La guerra di Trump alla magistratura
Dalle corti statali alla Corte Suprema: lo scontro si allarga su tutti i fronti
Venerdì scorso, agenti dell'F.B.I. hanno arrestato Hannah Dugan, giudice della Milwaukee County Circuit Court, per aver ostacolato un'operazione di immigrazione federale. Secondo l'accusa, la giudice avrebbe aiutato un immigrato irregolare, Eduardo Flores-Ruiz, a lasciare il tribunale attraverso un'uscita laterale, eludendo gli agenti che lo attendevano in corridoio con un mandato amministrativo di arresto.
La scena si è svolta durante un'udienza a Milwaukee, dove Flores-Ruiz era presente per rispondere di reati relativi alla violenza domestica. Il documento di accusa descrive un confronto teso: la giudice Dugan avrebbe mostrato “un atteggiamento visibilmente contrariato e conflittuale” nei confronti degli agenti di immigrazione, della D.E.A. e dell'F.B.I., chiedendo loro di parlare con il giudice capo del tribunale. Poco dopo, avrebbe condotto Flores-Ruiz fuori dall'aula tramite la porta della giuria, che dà accesso a un'area non pubblica. Scoperto mentre lasciava l'edificio, Flores-Ruiz è stato inseguito a piedi dagli agenti e infine arrestato.
La giudice è ora accusata di ostruzione di un procedimento federale e di aver nascosto un individuo per impedirne l'arresto. Dopo una breve apparizione davanti a un tribunale federale di Milwaukee, Dugan è stata rilasciata su parola. In una dichiarazione ufficiale, i suoi avvocati hanno affermato che “si difenderà con forza” e che la sua carriera è stata sempre dedicata “allo stato di diritto e ai principi del giusto processo”.
Chi è Hannah Dugan?
Dietro questa vicenda c'è una figura giudiziaria nota da decenni per il suo impegno sociale. Laureata nel 1987 alla University of Wisconsin Law School, Hannah Dugan ha dedicato la sua carriera a difendere i diritti delle persone più vulnerabili. Ha lavorato per Legal Action of Wisconsin, fornendo assistenza gratuita su questioni abitative, previdenziali e di sicurezza sociale. Successivamente, ha diretto Catholic Charities di Southeastern Wisconsin e ha servito nella Commissione Etica della contea di Milwaukee.
Dugan sembra godere anche di ampio sostegno: nel 2016 vinse nettamente contro un candidato sostenuto dall’allora governatore repubblicano Scott Walker e fu rieletta senza opposizione nel 2022. È conosciuta per aver difeso diritti civili storici, come la libertà di chiedere l'elemosina senza intimidazioni da parte della polizia, e per aver respinto cause legali avanzate dal Partito Repubblicano, come nel 2023, quando invalidò una loro contestazione contro iniziative locali per l'incremento del voto.
Molti colleghi la descrivono come una giudice equilibrata, attenta ai diritti dei meno rappresentati ma rigorosa nel rispetto della legge. “Non è una persona che si lascia sopraffare – è molto seria nel suo ruolo”, ha dichiarato Julius Kim, avvocato penalista di Milwaukee.
Uno scontro politico più ampio
Il caso di Dugan non è un episodio isolato: si inserisce nella strategia dell’amministrazione Trump di colpire duramente funzionari locali e giudici che non cooperano attivamente con l’immigrazione federale. L’arresto è stato presentato come un monito: chi intralcia l’azione del governo sarà punito. Pam Bondi, Attorney General, ha dichiarato su Fox News: “Non importa chi tu sia. Se ostacoli la giustizia, verrai perseguito”. Ma l'effetto domino è stato immediato: associazioni di avvocati parlano di “attacco frontale all’indipendenza della magistratura”, mentre manifestanti si sono riversati davanti al tribunale federale di Milwaukee con cartelli come “Hands off our judges”. Anche il sindaco della città e il governatore del Wisconsin Tony Evers hanno denunciato l'accaduto come “un pericoloso precedente”. Il timore, sempre più diffuso, è che si voglia costruire un clima di paura attorno ai tribunali locali, dissuadendo cittadini e funzionari dal collaborare liberamente con il sistema giudiziario.
E non è un caso isolato. In pochi mesi il secondo mandato di Trump ha già visto un’escalation senza precedenti di scontri con il sistema giudiziario. Sull’immigrazione, l’amministrazione ha rispolverato l’“Alien Enemies Act” del 1798 per espellere rapidamente stranieri accusati di crimini, salvo essere bloccata da un giudice federale e poi salvata, per ora, da una Corte Suprema spaccata sul filo di un voto. Ancora più ampio il terremoto sulla cittadinanza alla nascita: Trump ha tentato di riscrivere il 14° Emendamento con un ordine esecutivo, stoppato a catena da giudici federali a Washington, nel Maryland e nel New Hampshire, che hanno imposto un blocco nazionale.
La guerra legale si è accesa anche sui diritti civili: l’esclusione delle persone transgender dalle forze armate e il taglio dei fondi per l’affermazione di genere minorile sono stati respinti da tribunali federali, che hanno bollato le nuove misure come discriminatorie e “pericolose per la salute pubblica”. Sulle elezioni, Trump ha tentato di imporre nuovi requisiti di cittadinanza per gli elettori, ma è stato fermato da una sentenza tagliente che ha ribadito: “Il Presidente non può riscrivere le regole elettorali.” Anche sul fronte economico le corti sono intervenute: il tentativo di smantellare il Consumer Financial Protection Bureau è stato bloccato, così come i licenziamenti di massa nel personale federale – almeno fino a un intervento della Corte Suprema che, con una decisione tecnica, ha temporaneamente dato respiro all’amministrazione.
Non sono mancate tensioni anche con la Corte Suprema, che pure ha una maggioranza conservatrice. Qualche settimana fa il presidente John G. Roberts Jr., ha categoricamente respinto le richieste del presidente Donald Trump di sottoporre a impeachment i giudici federali che si oppongono alle iniziative della sua Amministrazione. La decisione è arrivata poche ore dopo che Trump aveva affermato sui social media che il giudice federale James E. Boasberg avrebbe dovuto essere sottoposto a impeachment per aver bloccato gli sforzi dell'Amministrazione Trump volti ad espellere migranti venezuelani senza un giusto processo.
Nel corso di questo mandato, inoltre, l’amministrazione Trump ha trasmesso una segnalazione per un potenziale procedimento penale contro la procuratrice generale dello Stato di New York, Letitia James, accusandola di presunta frode ipotecaria. Il provvedimento è stato denunciato dall’ufficio di James come un tentativo di “usare il governo federale come arma contro lo stato di diritto”, evidenziando lo scontro aperto tra il presidente e la magistratura statale newyorkese. La procuratrice generale aveva ottenuto in passato una condanna civile per frode nei confronti del presidente, delle sue aziende e di altri imputati, con una sentenza che impone un risarcimento di 464 milioni di dollari per pratiche commerciali giudicate fraudolente.
Le altre notizie della settimana
Dopo giorni di tensione, l'amministrazione Trump ha sospeso la revoca di migliaia di visti per studenti stranieri, annunciando una revisione delle procedure. La decisione, arrivata durante le udienze giudiziarie del 25 aprile, rappresenta un passo indietro rispetto alle misure adottate a marzo contro attivisti propalestinesi. Secondo l'AILA, circa 4.700 studenti erano stati colpiti da cancellazioni improvvise, spesso basate su infrazioni minori. Mentre alcuni dossier sono già stati riattivati, i casi politicamente più sensibili, come quello di Mahmoud Khalil e Rümeysa Öztürk, restano in sospeso.ù
Un recente sondaggio del Pew Research Center ha mostrato un significativo calo di fiducia degli americani nella gestione economica di Donald Trump, un ambito che, storicamente, è stato uno dei punti di forza della sua presidenza. Secondo i dati raccolti tra il 7 e il 13 aprile 2025, il 55% degli intervistati ha dichiarato di non avere fiducia nelle capacità del presidente di prendere buone decisioni economiche, il che rappresenta il valore più basso mai registrato dal Pew su questa tematica.
Le critiche sono particolarmente concentrate sulle politiche commerciali, tra cui l’imposizione di dazi che mirano a modificare l’equilibrio dell’economia globale. Solo il 36% degli intervistati ha approvato la gestione del commercio internazionale, un dato che evidenzia il crescente malcontento verso le scelte economiche del presidente. Questi risultati sono significativi se si considera che, fino a poco tempo fa, Trump godeva di un ampio consenso sul fronte economico, nonostante le numerose polemiche.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si sono incontrati brevemente il 26 aprile in Vaticano, durante i funerali di Papa Francesco. Zelensky ha parlato di un colloquio "ottimo" e ha auspicato “risultati concreti” riguardo a un cessate il fuoco completo e una pace duratura in Ucraina.
Questo faccia a faccia ha un significato particolare, dato che i due non si incontravano dal teso colloquio di febbraio alla Casa Bianca, quando Trump e il vicepresidente JD Vance avevano criticato Zelensky per una presunta mancanza di gratitudine verso l'assistenza americana. Il dialogo si inserisce in un contesto delicato: Trump sta infatti aumentando la pressione su Kyiv per accettare una proposta di pace che prevederebbe la formale accettazione dell'annessione russa della Crimea e il riconoscimento di fatto del controllo russo su altri territori occupati.
Il senatore democratico Dick Durbin dell'Illinois ha annunciato che non si ricandiderà nel 2026, chiudendo una carriera politica durata oltre quarant'anni. Attuale "whip" democratico e membro di rilievo di diverse commissioni al Senato, Durbin è noto per il suo impegno contro il fumo nei luoghi chiusi, per il DREAM Act e per le riforme alla giustizia penale come il First Step Act. Sebbene l'Illinois sia uno stato solidamente democratico, la sua uscita aprirà una competizione per il seggio. Storico alleato di Barack Obama, Durbin ha avuto un ruolo centrale nella politica progressista degli ultimi decenni.
Elon Musk ha annunciato che da maggio ridurrà il suo impegno nell’Amministrazione Trump per concentrarsi maggiormente su Tesla, dopo un primo trimestre 2025 disastroso, con profitti in calo del 71% e ricavi in calo del 9%. Musk ha riconosciuto che il suo coinvolgimento politico ha danneggiato l’immagine di Tesla, già colpita da incertezze sui dazi imposti dall'amministrazione. Nonostante il crollo azionario, Musk punta sul rilancio dell'azienda grazie all'espansione nel settore dei robotaxi e dei robot umanoidi, a partire da giugno ad Austin, Texas.