Il pacchetto di spesa dei Dem e la visita di Pelosi a Taiwan
Nota di servizio. Nelle prossime due settimane la newsletter andrà in pausa: il prossimo numero sarà pubblicato domenica 28 agosto.
Taiwan, una situazione geopolitica delicata: significato e conseguenze della visita di Nancy Pelosi
Sin dal 1979 gli Stati Uniti hanno mantenuto una politica di ambiguità strategica verso la questione di Taiwan. Da un lato, gli USA hanno riconosciuto la Repubblica Popolare Cinese quale unico legittimo governo “cinese”, dall’altro però Washington conserva relazioni diplomatiche con Taiwan ai sensi del Taiwan Relations Act del 1979, il quale costituisce, assieme alle successive “sei assicurazioni” fornite dall’Amministrazione Reagan, il pilastro fondamentale nella definizione della politica statunitense verso Taipei.
A dispetto del netto miglioramento delle relazioni diplomatiche tra Washington e Pechino dopo il 1979, gli Stati Uniti sono rimasti fermi nel dichiararsi contrari ad ogni soluzione della questione taiwanese che non sia condotta con mezzi pacifici e si riservano inoltre la possibilità di fornire strumenti per l’autodifesa di Taiwan, nonché di consentire al Presidente e al Congresso di definire le modalità di intervento in caso di minacce alla sicurezza di Taipei (sezioni 2 e 3 del Taiwan Relations Act). Un evento del genere si verificò nel 1996 quando, a seguito di una lunga serie di minacce militari da parte di Pechino consistenti in test missilistici nelle acque territoriali taiwanesi, l’Amministrazione Clinton ordinò il più imponente dispiegamento militare nella regione dai tempi della Guerra del Vietnam.
Posta questa situazione, cosa è successo nelle ultime settimane? Nell’aprile 2022 il network televisivo giapponese Fuji News ha rivelato che la Speaker della Camera Nancy Pelosi era intenzionata a visitare Taiwan in un tour tra varie nazioni asiatiche, fatto successivamente ribadito dal Financial Times il 19 luglio. Il tour asiatico di Nancy Pelosi è stato definitivamente annunciato il 31 luglio, senza tuttavia menzionare Taiwan, ed è stato organizzato allo scopo di riaffermare l’impegno degli Stati Uniti verso gli alleati della regione, come parte del più ampio processo noto come Pivot to Asia. La visita di un funzionario di rango così alto a Taiwan, nazione posta sotto la costante minaccia di un’invasione cinese, risponde perfettamente a tale intento.
La Repubblica Popolare Cinese, però, ha definito la visita come una provocazione e una violazione della sovranità cinese ed in risposta Pechino ha effettuato diversi test missilistici e concentrato unità militari nella provincia del Fujian. Come conseguenza l’esercito di Taiwan ha effettuato imponenti esercitazioni militari e l’aereo della Speaker Pelosi è stato monitorato dalla portaerei USS Ronald Reagan. La mattina del 2 agosto non era ancora chiaro se la Pelosi avrebbe visitato Taiwan, ma il Coordinatore del Consiglio di Sicurezza Nazionale americano John Kirby ha affermato che gli Stati Uniti non avrebbero dovuto farsi intimidire dalle minacce cinesi, una dichiarazione a cui ha fatto seguito un articolo di opinione scritto dalla Pelosi sul Washington Post, nel quale la Speaker ha asserito che in un’era in cui il mondo deve scegliere tra autocrazia e democrazia, l’America e i suoi alleati devono chiarire che non cederanno agli autocrati.
Nancy Pelosi è atterrata a Taipei alle 22.43 dello stesso giorno, senza alcun incidente, divenendo il primo Speaker della Camera a recarsi in quel di Taiwan dal 1997, anno della visita di Newt Gingrich. Durante la visita, Pelosi ha pubblicamente elogiato la società taiwanese e sostenuto un’ulteriore cooperazione in settori strategici. In risposta a questo, la Repubblica Popolare Cinese ha avviato imponenti esercitazioni militari attorno all’isola in acque territoriali taiwanesi. La risposta cinese si presenta tuttavia nettamente più debole rispetto alle ventilate ipotesi di un’invasione dell’isola motivata dalla visita della Pelosi e mostra tutti i timori di Pechino circa gli esiti di una possibile guerra nello Stretto di Taiwan che finirebbe inevitabilmente per coinvolgere gli Stati Uniti. La visita rappresenta quindi un forte successo diplomatico degli Stati Uniti, che confermano la loro volontà di tutelare i propri alleati nel continente asiatico anche di fronte alla minaccia di un conflitto armato.
Altro interessante elemento relativo alla visita risulta essere il forte supporto dimostrato da numerosi importanti esponenti del Partito Repubblicano: ben 25 Senatori del GOP, tra cui il leader della minoranza Mitch McConnell, hanno firmato una dichiarazione di sostegno alla visita. Inoltre, Michael McCaul, ranking member repubblicano della Commissione Affari Esteri della Camera e noto per le sue posizioni da falco in politica estera, era addirittura stato invitato a partecipare alla visita, ma ha dovuto declinare l’invito a causa di un obbligo personale in contrasto con essa. Il viaggio di Nancy Pelosi a Taiwan conferma nuovamente che il contrasto alla Cina rappresenta uno dei pochi dossier su cui i due grandi partiti americani riescono a collaborare in un’era caratterizzata da una forte polarizzazione.
Cosa contiene il pacchetto di spesa proposto dai democratici
Qualche mese fa, nel mese di dicembre, il veto dei senatori Joe Manchin e Krysten Sinema poneva fine alle speranze democratiche di approvare l'importante piano di spesa sociale e climatica che rappresentava l'elemento cardine dell'agenda politica di Joe Biden. A diverse settimane di distanza, i democratici hanno trovato un accordo interno ai democratici per approvare almeno alcune delle priorità del partito, con l'obiettivo di contrastare l'inflazione, calmierare il prezzo di alcuni farmaci e regalare una vittoria politica al partito in vista delle midterm election, tornata che si preannuncia difficile.
L'accordo è stato possibile grazie all'intesa raggiunta dal leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer con Manchin e Sinema, al seguito di negoziazioni durate alcune settimane. La stessa Sinema ha infatti affermato, tramite una nota del suo staff: "Abbiamo concordato di rimuovere la disposizione fiscale sui ‘carri ed interests’, di proteggere l'industria manifatturiera avanzata e di rilanciare la nostra economia basata sull'energia pulita nella proposta di legge di budget reconciliation del Senato".
Viva soddisfazione è stata espressa anche dal presidente Biden, che ha commentato: "È stato compiuto un altro passo fondamentale verso la riduzione dell'inflazione e del costo della vita per le famiglie americane. L'Inflation Reduction Act aiuterà gli americani a risparmiare sui farmaci da prescrizione, sui premi sanitari e molto altro".
Ma cosa contiene nello specifico la misura? La conseguenza più importante sulle vite degli americani riguarda la questione della salute, dal momento che è stato concesso a Medicare (l’assicurazione sanitaria federale rivolta principalmente agli over 65) di negoziare i prezzi dei farmaci: quest’ultima era una delle proposte bandiera del programma democratico, e permetterà ai cittadini di risparmiare migliaia di dollari in cure.
Non si tratta delle uniche disposizioni sul tema: saranno infatti estesi per tre anni i sussidi per i premi assicurativi che le persone a basso e medio reddito hanno già ricevuto durante la pandemia di coronavirus per ottenere una copertura sanitaria nell'ambito dell'Affordable Care Act. I produttori di farmaci, inoltre, dovranno assorbire una parte dei costi dei medicinali i cui prezzi aumentano più dell'inflazione.
La legge limita inoltre a 2.000 dollari l'anno l'importo che i beneficiari di Medicare devono pagare di tasca propria per i farmaci - un vantaggio enorme per i 1,4 milioni di persone che spendono più di quanto sia coperto da Medicare ogni anno. Previsti inoltre importanti investimenti sul clima, con l’obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di gas serra entro il 2030: è entrata nel pacchetto, nonostante l’iniziale contrarietà di Joe Manchin, una misura volta a proporre incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici.
Il disegno di legge contiene anche crediti d'imposta per ridurre il costo di pannelli solari e altri strumenti per rendere efficace dal punto di vista energetico un’abitazione, nonché 60 miliardi di dollari di finanziamenti per le comunità di giustizia ambientale. La stessa cifra è prevista per la produzione domestica di energia pulita, con 30 miliardi di dollari destinati ad un credito d'imposta per l'accumulo di energia eolica, solare e delle batterie.
Per finanziare questa misura, i democratici hanno fissato una tassazione minima al 15% sulle grandi corporation, che avrà anche l’obiettivo di contribuire a ridurre l’inflazione. Nonostante questo, però, l’Ufficio di bilancio del Congresso (CBO), un ente tecnico-economico bipartisan, ha infatti dichiarato: "Nell'anno solare 2022, l'emanazione del disegno di legge avrà un effetto trascurabile sull'inflazione. Nell'anno solare 2023, l'inflazione potrebbe probabilmente essere compresa tra 0,1 punti percentuali in meno e 0,1 punti percentuali in più rispetto a quello che si prevede attualmente".
Le altre notizie della settimana:
Nella notte fra mercoledì e giovedì il Senato, con 95 voti favorevoli e uno contrario, ha approvato l'ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO. L'unico voto contrario è stato quello del senatore Josh Hawley, repubblicano del Missouri.
Nella giornata di ieri con un voto netto (58,8% contro e 41,2% a favore con il 95% dei voti conteggiati), gli elettori del Kansas (uno Stato a maggioranza conservatore) hanno respinto un emendamento costituzionale che, se fosse stato approvato, avrebbe eliminato le protezioni contro l'aborto. È la prima volta da quando la Corte Suprema ha rovesciato la sentenza Roe vs Wade che gli elettori di uno Stato americano si esprimono sull'aborto ed è significativo che proprio in uno Stato a maggioranza conservatrice, gli elettori si siano espressi in questo modo.
Situazione diversa in Indiana, dove il governatore Eric Holcomb ha firmato una legge che vieta la maggior parte degli aborti: è il primo Stato ad approvare una legge restrittiva dopo la cancellazione della sentenza Roe v. Wade all'inizio dell'estate
Gli Stati Uniti hanno ucciso dopo un attacco con drone contro una casa in quartiere di Kabul nel corso del fine settimana il leader di Al Qaeda e successore di Osama Bin Laden, Ayman Al-Zawahiri. Quest’ultimo era rimasto il simbolo internazionale visibile del gruppo, 11 anni dopo che gli Stati Uniti avevano ucciso il leader storico Osama Bin Laden.
Per la prima volta dal novembre 2021, la media sondaggi di FiveThirtyEight sul generic ballot vede i Democratici in vantaggio sui Repubblicani, seppur di solo +0.1. Si tratta di un piccolo segno politico che mostra come il clima stia mutando leggermente a favore del partito attualmente in maggioranza, anche se con questi numeri è comunque difficile pensare di poter mantenere il controllo della Camera dei Rappresentanti.
In settimana si sono tenute una serie di elezioni primarie: da segnalare alcuni risultati particolarmente favorevoli all’ex presidente Donald Trump, come il successo a sorpresa di Kari Lake contro Karrin Taylor Robson in Arizona.