Le divisioni nel GOP e il programma politico in vista delle midterm
Le divisioni nel GOP e il programma politico in vista delle midterm
Manca meno di un anno prossime midterm election, cruciale appuntamento in programma martedì 8 novembre, data in cui si procederà al rinnovo della Camera dei Rappresentanti e di un terzo del Senato. I sondaggi, al momento, sono favorevoli al Partito Repubblicano: il tracker di FiveThirthyEight mostra come i favori degli americani pendano per il GOP.
Dati che sono in linea con i bassi indici di approvazione del quale gode al momento Joe Biden, costantemente negativi da diversi mesi. Con la polarizzazione attuale, del resto, neanche lo scoppio della guerra in Ucraina è riuscita a unificare gli Stati Uniti dietro il suo presidente ai livelli simili a quanto accaduto in passato, seppur la gestione della crisi riscuota approvazione anche in un Partito Repubblicano che in ogni caso non ha fatto a meno di evidenziare la debolezza inizialmente mostrata dall’inquilino della Casa Bianca.
Quello appena descritto apparirebbe come uno scenario assolutamente roseo per i repubblicani. Nonostante questo, però, nelle ultime settimane sono emerse alcune frizioni nella leadership che potrebbero minare l’unità di un partito che negli ultimi mesi ha attraversato momenti particolarmente turbolenti, con le mozioni di censura emesse nei confronti di esponenti di punta accusati di aver votato a favore dell’impeachment di Donald Trump.
Nelle ultime due settimane, infatti, si è vista crescere la polemica fra due esponenti di punta del partito: da un lato Mitch McConnel, numero uno della minoranza al Senato e destinato a diventare majority leader in caso di successo a novembre, dall’altro il senatore della Florida Rick Scott.
Quest’ultimo, nel mese di febbraio, aveva presentato una lista di undici proposte, che contenevano elementi come l'eliminazione dei discorsi sulla "critical face theory" dalle scuole, la ripresa della lotta alla criminalità, il completamento del muro al confine con il Messico, l'inserimento dei limiti di mandato per gli eletti, la limitazione delle misure di assistenza sociale, facendo sì che anche le fasce più deboli della popolazione paghino la loro quota di tasse.
Il tutto con l'aggiunta di alcuni punti cari alla base conservatrice come la limitazione del diritto all'aborto, il ban sportivo per le persone Transgender e il divieto della pornografia. Un'agenda che ha trovato la forte contrarietà di Mitch McConnel, che ha pubblicamente rigettato parte dei temi proposti.
"Lasciatemi dire cosa non farà parte della nostra agenda: sicuramente non qualcosa che aumenti le tasse su metà degli americani e abbatta la previdenza sociale e l'assistenza sanitaria", ha affermato infatti McConnel.
"Ho commesso un'eresia a Washington", ha affermato invece Scott in una lunga risposta pubblicata sul Washington Post, "sono al Senato da soli tre anni e ho pubblicato un piano in 11 punti con 128 idee su cosa dovrebbero fare i repubblicani una volta assunto il controllo del Congresso. Gli elettori ci chiedono un piano per salvare la nostra nazione. Non vedono alcun motivo nell'assumere il controllo del Congresso se vogliamo semplicemente tornare agli affari come al solito.
Stiamo perdendo questo paese. La sinistra militante ha preso il controllo del governo federale, dei media, della big tech, del mondo accademico, di Hollywood, del Partito Democratico, della maggior parte dei consigli di amministrazione delle aziende e persino di alcuni dei nostri massimi leader militari. Le élite che guidano la nostra nazione stanno lavorando duramente per ridefinire l'America e mettere a tacere i loro oppositori. Vogliono porre fine all'esperimento americano e sostituirlo con un'utopia socialista sveglia, e noi siamo seduti a guardarlo accadere".
Al netto di queste divisioni, in ogni caso, è possibile tracciare un bilancio di quella che potrà essere l’agenda politica repubblicana in vista delle elezioni di novembre? Lo scorso dicembre Mitch McConnel ha affermato che il GOP non intende presentare un programma ufficiale, ma dai punti sopracitati (particolarmente graditi ad una parte conservatrice) e dalle prese di posizione pubbliche fatte dagli esponenti del partito e dalla risposta che quest’ultimo ha preparato rispetto al discorso sullo Stato dell’Unione di Joe Biden è possibile individuare quantomeno alcune priorità.
Nel discorso tenuto da Kim Reynolds ci sono infatti alcuni punti di sicuro interesse in ottica elettorale, comprese le critiche all’amministrazione Biden colpevole di “aver riportato il paese agli anni Settanta”, a causa dell’inflazione rampante e della tensione internazionale. L’aver scelto la governatrice dell’Iowa evidenzia anche la volontà del partito di sottolineare una linea tenuta con coerenza per quanto riguarda la gestione della pandemia, dato che la Reynolds è stata fra le prime a riaprire le attività ed ha fronteggiato gli obblighi vaccinali e di mascherine.
Un tema fondamentale che potrebbe risultare cruciale in molti stati è quello che riguarda la “culture war”, che ha dimostrato di poter essere un tema delicato nelle ultime elezioni in Virginia. Il governatore Glenn Youngkin, infatti, ha centrato buona parte della sua campagna elettorale parlando contro l’indottrinamento degli studenti operato attraverso l’insegnamento della “critical race theory”, che dovrebbe servire per analizzare i meccanismi razzisti impliciti nella società americana, ma che dai repubblicani è stato visto come un tentativo di attacco all'identità bianca.
Il Congresso approva uno stanziamento per l'Ucraina
Nella giornata di mercoledì il Congresso ha approvato attraverso lo Ukraine Supplemental Appropriation Act, lo stanziamento di ben 13,6 miliardi in aiuti militari e umanitari all’Ucraina, cifra ben più alta rispetto ai circa 6 miliardi inizialmente richiesti dal Presidente Joe Biden.
Questi comprendono fra le altre cose 100 milioni di dollari per sovvenzioni Food for Peace a sostegno delle donazioni in natura di prodotti agricoli per l'assistenza alimentare all'Ucraina e ai rifugiati ucraini, fondi per aiutare il Dipartimento della Giustizia a proteggersi dagli attacchi informatici, più altri per garantire la difesa e le attività del commercio.
Lo stanziamento fa parte di un più ampio investimento da 1.5 trilioni di dollari posti per finanziare il bilancio statale ed evitare uno shutdown che sarebbe stato particolarmente dannoso per l'economia, approvato con i voti di 18 repubblicani, fra cui quello di Mitch McConnell.
Le altre notizie della settimana
Il senatore Lindsey Graham (SC), un influente repubblicano nella commissione giudiziaria del Senato, ha parlato della sua inclinazione a votare "no" sulla nomina del presidente Biden del giudice Ketanji Brown Jackson alla Corte Suprema, nonostante abbia votato l'anno scorso per confermarla alla DC Circuito Corte d'Appello.
Solo poche settimane fa Graham paventava la prospettiva di un grande voto bipartisan per confermare la prima donna di colore alla Corte Suprema se Biden avesse nominato il giudice distrettuale federale della Carolina del Sud J. Michelle Childs.
Il Presidente americano Joe Biden promette che gli Stati Uniti difenderanno qualsiasi centimetro di territorio di Paesi membri della NATO, ma non entreranno in guerra contro la Russia per l’Ucraina, altrimenti si scatenerebbe la terza guerra mondiale.
L'ex presidente Trump sta chiedendo ai suoi sostenitori di aiutare a finanziare il suo nuovo aereo privato "Trump Force One" pochi giorni dopo che il jet che lo portava a Mar-a-Lago ha dovuto fare un atterraggio di emergenza quando uno dei suoi motori ha smesso di funzionare.
Trump, attraverso il suo Save America PAC, ha inviato ai suoi sostenitori una e-mail intitolata "Update Trump Force One" in cui ha detto che "la mia squadra sta costruendo un nuovissimo Trump Force One" e chiedendo donazioni a questo proposito.
Vola l’inflazione negli Stati Uniti. A febbraio ha raggiunto il 7,9% su base annuale, e non è finita qui visto che l’invasione russa dell’Ucraina sta facendo salire ancora più verso l’alto i prezzi dell’energia peggiorando una situazione pre esistente già non semplice.
La Casa Bianca sta valutando l'allentamento delle sanzioni sul Venezuela in modo che possa iniziare a produrre più petrolio e venderlo sul mercato, per ridurre la dipendenza globale dal petrolio russo ed isolare la Russia da uno dei suoi principali alleati in Sud America.
Negli ultimi mesi Biden ha incaricato la sua amministrazione di trovare il modo di ridurre drasticamente la dipendenza del mondo dal petrolio e dal gas russo, che è diventato particolarmente urgente dopo l'invasione dell’Ucraina.
Allentare le sanzioni sul Venezuela è solo una delle idee che la Casa Bianca sta esplorando. I funzionari dell'amministrazione erano a Caracas durante il fine settimana per colloqui su questo argomento, anche se le discussioni sono ancora in una fase molto iniziale.