsife, in collaborazione con la rivista statunitense The Atlantic, ha analizzato i dati di un’indagine quinquennale dell’American Community Survey del Census Bureau degli Stati Uniti, allo scopo di individuare i fattori dietro il fenomeno della polarizzazione nella politica statunitense. L’indagine del Census Bureau copre un periodo di 5 anni, fino al 2020, ed è dunque precedente all’ultimo redistricting. I confini dei distretti congressuali permettono di studiare la composizione del penultimo Congresso statunitense, il 117esimo, mentre per il 118esimo, i cui rappresentati sono stati eletti alle ultime midterm, si dovrà aspettare un aggiornamento dei confini che permetta di incrociare i dati.
Dall’analisi dell’Equity Research Institute emergono due distinti fattori che influenzano grandemente l’elezione di un candidato dell’uno o dell’altro partito in un distretto congressuale: la percentuale di persone non bianche e la percentuale di persone laureate residenti in quel distretto congressuale. La classificazione dei seggi nella House of Representatives (la camera bassa del parlamento statunitense) sulla base di queste due variabili produce i Quattro Quadranti della House of Representatives.
Clicca qui per essere reindirizzato al grafico interattivo (preferibile visualizzarlo da desktop)
I quattro quadranti sono indicati come High-High, Low-High, Low-Low, High-Low. Il primo quadrante (in senso cartesiano, dunque quello in alto a destra), Hi-Hi, è quello dei distretti con una percentuale sopra la media nazionale (32,9% al 2020) di persone laureate e con una percentuale sopra la media nazionale (39,9% al 2020) di persone residenti non bianche. Il secondo quadrante, Lo-Hi, è quello dei distretti con una percentuale sopra la media nazionale di persone laureate e sotto la media nazionale di persone residenti non bianche. Il quadrante Hi-Lo è speculare a quello Lo-Hi. Il quadrante Lo-Lo è speculare a quello Hi-Hi. L’impatto visivo del grafico in figura 2 restituisce una misura immediata della profonda diversità dei distretti congressuali in cui il Partito repubblicano e quello democratico raccolgono la gran parte dei propri consensi.
Il 64% dei seggi complessivi del Partito repubblicano nella House of Representatives appartengono al quadrante Lo-Lo (il terzo, sempre in senso cartesiano, in figura 3). 136 seggi su 213. Secondo l’Atlantic, la forte dipendenza del GOP dai distretti del quadrante Lo-Lo è un indice emblematico del grande passaggio dalle politiche dell’era del presidente Reagan alla perenne guerra culturale cominciata dalla presidenza Trump in poi. Nel quadrante Lo-Lo non sorprende trovare il 14esimo distretto della Georgia, che ha eletto Marjorie Taylor Greene; il primo distretto della Florida, che ha eletto Matt Gaetz; o il terzo distretto del Colorado, che ha eletto Lauren Boebert (rieletta per il rotto della cuffia anche alle ultime midterm). I distretti di Greene e Gaetz sono ampiamente sotto la media nazionale per entrambi i parametri, quello di Boebert (31,8% di laureati e 30,1% di residenti non bianchi) è al confine con il quadrante Lo-Hi, e non sorprende che sia, tra i tre, quello maggiormente in bilico. I Repubblicani dominano il settore Lo-Lo con un rapporto di 10 seggi a 1 nei confronti dei Democratici. Tra le altre cose, il terzo quadrante, con i suoi 159 seggi (il 37% dei seggi della Camera), è quello più affollato. È tutto qui il vantaggio strutturale del GOP nei confronti del Partito democratico.
Clicca qui per essere reindirizzato al grafico interattivo
Viceversa, il Partito democratico ha un vantaggio nei confronti di quello repubblicano negli altri tre quadranti, ma il dominio del GOP nel quadrante Lo-Lo è speculare a quello dei Dem nel quadrante Hi-Hi (figura 4), quello dei distretti con alte percentuali di persone laureate e fortemente diversi dal punto di vista etnico. Sugli 84 seggi del primo quadrante, 71 sono occupati da deputati democratici: l’84,5%. Tuttavia, questo quadrante pesa solo per il 32% sui seggi complessivi del Partito democratico. Sono i distretti di Alexandria Ocasio-Cortez, eletta nel 14esimo distretto di New York; dell’attuale leader della minoranza dei Democratici alla Camera, Hakeem Jeffries, eletto nell’ottavo distretto di New York; dell’ex speaker Nancy Pelosi, eletta nel 12esimo distretto della California. Un ulteriore elemento caratterizza i distretti del quadrante Hi-Hi: nella gran parte di essi, il reddito medio per famiglia è al di sopra della media nazionale (64.944 dollari per famiglia, al 2020).
Clicca qui per essere reindirizzato al grafico interattivo
Negli altri due quadranti il vantaggio dei Democratici nel 117esimo Congresso è meno evidente (figura 5). Sono i distretti che più degli altri hanno eletto candidati di schieramenti opposti negli ultimi anni, specialmente quelli appartenenti al quadrante Lo-Hi (percentuali sotto la media di residenti non bianchi e sopra la media di persone laureate). Nel 114esimo congresso, eletto nel 2014, i Repubblicani occupavano 49 seggi sugli 88 che allora componevano il quadrante Lo-Hi. Dei 435 distretti statunitensi, 252 sono sopra la media nazionale di residenti bianchi. In 236 di questi 252 distretti, la percentuale di persone laureate è inferiore al 50%: i Repubblicani hanno eletto in questo particolare settore dei Quattro Quadranti (tra la fascia bassa, rispetto all’asse verticale, del settore Lo-Hi e l’intero settore Lo-Lo) 179 deputati. Per ottenere la maggioranza alla Camera, ai Repubblicani basterebbe, ad ogni elezione, eleggere ulteriori 39 deputati nella restante parte dei Quattro Quadranti. Ci sono riusciti alle ultime midterm, ma non è semplice. La dipendenza del GOP dal settore Lo-Lo è sempre più forte, ed aumenta col passare degli anni mentre gli Stati Uniti diventano un paese sempre più diverso dal punto di vista etnico e la percentuale di persone laureate aumenta di anno in anno.
Clicca qui per essere reindirizzato al grafico interattivo
Secondo l’indice del Cook Political Report, che assegna un rating ai 435 distretti congressuali statunitensi, solo 21 sono attualmente Toss-Up, dunque in bilico. Dodici sono occupati da deputati democratici, nove da deputati repubblicani. Ben 10 dei 21 distretti Toss-Up appartengono al quadrante Lo-Lo e 7 di questi 10 sono attualmente occupati da deputati democratici. Non è difficile immaginare che nel futuro, o magari già alle prossime elezioni previste per il novembre del 2024, una parte di questi seggi passi al GOP, incrementando il vantaggio del partito nel terzo settore dei Quattro Quadranti.
Il dato che più stupisce dalla lettura dell’indagine del Census Bureau riguarda, tuttavia, la ormai evidente disconnessione dell’elettorato americano dai temi in ambito economico. Se fino a qualche anno fa il singolo tema che maggiormente influenzava le scelte alle urne dei cittadini statunitensi pareva essere la politica economica proposta dai candidati, o la tenuta economica degli Stati Uniti durante l’ultimo mandato presidenziale, ora il fattore che lega maggiormente gli elettori ad uno dei due partiti è l’affinità culturale.
Nella 117esima House of Representatives, 197 seggi su 435 rappresentavano distretti con un reddito medio per famiglia superiore alla media nazionale, pari a circa 65.000 dollari (figura 6). I Democratici occupavano 131 di questi 197 seggi: il 66%. Se si pensa che l’agenda in ambito economico del Partito democratico è storicamente legata alla redistribuzione della ricchezza e che, viceversa, quella del Partito repubblicano ha perseguito negli anni la politica della detaxation, il dato appare ancor più sorprendente. Nonostante i Repubblicani rappresentino 147 dei 238 seggi in cui il reddito medio per famiglia è inferiore alla media nazionale, continuano a proporre tagli ai programmi federali in ambito sociale che vanno specialmente a sostegno della propria base elettorale e ad incentivare tagli alle tasse che beneficiano le fasce più ricche della popolazione.
Clicca qui per essere reindirizzato al grafico interattivo
Contraddizioni che continuano ad esacerbare il dialogo tra i campi opposti della politica statunitense, incrementando l’indice di polarizzazione e mettendo a rischio le agende delle amministrazioni che si susseguono negli anni, democratiche o repubblicane che siano.