Il punto sulla sfida al Senato nel 2022
Il punto sulla sfida al Senato nel 2022
Quello in corso, dal punto di vista elettorale, sarà un anno cruciale per la vita politica americana: nel prossimo novembre, infatti, si terranno le midterm che porteranno al rinnovamento di un terzo dei seggi al Senato e dell'intera Camera dei Rappresentanti. Come sottolineato più volte nei vari numeri di questa newsletter, la situazione non appare al momento rassicurante per il presidente uscente Joe Biden che, stando agli attuali sondaggi, potrebbe perdere la maggioranza in entrambi i rami del Congresso, vedendo di fatto preclusa la possibilità di portare avanti un'agenda legislativa rinnovatrice.
Già diversi mesi fa avevamo tracciato un punto sulla situazione in vista delle elezioni, evidenziando quali avrebbero potuto essere le gare decisive per assegnare all'uno o all'altro partito la maggioranza. Può essere utile tornare sul tema visto le grandi variazioni avvenute nella seconda metà del 2021, che hanno fatto calare le possibilità per i democratici di mantenere il Congresso. Allora avevamo, infatti, paventato addirittura la possibilità di un allargamento del margine nella Upper House, cosa che oggi appare più complessa.
Tornare sulle sfide del Senato, però, può essere utile anche perché nel frattempo il quadro si è maggiormente delineato, chiarendo quali saranno le sfide nelle primarie che assegneranno le nomination nei due partiti. In questo numero analizzeremo esclusivamente gli stati in bilico, partendo dalla Pennsylvania, inizialmente finita al centro delle attenzioni in quanto considerata fra i target principali per il Partito Democratico, vista la mancata candidatura del senatore repubblicano Pat Toomey. Nelle primarie la sfida è molto aperta, dato che sono ben tre i candidati raccolti in pochi punti. Si tratta di John Fetterman, progressista inizialmente considerato il frontrunner e ancora in cima alle raccolte fondi, il moderato Conor Lamb (che nelle ultime settimane è riuscito ad ottenere alcuni endorsement importanti nel mondo del sindacato) e, un po' a sorpresa, il progressista Malcolm Kenyatta. In casa repubblicana il favorito appare David McCormick, ex sottosegretario al Tesoro durante l'amministrazione Bush, che si giocherà la nomination con il personaggio televisivo Mehmet Oz, che negli ultimi mesi ha fatto discutere sulle sue posizioni antiscientifiche a riguardo del Covid.
Difficile fare previsioni nello stato in vista delle elezioni di novembre, anche se una vittoria democratica appare meno scontata di quanto poteva sembrare qualche settimana fa. Un discorso simile si può fare anche in Georgia, dove vi è un senatore uscente Raphael Warnock, che ha ottenuto il seggio nelle special election del 2020 ed ora è a caccia di un mandato completo di sei anni. La raccolta fondi del candidato, che negli indici di gradimento supera notevolmente Joe Biden, sta andando molto bene (quasi 10 milioni di dollari raccolti nell'ultimo quarto del 2021) portandolo quasi a doppiare il suo probabile sfidante, l'ex star di football americano Herschel Walker. I sondaggi mostrano un quadro molto incerto, con i prossimi mesi che potrebbero essere decisivi per fare pendere l'ago da una parte o dall'altra: i democratici hanno ottenuto una sorprendente vittoria nelle presidenziali del 2020, ma confermarsi in un anno che potrebbe vedere una "Red wave" non sarà scontato, ed infatti non mancano i sondaggi che indicano Walker avanti.
Qualcosa di simile è avvenuto anche in Arizona, che ha in comune con la Georgia l'ottima performance nella raccolta fondi del candidato democratico uscente Mark Kelly, in grado di raccogliere 9 milioni di euro. Nel partito repubblicano, invece, è particolarmente accesa la sfida per la nomination, dove il moderato Mark Brnovich sembra aver guadagnato terreno rispetto al trumpiano Blake Masters. Negli ultimi sondaggi l'unica sfida competitiva appare quella fra Kelly e Brnovich (secondo Data For Progress il primo è avanti di due punti), mentre con qualsiasi altro avversario il candidato democratico avrebbe vita relativamente facile. Inevitabilmente, dunque, l'elezione è classificata come toss-up, con entrambi i partiti che hanno legittime aspirazioni di vittoria.
Da tenere d'occhio anche la sfida in Nevada, dove sia Donald Trump che Mitch McConnel hanno raggiunto un accordo per appoggiare l'ex Attorney General dello stato Adam Laxalt, nel tentativo di scalzare la senatrice democratica uscente Catherine Cortez-Masto, che in ogni caso al momento appare in vantaggio. Nonostante questa unità di intenti, nella raccolta fondi a sorpresa si registra l'ottimo risultato di Sam Brown, che ha quasi eguagliato il candidato appoggiato dal partito.
I quattro sopracitati sono gli stati considerati come toss-up dalla maggioranza degli istituti di rating, anche se bisognerà tenere sott'occhio anche altre sfide, come ad esempio quella in North Carolina, dove il senatore uscente, il repubblicano Richard Burr, ha scelto di non ricandidarsi. Nei repubblicani, che appaiono senza dubbio favoriti, sono diverse le figure in campo, e vanno dall'ex deputato Mark Walker a Tedd Budd, appoggiato da Donald Trump, passando per Pat McCrory e Marjorie K. Eastman, anche se nessuno ha spiccato nella raccolta fondi.
Particolarmente interessanti anche le sfide in New Hampshire e Florida, anche se difficilmente queste vedranno vittorie diverse da quella della democratica Maggie Hassan nel primo caso e del repubblicano Marco Rubio nel secondo, nonostante l'importante candidatura di Val Demings nelle file democratiche. In Wisconsin tutto fa pensare ad una vittoria del senatore uscente Ron Johnson, che dopo una iniziale esitazione ha scelto infine di scendere in campo per cercare un nuovo mandato
Le altre notizie della settimana
Proseguono i colloqui fra i repubblicani e i democratici per evitare uno shutdown, dato che per il prossimo 18 febbraio è fissata la deadline per l'approvazione di un pacchetto globale di stanziamenti annuali per l'anno fiscale 2022.
Se questo non avvenisse, Biden dovrebbe limitarsi ad una misura di finanziamento provvisoria, rinunciando di fatto a imprimere le proprie modifiche sugli stanziamenti di denaro. Lo stallo, nelle discussioni fra i due partiti, riguarda principalmente la quota di finanziamenti da riservare alle spese militari.
Donald Trump ha affermato che prenderebbe in considerazione la possibilità di perdonare gli accusati dell'attacco al Campidoglio del 6 gennaio nel caso in cui dovesse diventare il nuovo presidente. Una decisione che ha trovato la forte ostilità del leader repubblicano al Senato Mitch McConnell, dichiaratosi contrario all'abbreviazione delle pene per i colpevoli. Anche l'ex vicepresidente Mike Pence è intervenuto per rigettare le false accuse di brogli elettorali.
Gli ultimi dati dell'occupazione sono piuttosto buoni e superiori rispetto alle previsioni, basse in virtù dei timori dovuti alla variante Omicron. I nuovi posti di lavoro aggiunti a gennaio sono stati 467.000, che fanno alzare la percentuale di occupati dello 0.1%.
Gli Stati Uniti hanno ucciso Abu Ibrahim Al-Hashimi Al-Qurayshi, il nuovo leader dell’ISIS dopo la morte di Al Baghdadi. A confermarlo è stata la stessa Casa Bianca, citando fonti che affermano come Al-Qurayshi si sia fatto esplodere per non essere catturato. Le vittime civili sono almeno 13, fra cui 6 tra donne e bambini.
Al momento non è molto alta la fiducia degli americani nei confronti dei leader politici. Un sondaggio rivela infatti come il 55% degli statunitensi sarebbe contrario sia alla candidatura di Joe Biden che di Donald Trump in vista delle presidenziali del 2024.
Nei primi numeri di questa newsletter abbiamo parlato più volte delle fratture interne al Partito Repubblicano, in particolar modo per quanto riguarda le posizioni intorno a Donald Trump. L'RNC (l'organo centrale del partito) ha emesso infatti una mozione di censura nei confronti di Liz Cheney e Adam Kinzinger, i due membri del partito che stanno partecipando alla commissione d'inchiesta sull'assalto al Congresso avvenuto il 6 gennaio del 2021.
In un intervento effettuato in quel di New York, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha promesso di rafforzare l'impegno contro la criminalità, rispondendo anche alle richieste rivolte in tal senso dal sindaco della Grande Mela Eric Adams. "Non lasceremo la città in mano ai delinquenti", ha tuonato l'inquilino della Casa Bianca.
Fra gli impegni assunti dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, c'è anche quello contro il cancro. È stato infatti presentato un piano che punta a dimezzare la mortalità entro i prossimi 25 anni.
Un gruppo di senatori democratici, in particolar modo Angus King (I-Maine), Amy Klobuchar (D-Minn.) e Dick Durbin (D-Ill.) del Senato ha presentato ieri una proposta di legge per riformare l'Electoral Count Act del 1887, dopo le recenti polemiche sulle frasi dell'ex Presidente Donald J. Trump sulla "mancanza di volontà" del suo ex Vicepresidente Mike Pence di "ribaltare il risultato" delle elezioni 2020.
La nuova proposta punta ad aumentare il numero di deputati e senatori che devono sostenere un'obiezione al risultato elettorale di uno Stato, prima che entrambe le Camere debbano votarla. Attualmente, è sufficiente un solo membro della Camera e del Senato per contestare il risultato di una elezione; la nuova proposta di legge aumenta questa soglia ad un terzo di entrambe le Camere del Congresso. La proposta di legge prevede, inoltre, l'aumento della soglia per sostenere l'obiezione da una maggioranza semplice in entrambe le Camere a quella di tre quinti in entrambe le Camere del Congresso.
La nuova mappa dei distretti congressuali della North Carolina che avvantaggiava i Repubblicani non rispetta la costituzione. Questo è quanto ha deciso la Corte Suprema dello Stato, a maggioranza liberal.
I distretti erano stati disegnati dai Repubblicani, che controllano il parlamento statale, per fargli vincere undici dei quattordici distretti dello Stato nonostante complessivamente abbiano un piccolo vantaggio sui Democratici a livello statale. Questa pratica è nota come gerrymandering.
Stando a quanto riportato dal Washington Post, l'intelligence americana avrebbe ottenuto le prove di un possibile piano russo per creare un causus belli per fare scoppiare il conflitto con l'Ucraina. Nel mentre il presidente francese Emmanuel Macron si sta impegnando per stemperare la tensione fra il fronte occidentale e il paese guidato da Vladimir Putin, tenendo vari incontri per evitare una escalation.
Per questa settimana è tutto. Grazie di averci letto. Se la newsletter ti è piaciuta condividila.
Ci trovi anche su