Il Senato accelera sul piano per le infrastrutture
Il piano sulle infrastrutture, la crisi cubana, la fuga dei democratici texani dal Texas e le altre notizie della settimana
Il Senato accelera sul piano per le infrastrutture
Sono ormai diverse settimane che parliamo delle trattative, sia interne al Partito Democratico che fra entrambe le fazioni politiche, intorno al piano infrastrutturale portato avanti da Joe Biden. Di fatto non potrebbe essere altrimenti, dato che si tratta dell'elemento centrale nella nuova amministrazione ed il punto su cui la Casa Bianca ha focalizzato la sua agenda politica. Da tempo democratici e repubblicani stanno lavorando ad un accordo bipartisan che permetta ad alcuni esponenti del GOP di votare almeno una parte del pacchetto superando il filibuster, con le restanti misure che verrebbero approvate senza il supporto dell’opposizione attraverso la procedura della budget reconciliation.
In settimana, il leader di maggioranza al Senato Chuck Schumer (D-N.Y.), ha scelto di accelerare i tempi, programmando per il prossimo mercoledì il primo voto procedurale in aula.
Questo mentre le trattative fra le parti procedono lentamente: dopo il primo accordo annunciato ormai qualche settimana fa, restano alcune distanze specialmente per quanto concerne il tema delle coperture. Quali i temi divisivi? Al momento si discute a riguardo della possibilità di coprire parte delle spese aumentando i fondi per l'Internal Revenue Service, in modo da rafforzare la lotta all'evasione fiscale, idea che però non piace a diversi repubblicani.
Il senatore repubblicano Mike Rounds, uno dei membri del gruppo bipartisan che sta lavorando all'accordo, ha infatti affermato: "Noi vogliamo che i cittadini pagano quanto devono, ma non abbiamo bisogno di stressarli".
Un possibile compromesso sarebbe quella di non eliminarla del tutto, ma ridurre i fondi riservati a questo strumento cercando coperture altrove. L'accelerazione di Schumer, però, restringe i tempi per trovare l'accordo. In ogni caso, anche se dovesse essere raggiunta un'intesa, serviranno diversi giorni prima che il Congressional Budget Office dia il via libera definitivo, passaggio richiesto da molti repubblicani.
I voti della prossima settimana, in ogni caso, sono procedurali: un principio di accordo potrebbe evitare un voto contrario da parte di diversi esponenti repubblicani, che avrebbe effetti assolutamente negativi circa la possibilità di portare avanti un accordo fra i due partiti.
Diverso il discorso relativo alla proposta da 3.5 mila miliardi di euro, che dovrebbe contenere le parti più controverse su cui non si è trovato un accordo. In questo saranno incluse diverse priorità per i democratici, che vanno dall'aumento della spesa sociale sino alle misure contro il clima, finanziate con ogni probabilità grazie ad un aumento delle tasse sulle fasce più ricche della popolazione.
In quest'ottica è stata molto importante l'apertura fatta dal senatore della West Virginia Joe Manchin, che insieme a Krysten Sinema dell'Arizona è il più moderato fra i dem, meno propenso a votare le parte delle policy proposte dall'ala progressista del partito.
Per far passare la proposta, infatti, servirà il supporto di tutti e cinquanta i democratici, anche perché intervistato da Fox News il leader dei repubblicani Mitch McConnell ha chiarito che nessun membro del GOP voterà il secondo pacchetto, quello più oneroso.
Questa misura, comunque, presenta ancora alcune incognite ben presentate dal sito The Hill. La prima riguarda le politiche specifiche che saranno contenute, con alcune divergenze sorte all'interno del partito, dato che ciascuno dei rappresentanti ha il suo elenco di priorità. L'ultima proposta, ad esempio, è quella di inserire una misura per la legalizzazione dei Dreamers, già appoggiata dal presidente Biden. Le misure che passano con la budget reconciliation, però, devono riguardare esclusivamente le questioni di bilancio, ed è incetta una eventuale approvazione da parte dell'organo regolatore.
Un'altra incognita riguarda l'entità dell'aumento delle tasse: Biden ha promesso di non imporre alcun incremento sui redditi inferiori a 400.000 euro, ma sulla percentuale esistono divergenze fra la Casa Bianca ed alcuni senatori più moderati come Joe Manchin.
Il dibattito americano dopo le proteste a Cuba
In questi giorni in quel di Cuba stanno andando in scena alcune proteste contro il regime che regge la piccola isola.
Joe Biden ha espresso solidarietà al popolo sceso in piazza, definendo il comunismo un sistema fallito ed attaccando anche il socialismo. Nonostante il sindaco repubblicano di Miami abbia chiesto un intervento militare (in Florida è molto forte il sentimento contrario al governo cubano per la presenza di molti esuli), al momento non sono chiare le mosse che intraprenderà la Casa Bianca.
Questo anche perché non vogliono essere compiute azioni che possano suscitare un sentimento di orgoglio nazionale nell'isola, che potrebbe aiutare indirettamente le autorità locali. Le possibilità al vaglio riguardano soprattutto la possibilità di aiuti indiretti e di strumenti che aumentano la copertura internet, per aiutare i manifestanti.
Anche la deputata Alexandra Ocasio-Cortez ha espresso solidarietà per i manifestanti, chiedendo però di rivedere la posizione americana sull'embargo. La crisi economica dell'isola, infatti, è dovuta in gran parte proprio all'embargo americano che tiene isolata Cuba dai commerci internazionali.


La mossa dei democratici texani per stoppare la legge sulle restrizioni al voto
Con una mossa (quasi) senza precedenti, i democratici presenti alla Camera del Texas stanno provando a stoppare il piano dei repubblicani per attuare una serie di restrizioni al voto: nello specifico, questa eliminerebbe i Drive-thru ed imporrebbe l’inserimento del numero di patente o del Social Security number per votare via mail. Si tratta di ulteriori limitazioni al voto a distanza, accusa il partito di opposizione, che già nello stato è riservato solamente ad alcune categorie, come anziani e fragili.
Si tratta dell’ennesima mossa portata avanti dai repubblicani per rendere più difficoltoso il voto via posta, largamente usato in tutta la nazione. La motivazione riguarda appunto la necessità di rendere più sicuro l’intero processo elettorale, ma diversi osservatori hanno evidenziato come questi tentativi rischino di svantaggiare quasi esclusivamente i democratici, che nell’ultima tornata hanno espresso la stragrande maggioranza dei voti arrivati via posta.
Questo soprattutto in seguito alle accuse di brogli elettorali successive alla vittoria di Joe Biden nelle elezioni dello scorso anno, per le quali però non è mai stata fornita alcuna prova, con tutte le audizioni che hanno di fatto confermato la regolarità del processo di voto.
Per stoppare la legge, i democratici hanno dato vita ad un vero e proprio “sciopero”: per far mancare il quorum ed impedire la votazione nella Special Session imposta dal governatore Abott, gli eletti hanno deciso infatti di lasciare lo stato per recarsi a Washington DC, nel tentativo di dare rilevanza nazionale al loro gesto.
Questa mossa ha suscitato la rabbia del governatore, che ha affermato di voler continuare a convocare la Camera finché la legge non sarà approvata. La fuga dallo stato deriva dalla volontà di evitare conseguenze legali, e soprattutto per impedire alle autorità (che non hanno alcuna giurisdizione al di fuori del Texas) di riportare i deputati all’interno del Congresso con la forza. Lo stesso Abott, inoltre, ha minacciato l’arresto nel caso in cui i democratici non dovessero tornare per svolgere il loro lavoro.

Le altre notizie della settimana
Il dilagare della variante Delta preoccupa gli Stati Uniti, dove i contagi da Covid-19 sono tornati a crescere, specialmente in quelle zone dove il tasso di vaccinazione è molto basso. In alcune aree del paese, come nella contea di Los Angeles, è stato ripristinato l’obbligo di mascherina al chiuso.
Secondo alcuni strateghi in casa democratica, il silenzio di Joe Biden intorno al tema del filibuster rischia di essere la prima vera pietra d’inciampo nel suo rapporto con il partito, dopo il grande feeling mostrato anche con l’area più progressista nei primi mesi di presidenza.
Un giudice federale del Texas ha imposto lo stop al Deferred Action for Childhood (Daca), uno strumento pensato da Barack Obama che garantisce un permesso di residenza e lavoro ai giovani arrivati illegalmente in Usa a seguito dei loro genitori, i “dreamers”. Biden ha già annunciato la volontà di impugnare questa decisione.
In un intervento tenuto venerdì, Joe Biden ha attaccato la disinformazione che ruota intorno al virus ed ai vaccini sui social media. "Stanno uccidendo le persone", ha detto Biden quando gli è stato chiesto cosa ne pensasse sei messaggi fuorvianti e di disinformazione che girano sui social media in merito ai vaccini contro la Covid-19. "L'unica pandemia che abbiamo è tra i non vaccinati, ed è che sta uccidendo le persone”.
I funzionari elettorali dell'Arizona hanno identificato meno di 182 casi di potenziali frodi elettorali su oltre 3,4 milioni di voti espressi alle elezioni presidenziali dello scorso anno, cioè lo 0,005%.
Questi 182 casi saranno investigati più nel dettaglio; si tratta principalmente di persone che hanno tentato di votare per un parente morto o di farlo due volte. Finora solo quattro persone sono state accusate (due elettori Dem e due del GOP) e nessuno è ancora stato condannato.
Buoni risultati nella raccolta fondi per quei repubblicani che nello scorso mese di gennaio avevano scelto di rompere con la linea del partito e votare a favore del secondo impeachment nei confronti dell’ex presidente Donald Trump.
L'ex Presidente Trump ha negato, in una dichiarazione resa nota ieri, di aver mai minacciato o parlato di prendere parte a un colpo di Stato dopo la sua sconfitta elettorale, aggiungendo che in tal caso comunque il capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate, il generale Mark Milley, sarebbe stata una delle ultime persone a cui avrebbe chiesto di prenderne parte.
Trump ha risposto in questo modo alle rivelazioni basate sugli estratti del libro "I Alone Can Fix It", dei giornalisti del Washington Post Carol Leonnig e Philip Rucker, che uscirà martedì prossimo. Nel libro si afferma che Milley ed altri erano preoccupati che Trump avrebbe tentato di organizzare un colpo di Stato per rimanere al potere dopo la sua sconfitta elettorale, e che Milley abbia persino di questa possibilità con i suoi vice.
Nel corso della giornata di ieri il Senato ha approvato all'unanimità un disegno di legge che vieterà l'importazione di tutte le merci prodotte nello Xinjiang, in Cina, a causa del lavoro forzato e del genocidio degli uiguri e di altre minoranze nella regione. I repubblicani alla Camera, però, sono pronti a presentare una loro controproposta in contrasto con quella democratica.
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