Il viaggio di Biden in Medio Oriente
Questa settimana il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha effettuato un importante viaggio internazionale, in cui ha visitato Israele e Arabia Saudita
Il viaggio di Biden in Medio Oriente
In settimana il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tenuto un importante viaggio in Medio Oriente, nel quale l’inquilino della Casa Bianca ha incontrato le autorità israeliane, palestinesi e saudite. L’aspetto forse più interessante riguarda il faccia a faccia avuto con le autorità dell’Arabia Saudita, che rappresenta un cambio di passo rispetto alle promesse fatte durante la campagna elettorale del 2020.
Biden aveva infatti promesso di “riportare i diritti umani in cima all’agenda statunitense” e di considerare la casa regnante in Arabia Saudita alla stregua dei “pariah”. Per questa ragione, quando era stato annunciato l’incontro con il principe ereditario Mohammed bin Salman (dagli Stati Uniti ritenuto il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi) diversi esponenti del Partito Democratico e del mondo dell’informazione avevano rivolto critiche nei confronti del presidente.
Queste sono state alimentate anche dall’immagine, diventata presto virale, del pugno con cui Biden ha salutato il principe ereditario, un gesto definito “vergognoso” dall’editore del Washington Post Fred Ryan. Il presidente americano ha in ogni caso dichiarato: “Ho detto chiaramente che un presidente americano non può tacere sulla questione dei diritti umani, mi batterò sempre per difendere i nostri valori”, affermando di aver sollevato la questione Khashoggi durante il summit.
Nel complesso l’incontro si è concluso senza immediati passi avanti sulla questione del petrolio. All’inizio del suo mandato Biden aveva lasciato il Medio Oriente più in secondo piano rispetto all’area dell’Indo-Pacifico ed alle necessità di contenere l’espansione cinese, ma l’invasione dell’Ucraina operata dalla Russia ha portato ad un cambio di priorità. In una lettera pubblicata prima del viaggio sul Washington Post, del resto, il presidente aveva affermato che l’obiettivo era quello di mantenere le relazioni con un partner strategico, per arrivare anche ad un aumento della produzione petrolifera.
Su questo punto di vista, un’intesa che potesse portare frutti nel breve termine non è stata raggiunta, ma la Casa Bianca ha espresso ottimismo sul fatto che le nazioni produttrici di petrolio avrebbero attuato misure per aumentare l’offerta nei prossimi mesi. In quest’ottica ad agosto dovrebbe esserci una riunione dei paesi dell’OPEC, che l’intelligence americana ritiene cruciale per arrivare a concreti passi avanti.
Il viaggio in Medio Oriente è stato importante anche per il lavoro di normalizzazione dei rapporti fra Israele e Arabia Saudita. Particolarmente significativo e dal profondo valore simbolico è stato il volo diretto fra i due paesi effettuato da Biden, il primo a percorrere questa tratta, in un gesto che potrebbe portare ad una più importante apertura delle comunicazioni aeree fra i due paesi (che ufficialmente non hanno relazioni diplomatiche). Parlando ai giornalisti, Biden ha affermato: “Questo è il primo passo tangibile sulla strada della normalizzazione dei rapporti fra i paesi”.
Visitando Israele, poi, Biden ha affermato di essere un fervido sostenitore degli Accordi di Abramo (firmati da Donald Trump, hanno portato alla normalizzazione dei rapporti fra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrain) che spera di allargare anche ad altre nazioni del mondo arabo. Durante i colloqui sono state fatte anche aperture verso la Palestina, con il presidente che ha annunciato di aver destinato 200 milioni di dollari all'agenzia per i profughi Unrwa e altri 100 milioni di dollari per la rete sanitaria palestinese di Gerusalemme Est.
“Il popolo palestinese ha diritto ad uno Stato indipendente, sovrano e dotato di continuità territoriale", ha dichiarato Biden. "Mi rendo conto che l'obiettivo dei Due Stati appaia remoto quando sono in essere situazioni indegne come restrizioni agli spostamenti, ma questa visita rappresenta l’inizio di un dialogo nuovo e rafforzato fra Stati Uniti e palestinesi”.
Fra gli altri annunci importanti fatti dal presidente Biden, vi sono anche un miliardo di dollari in aiuti per la sicurezza alimentare in Medio Oriente e Nord Africa, nonché 3 miliardi di dollari da stanziare insieme ai paesi del Golfo nei prossimi due anni in progetti in linea con le infrastrutture e gli investimenti globali.
Il presidente ha affermato che gli Stati Uniti si concentreranno sul sostegno ai paesi "che aderiscono a un ordine internazionale basato su regole", incluso l'aiutare quei paesi a difendersi dalle minacce straniere. Biden ha parlato anche dell'importanza di proteggere la "libertà di navigazione" attraverso i corsi d'acqua in Medio Oriente, snodo importante per i traffici commerciali della zona.
Biden ha affermato anche che gli Stati Uniti "lavoreranno per ridurre le tensioni, avviare una de-escalation e porre fine ai conflitti ove possibile". Biden ha tenuto diversi incontri bilaterali con i leader dell'Iraq, dell'Egitto e degli Emirati Arabi Uniti e ha partecipato sabato a un vertice del GCC+ 3
Restano in piedi le discussioni su un pacchetto di spesa climatica e sociale
Fra le questioni di politica interna di cui si sta dibattendo nelle ultime settimane, c’è anche la possibilità di ravvivare l’agenda climatica e sociale della presidenza. Da tempo, infatti, si registrano aperture di Joe Manchin circa la possibilità di approvare un piano che regali ai democratici almeno un parziale successo elettorale in vista delle prossime midterm election.
Questa settimana, parlando ad un programma radiofonico in West Virginia, infatti, Manchin ha affermato che ha bisogno di un po’ di tempo per capire se appoggiare una proposta democratica che alzerebbe le tasse sulle grandi corporation e investirebbe 300 miliardi di dollari in energia sostenibile.
L’aspetto importante che Manchin ha affermato di voler tenere in considerazione è il dato dell’inflazione di luglio: se i dati non dovessero essere troppo negativi, potrebbero aprirsi spiragli per l’approvazione.
Le altre notizie della settimana:
Nella giornata di domani inizierà il processo per “oltraggio al Congresso” ai danni di Stephen Bannon, l’ex consigliere di Trump. Potrebbe durare molto poco, con Bannon rischia da un minimo di 30 giorni ad un massimo di 2 anni di carcere.
Liz Cheney, la vicepresidente repubblicana della Commissione della Camera che indaga sugli eventi del 6 gennaio, ha dichiarato che l’ex presidente Trump ha tentato di contattare un testimone che stava parlando con la commissione che indaga sull'attacco al Campidoglio. "Dopo la nostra ultima udienza, l’ex Presidente Trump ha cercato di contattare un testimone nella nostra indagine, un testimone che non avete ancora visto in queste udienze", ha detto Cheney.
"Quella persona ha rifiutato di rispondere o di replicare alla chiamata di Trump e ha invece avvisato il suo avvocato della chiamata ricevuta. Il loro avvocato ci ha immediatamente avvisato". Cheney ha dichiarato martedì che il Dipartimento di Giustizia è stato informato di questo fatto per fare le sue valutazioni sulla possibile apertura di una indagine (la pressione sui testimoni è reato penale). "Prenderemo molto seriamente qualsiasi tentativo di influenzare la testimonianze", ha detto Cheney.
Nella giornata di venerdì la Camera dei Rappresentanti ha approvato una misura che si pone l’obiettivo di codificare in legge il diritto d’aborto, dopo la decisione della Corte Suprema che ha rovesciato la sentenza Roe vs. Wade. Ad opporsi tutti i repubblicani, nonché il democratico del Texas Henry Cuellar (da tempo convinto anti-abortista). La misura, comunque, non ha alcuna speranza di essere approvata anche al Senato.
La Camera dei Rappresentanti voterà presto anche una misura per vietare la vendita armi d’assalto. L'annuncio è arrivato venerdì mattina dal Jerold Nadler (D-N.Y.), presidente della commissione giudiziaria della Camera: anche questa misura, però, è destinata ad arenarsi nel Senato.
In settimana è uscito un sondaggio destinato a creare un pizzico di preoccupazione per Joe Biden, il cui tasso di approvazione è molto basso fra le nuove generazioni. Si tratta di un problema pesante, dal momento che i più giovani hanno rappresentato un bacino elettorale importante per l’inquilino della Casa Bianca.
Giovedì scorso la Camera ha approvato il disegno di legge annuale sulla politica di difesa che autorizza quasi 840 miliardi di dollari di spese per l'anno fiscale 2023, Trentanove democratici e 62 repubblicani hanno votato contro il provvedimento. Una versione separata del disegno di legge annuale sulla politica di difesa deve ancora essere presa in considerazione al Senato, quindi entrambe le versioni saranno tenute in considerazione prima dell’approvazione definitiva.
Il senatore del GOP James Lankford (Okla.) ha bloccato una richiesta di approvare all'unanimità un disegno di legge volto a proteggere i viaggi interstatali per l'aborto. La misura proteggerebbe anche gli operatori sanitari che forniscono aborti a pazienti fuori dallo stato.