Il 2024 della politica americana
Nell'ultimo numero annuale della newsletter, analizziamo tutto ciò che è successo in questo lungo 2024
È stato l'anno di Donald Trump
Donald Trump è stato nominato Persona dell'Anno da Time, una decisione quasi inevitabile: dopo un quadriennio segnato da scandali, inchieste giudiziarie e le conseguenze di una tentata insurrezione, il tycoon è riuscito a tornare alla Casa Bianca con un trionfo che ha catalizzato l’attenzione globale. Sin dall’inizio del 2024, Trump aveva consolidato il suo controllo sul Partito Repubblicano, dimostrando che ogni forma di resistenza interna era destinata a fallire. Se a metà del 2023 Ron DeSantis sembrava poter essere uno sfidante credibile, l’enorme vantaggio di cinquanta punti percentuali che Trump vantava nei sondaggi di gennaio ha confermato che il partito era ormai completamente sotto il suo dominio.
I risultati delle primarie, perciò, non hanno visto sorprese: si è avuta una schiacciante affermazione di Trump come leader incontrastato del GOP. Trump ha consolidato il suo dominio con una vittoria schiacciante ai caucus dell'Iowa il 15 gennaio 2024, dove DeSantis ha superato di poco Haley per il secondo posto, mentre Ramaswamy si è classificato quarto. Dopo l’Iowa, sia DeSantis che Ramaswamy hanno abbandonato la corsa, appoggiando Trump. Con solo Haley rimasta tra i principali contendenti, Trump ha continuato a prevalere, vincendo le primarie del New Hampshire e della South Carolina con margini significativi, benché più ridotti rispetto all'Iowa. Haley ha ottenuto una storica vittoria a Washington, D.C., diventando la prima donna a vincere una primaria repubblicana, ma questo non è bastato per mantenere viva la sua campagna. Dopo le schiaccianti vittorie di Trump al Super Tuesday, Haley ha sospeso la sua candidatura il 6 marzo.
Un altro turning point, nella campagna elettorale del tycoon, si è avuto il 13 luglio, quando è scampato a un tentativo di attentato nei suoi confronti. Durante un raduno elettorale, infatti, Donald Trump è stato ferito all'orecchio destro da un colpo di fucile sparato da Thomas Matthew Crooks, che aveva aperto il fuoco da un tetto a circa 125 metri di distanza. A salvare l’ex presidente è stato un improvviso movimento della testa, che gli ha impedito di essere centrato in pieno. L’immagine di Donald Trump ferito, che invogliava i suoi a combattere, ha fatto il giro del mondo in pochi minuti e proprio per questo ha rafforzato l’immagine di un leader vincente.
Pochi giorni dopo, alla Convention di Milwaukee, è avvenuta la vera e propria incoronazione del futuro presidente, in un clima di festa e grande entusiasmo. Anche Nikki Haley e Ron DeSantis, i due principali sfidanti di Trump nelle primarie, avevano dato apertamente il loro endorsement. Nel suo discorso, Haley aveva dichiarato senza esitazioni: "Donald Trump ha il mio pieno sostegno, punto”, cambiando il suo atteggiamento rispetto alle primarie, quando aveva messo in dubbio le capacità cognitive di Trump e sottolineato la necessità di una nuova generazione di leader. Inoltre, aveva lanciato un appello per ampliare la base del partito, una posizione in apparente contrasto con la tendenza prevalente del GOP, orientata a consolidare il sostegno dei più fedeli sostenitori di Trump.
In questo contesto, i mesi successivi sono stati un lungo cammino verso la vittoria elettorale da parte di Donald Trump. L’ingresso in scena di Kamala Harris aveva messo in difficoltà il tycoon, ma fin dall’inizio del voto anticipato ci si era resi conto del grande vantaggio accumulato dal leader del Partito Repubblicano. Il voto finale, infatti, è stato un trionfo: l’ex presidente è tornato alla Casa Bianca vincendo tutti gli swing states e avendo la meglio nel voto popolare. A trainare questo successo sono stati soprattutto due temi fondamentali, ovvero l’economia e l’inflazione, in cui il GOP è stato ritenuto più credibile.
Donald Trump, inoltre, ha potuto contare sull’entusiasmo della sua base: se i Democratici erano poco motivati nel recarsi alle urne, i Repubblicani hanno mostrato grande energia nel corso di tutta la campagna elettorale. Già i dati del voto anticipato, del resto, rendevano prevedibile una affluenza da record in tutte le contee rurali, cosa che in effetti si è verificata. Tutto questo si inserisce in un clima politico nel quale si è verificato uno spostamento a destra dell'intero elettorato: gli exit polls, pesati sui risultati, rivelano come per la prima volta nella storia della politica moderna i votanti che si identificano nel GOP siano superiori di cinque punti a quelli che si riconoscono nei Dem.
Se qualcuno si aspettava una transizione più ordinata rispetto a quella avvenuta nel 2016, però, probabilmente è rimasto deluso. Le nomine presidenziali hanno subito fatto discutere. Matt Gaetz, inizialmente scelto come Attorney General, è stato costretto al passo indietro dopo le critiche dei Senatori Repubblicani, mentre altre figure come Tulsi Gabbard e Robert Kennedy Jr. saranno valutate nel prossimo anno (Clicca qui per leggere l’approfondimento sulle nomine di Trump). L’altra posizione discussa è quella di Elon Musk, che sta ricoprendo un ruolo sempre più importante nella sfera d’influenza che circonda Trump. In questi mesi, infatti, ha partecipato a tutte le riunioni ufficiali ed è stato scelto, insieme a Vivek Ramaswamy per guidare il neonato Department of Government Efficiency, che servirà per snellire la burocrazia.
Cosa aspettarsi dal 2025
Ma cosa aspettarsi dal nuovo anno e, nello specifico, quali potranno essere le prime mosse della presidenza Trump? Le sue proposte per i primi 100 giorni includono misure drastiche, come la chiusura immediata del confine con il Messico e l’avvio della più grande operazione di deportazione mai realizzata negli Stati Uniti. Trump ha anche promesso di annullare i sussidi per il clima concessi durante il mandato di Biden, rilanciando l’esplorazione energetica. Tra le sue proposte più audaci, c'è l’intenzione di offrire agevolazioni fiscali per le industrie del petrolio, gas e carbone, e di ridurre del 50% i costi energetici entro un anno.
Inoltre, i suoi alleati stanno preparando una serie di ordini esecutivi per accelerare l’attuazione delle sue politiche. Una delle proposte più controverse riguarda il ripristino dell’ordine Schedule F, che consentirebbe di rimuovere gran parte della burocrazia federale e sostituirla con impiegati a volontà, tra cui alcuni più propensi a seguire le sue direttive politiche. Tuttavia, l’implementazione di queste misure non sarà priva di ostacoli. I costi legati a un’operazione di deportazione su larga scala potrebbero essere enormi, e i settori come quello della costruzione, dell'ospitalità e dell’agricoltura potrebbero subire danni significativi dalla perdita di manodopera. Inoltre, l'ICE già fatica a gestire le risorse per l'immigrazione e l'esecuzione di una deportazione massiva richiederebbe un incremento drastico delle risorse.
La crisi dei Democratici
L’altra faccia della medaglia, in queste elezioni, è legato al risultato molto deludente per i Democratici, che hanno visto crollare in parte alcune delle certezze legate alla coalizione elettorale degli ultimi anni. Il primo aspetto delle difficoltà e della crisi democratica riguarda il crollo di consenso presso i Lations. Joe Biden nel 2020 aveva un margine di +31 punti su Trump tra gli elettori ispanici, ridotto a soli +14 per Kamala Harris nel 2024. Un calo che si inserisce in un trend consolidato negli ultimi anni e che ha avuto un impatto diretto sul risultato elettorale, contribuendo allo spostamento a destra di stati chiave come la Florida. Due esempi chiave sono la contea di Miami-Dade, in Florida, e la Starr County, in Texas. Nella prima quasi il 70% degli abitanti è ispanico, principalmente di origine cubana. Nel 2016 Hillary Clinton aveva vinto qui con un ampio margine di 30 punti su Trump. In questa tornata, invece, il tycoon ha ribaltato la situazione, vincendo con un margine di 12 punti su Kamala Harris.
La seconda, situata al confine con il Messico e con una popolazione latina del 97%, questa contea aveva dato il 79% dei voti a Hillary Clinton nel 2016. Nel 2024, invece, ha visto una vittoria del GOP, sottolineando il peso del tema immigrazione. Le ragioni di questo cambiamento sono molteplici. Per gli ispanici che vivono al confine, l’immigrazione è sempre più percepita come un problema, soprattutto da quelle comunità integrate che temono di perdere diritti acquisiti. Parallelamente, una parte dell’elettorato nero con posizioni più conservatrici potrebbe non aver apprezzato lo spostamento a sinistra del Partito Democratico, favorendo una maggiore apertura verso il GOP.
Ma Kamala Harris ha perso in quasi tutti i settori cruciali del suo elettorato, come neri, donne e giovani, che avrebbero dovuto rappresentare il suo punto di forza. Proprio per questo, il 2025 dei Democratici inizia con grandi incognite. In tutto il partito c’è la consapevolezza di come l’immagine dello stesso vada ricostruita, ma vi sono idee divergenti su come questo dev’essere fatto. Per molti il problema è soprattutto legato alla piattaforma politica proposta. Secondo Bernie Sanders, i Democratici hanno perso perché hanno “abbandonato la working class”, mentre per il governatore del Kentucky (che è stato rieletto l’anno scorso in uno stato profondamente Repubblicano) il suo partito si è concentrato poco sui problemi quotidiani della gente e sulla possibilità di governare bene e in maniera concreta. In un intervento sul New York Times ha infatti affermato: “Il Partito Democratico deve dimostrare al popolo americano di avere a cuore la creazione di una vita migliore per ogni singolo americano e deve riconquistare la fiducia del pubblico sul suo obiettivo e sulla sua direzione. Tutto questo non significa abbandonare valori e principi importanti. Come governatore, ho posto il veto a numerose proposte di legge anti-L.G.B.T.Q. e anti-choice, eppure ho battuto il candidato scelto da Trump lo scorso autunno. Bisogna tornare a concentrarsi sulla creazione di posti di lavoro migliori, su un'assistenza sanitaria più accessibile e conveniente, su strade e ponti più sicuri, sulla migliore istruzione per i nostri figli e su comunità in cui le persone non siano solo più sicure, ma si sentano anche più sicure”.
Proprio lo spostamento a sinistra dei Democratici, del resto, è stato visto da diversi esponenti moderati come uno dei principali fattori in questa sconfitta. In un post su X che rappresenta molto bene un sentimento collettivo, il membro della Camera dei Rappresentanti David Torries ha affermato: “Donald Trump non ha amici più grandi dell'estrema sinistra, che è riuscita ad allontanare dal Partito Democratico un numero storico di latinos, neri, asiatici ed ebrei con assurdità come “Defund the Police” o “From the River to the Sea” o “Latinx”. C'è più da perdere che da guadagnare politicamente nell'assecondare un'estrema sinistra che è più rappresentativa di Twitter, Twitch e TikTok che del mondo reale. La classe operaia non si beve le sciocchezze da torre d'avorio che l'estrema sinistra sta vendendo”.
Le elezioni del 2025
L’ultima sezione da analizzare è relativa alle elezioni che ci saranno nel 2025. Il prossimo anno sarà di transizione, fra le presidenziali e le midterm: nonostante questo, però, ci saranno sicuramente delle tornate da guardare. Nel 2021, del resto, la vittoria completamente a sorpresa dei Repubblicani alle elezioni per il governatore in Virginia fece comprendere uno shift nel sentimento dell’elettorato verso il GOP che poi si è confermato nel triennio successivo.
Anche questa volta, proprio la Virginia sarà il primo stato da guardare. Il governatore uscente, Glenn Youngkin, ha raggiunto una popolarità nazionale, ma non può ricandidarsi a causa del limite di mandato. Tra i principali candidati ci sono Winsome Earle-Sears, la prima donna nera eletta a una carica statale, e la democratica Abigail Spanberger. Inoltre, si terranno le elezioni per l’intera Camera dei Delegati, dove i Democratici mantengono una maggioranza risicata.
In New Jersey, i Democratici cercheranno di mantenere il controllo in un contesto di crescente popolarità di Trump, che ha aumentato il suo consenso negli Stati blu. Le elezioni per il governatore sono particolarmente rilevanti dopo le difficoltà legate allo scandalo che ha coinvolto il senatore Robert Menendez. Tra i candidati, figurano diversi nomi noti, come i rappresentanti Josh Gottheimer e Mikie Sherrill, oltre ai sindaci di città importanti come Newark e Jersey City. I Repubblicani, tra cui Jon Bramnick e Jack Ciattarelli, tenteranno di approfittare del clima di insoddisfazione popolare.
Le elezioni per le Corti Supreme di Wisconsin e Pennsylvania, previste per il 2025, saranno cruciali per determinare l'equilibrio giudiziario su temi come i diritti civili e il controllo delle armi. In particolare, in Wisconsin, l'uscita del giudice Ann Walsh Bradley dalla Corte Suprema potrebbe modificare la composizione della corte, mentre in Pennsylvania, tre seggi dei giudici Democratici saranno in palio. Infine, a New York City, il sindaco Eric Adams, sotto accusa per corruzione, affronterà una dura sfida alle sue rielezioni, con numerosi sfidanti che includono figure come la senatrice Jessica Ramos e l’ex governatore Andrew Cuomo.
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