Il diritto di voto e perché Biden ne ha fatto una priorità
Com’è nata la retorica dei brogli elettorali
“Ho avuto conversazioni tranquille con i membri del Congresso per due mesi. Sono stanco di tacere". Sono parole forti, quelle che Joe Biden ha fatto risuonare nella giornata di martedì ad Atlanta, uno dei luoghi simbolo nella storia americana per quanto riguarda la battaglia per l’emancipazione delle persone di colore e l’accesso di queste ultime al voto. Proprio qui il presidente degli Stati Uniti, in un discorso che ha richiamato la memoria di Martin Luther King, ha posto al centro della sua agenda la riforma elettorale, per fermare quella che dall’inquilino della Casa Bianca è vista come una delle più grandi minacce per la democrazia negli ultimi tempi.
Prima di addentrarci nella battaglia prettamente politica intorno al diritto di voto, però, può risultare necessario allargare l’orizzonte e capire perché il tema è divenuto terreno di uno scontro, anche aspro, fra i due partiti principali dello schieramento americano. Per farlo bisogna tornare alle elezioni presidenziali del 2020, il cui regolare corso è stato sconvolto dalla pandemia: come conseguenza, una grossa fetta di elettori democratici ha scelto l’opzione del voto a distanza (principalmente via posta). Donald Trump, in risposta, ha sollevato accuse mai provate relative ai possibili brogli generati da questo sistema, arrivando persino ad insistere affinché gli ufficiali degli stati in bilico sovvertissero il risultato per assegnare ai repubblicani la vittoria.
Le leggi restrittive repubblicane e la battaglia di Joe Biden
La retorica relativa alle accuse di brogli ha trovato larga diffusione all’interno del Partito Repubblicano, con diversi stati le cui legislature sono controllate dal GOP che hanno imposto una serie di leggi restrittive per limitare l’accesso al voto. In Georgia, ad esempio, è stato ridotto il potere di controllo sull’intero processo da parte del Segretario di Stato (che nel 2020 si era opposto al tentativo di rovesciare il risultato operato da Donald Trump) e limitando le possibilità di voto anticipato. Operazioni simili sono state fatte anche in altri stati, alimentando le preoccupazioni da parte dei democratici.
Per questo motivo il tema è finito al centro dell'agenda politica presidenziale: si tratta di un argomento che ha grande effetto mobilitante all'interno dell'elettorato, che nell'anno appena passato aveva manifestato spesso il disappunto relativo al fatto che il tema sia stato tenuto in secondo piano da Joe Biden. Proprio un'analisi del New York Times, pubblicata in settimana, sottolinea come l'attenzione della Casa Bianca sul tema sia forse arrivata troppo tardi, quando fra gli attivisti che a lungo si sono battuti a riguardo è affiorata la disillusione.
Come detto, però, nelle ultime settimane il tono di Biden si è fatto molto più aggressivo. L'attenzione sui diritti di voto ha anche motivazioni politiche: con il fallimento delle trattative sul piano di spesa sociale e climatica, infatti, la Casa Bianca aveva bisogno di un tema forte su cui spingere, e pochi come questo avevano la forza per unire l'elettorato democratico, soprattutto nelle aree popolate dalle minoranze.
Ma al Senato è rischio stallo
Quando la questione è passata dal tema ideologico a quello politico, però, il discorso si è notevolmente complicato. Perché nonostante il vigoroso discorso di Biden, che ha sostenuto la necessità di superare la logica del filibuster (il meccanismo che permette all'opposizione di bloccare qualunque legge che non abbia sessanta voti) almeno per quanto riguarda il tema dell'accesso elettorale, considerato di importanza vitale per la tenuta della democrazia, sembrano mancare i voti per procedere in questo senso.
I senatori Joe Manchin e Krysten Sinema, infatti, hanno espresso la loro contrarietà, minando di fatto le possibilità di approvazione. Anche i colloqui effettuati con i repubblicani per raggiungere un compromesso bipartisan non hanno prodotto passi avanti concreti: una situazione certamente non piacevole per il presidente Biden, che rischia di andare incontro al secondo grande fallimento della sua presidenza. A distanza di quasi un anno dall'insediamento, infatti, l'inquilino della Casa Bianca ha portato a casa ben poco rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale: la possibile sconfitta alle midterm di quest'anno si impone come minaccia ancora più grande per i democratici, visto che qualsiasi progetto legislativo rischia di divenire impossibile a partire dal prossimo anno.
Alta tensione tra Stati Uniti e Russia
Continua a crescere la tensione fra Stati Uniti e Russia, in seguito alla possibile invasione dell'Ucraina da parte del paese guidato da Vladimir Putin. I colloqui tenuti in settimana, infatti, non hanno portato a nessun passo avanti concreto nella de-escalation volta ad evitare un conflitto bellico sul suolo europeo.
Questo perché, secondo fonti di intelligence americane, il rischio di una invasione dell'Ucraina è concreto, nonostante le smentite offerte da Mosca. La Russia, infatti, assicura di non avere intenzioni belligeranti, lanciando però un forte monito nei confronti degli Stati Uniti, soprattutto sulla necessità di non estendere l'Alleanza Atlantica oltre i confini attuali, evitando quindi di avvicinare la NATO alle porte del paese.
La presidenza Biden, in ogni caso, è pronta ad una serie di sanzioni, dal campo economico a quello tecnologico, volte a colpire la Russia nel caso in cui un'invasione dovesse effettivamente prendere piede.
Le altre notizie della settimana
La Corte Suprema dell'Ohio ha dichiarato incostituzionale la mappa dei distretti congressuali disegnata dal parlamento statale perché non rispettava la volontà popolare. Con quel disegno dei collegi infatti i Repubblicani avrebbero vinto 12 distretti su un totale di 15, nonostante complessivamente prendano solo il 55% dei voti nello Stato.
La Corte Suprema dell'Ohio è a maggioranza conservatrice, ma la giudice capo Maureen O'Connor si è schierata con i liberal nel ritenere incostituzionale la mappa.
La deputata progressista Rashida Tlaib verrà sfidata alle primarie dall’ex senatrice statale Shanelle Jackson, molto più moderata. Jackson accusa Tlaib di estremismo e antisemitismo. Sempre sul fronte elettorale, si registra la mancata ricandidatura del repubblicano dello stato di New York John Katko, uno dei pochi esponenti del GOP ad aver votato per l’impeachment di Donald Trump.
Importante è stato l’annuncio della nuova ricandidatura di Ron Johnson, che cercherà un nuovo mandato al Senato in Wisconsin.
Il leader repubblicano alla Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy si è rifiutato di collaborare con la Commissione d’Inchiesta istituita per indagare sull’assalto al Congresso dello scorso 6 gennaio. Non si tratta del primo esponente vicino a Donald Trump che nega la sua collaborazione sul tema.
Il presidente Joe Biden ha in programma di usare i suoi poteri per emettere degli ordini esecutivi di riforma della polizia, secondo quanto riporta NBC News.
L'idea di passare attraverso le azioni esecutive è dovuta al fatto che i tentativi di accordo tra Democratici e Repubblicani al Congresso sono falliti e il George Floyd Justice in Policing Act è fermo. Al momento, in ogni caso, non è chiaro come Biden intenda agire e quali le politiche che metterebbe in atto.
Intorno al presidente degli Stati Uniti cresce la pressione affinché si proceda ad un annullamento dei debiti di studio, possibilità che trova concordi diversi esponenti di punta nei democratici. Sono soprattutto movimenti ed associazioni che nelle ultime settimane hanno alzato le richieste in tale direzione.
Il governatore della California Gavin Newsom ha negato la libertà vigilata a Sirhan Sirhan, l'uomo che assassinò Robert Francis Kennedy il 6 giugno 1968, al quale una commissione specializzata aveva dato il suo benestare la scorsa estate.
Il governatore ha ritenuto che il detenuto, che ha 77 anni, si sia rifiutato di "accettare la propria responsabilità in questo crimine" e che costituisse ancora "una minaccia per la sicurezza pubblica".
Come già preannunciato nel numero della scorsa settimana, la Corte Suprema ha ufficialmente deciso di bloccare l’obbligo vaccinale imposto da Joe Biden per le aziende con più di 100 dipendenti. Viene mantenuto, invece, per i lavoratori delle strutture sanitarie che ottengono fondi federali o lavorano con programmi federali come Medicare.
Una delle principali minacce per gli indici di gradimento del presidente Joe Biden è rappresentato dalle preoccupazioni relative all’aumento dell’inflazione. I prezzi al consumo sono aumentati più velocemente nel 2021 che in qualsiasi altro anno degli ultimi 40 anni.
Ci sono in ogni caso piccoli segnali di rallentamento: a dicembre l'aumento dei prezzi su base mensile è stato "solo" del +0,5% rispetto al +0,8% di novembre e al +0,9% di ottobre.
La Democratica Sheila Cherfilus-McCormick ha vinto le elezioni suppletive del 20° distretto congressuale in Florida riportando così la maggioranza del suo partito ai 222 seggi che deteneva dopo le elezioni di novembre 2020.
Cherfilus-McCormick, 42 anni e CEO di un'azienda sanitaria, ha sconfitto senza problemi il candidato repubblicano Jason Mariner in un seggio sicuro per i Democratici. Andrà così a prendere il posto dell'ex deputato Alcee L. Hastings, deceduto ad aprile per cancro al pancreas.
L’inizio di settimana è stato caratterizzato da un sconvolgente incendio che ha colpito la città di New York. Sono almeno 17 le persone rimaste uccise. Gli inquirenti "hanno determinato sulla base di prove materiali e delle prime testimonianze dei residenti che l'incendio è scoppiato in una camera da letto e da un riscaldatore ausiliario", ha detto il capo dei vigili del fuoco della città.
Medicare coprirà il controverso farmaco per l'Alzheimer Aduhelm solo se un paziente è arruolato in una sperimentazione clinica, hanno proposto martedì i Centers for Medicare e Medicaid Services.
Il farmaco ha suscitato polemiche sia per il suo prezzo sia perché la Food and Drug Administration lo ha approvato nonostante i dubbi degli esperti sulla sua efficacia.
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