Le elezioni presidenziali stanno per cominciare
Nel numero di questa settimana parliamo delle prossime primarie in Iowa, che si terranno fra poco più di una settimana
Le elezioni presidenziali stanno per entrare nel vivo
Fra poco più di una settimana entrerà nel vivo la corsa che, nel prossimo novembre, porterà alla scelta del nuovo presidente degli Stati Uniti. Il 15 gennaio, infatti, si terranno in Iowa i caucus Repubblicani, che daranno il via al processo con il quale verrà nominato il candidato del GOP. Sarà il primo voto di questa tornata e riguarderà un solo Partito: anche i Democratici celebreranno infatti le loro primarie, ma la situazione in Iowa sarà particolare.
Al netto del fatto che la vittoria di Joe Biden non è affatto in discussione in virtù dell’assenza di altri candidati di peso, nei mesi scorsi si è generata un'accesa polemica sulla stessa collocazione della tornata nel calendario elettorale. Poco più di dodici mesi fa, infatti, all’interno dei Dem si era iniziato a parlare della possibilità di modificare il tradizionale calendario elettorale, sia a seguito del caos in Iowa avvenuto tre anni fa (dove i risultati si ebbero solamente dopo diversi giorni) sia per cominciare da territori che rispecchiano maggiormente la base elettorale del Partito.
A partire da questa decisione è iniziato un lungo braccio di ferro fra gli organi locali e il Democratic National Committee, che lo scorso 6 ottobre ha portato ad una decisione particolare: i caucus tenuti in presenza si svolgeranno lo stesso giorno del Partito Repubblicano, ma il voto proseguirà tramite posta fino all’inizio del mese di marzo, data in cui saranno rilasciati i risultati definitivi. L’ultimo sondaggio pubblicato, quello di Emerson College risalente alla metà dello scorso dicembre, vede Joe Biden avanti con il 69% delle preferenze, con un 24% di indecisi e i restanti elettori divisi fra Dean Phillips e Marianne Williamson.
Decisamente più importanti, in vista del risultato finale delle elezioni, saranno invece le votazioni riguardanti il Partito Repubblicano. Anzitutto va fatta prima una precisazione sulle differenze fra primarie e caucus. Le prime, infatti, funzionano bene o male con il meccanismo delle elezioni: le persone possono esprimere la propria preferenza tramite posta o presentarsi ai seggi e votare durante l'intera giornata elettorale. I caucus, invece, si tengono di sera e gli elettori devono partecipare di persona per poter votare, tranne in alcuni casi isolati.
Queste votazioni serviranno per scegliere il numero di delegati che ciascun candidato esprimerà nella convention che si terrà nell’agosto 2024 a Milwaukee, nella quale sarà ufficialmente indicato il nome di colui o colei che correrà per la presidenza. Nello specifico, i delegati dell’Iowa saranno quaranta (l’1.6% del totale) e verranno assegnati su base proporzionale in base ai risultati ottenuti senza alcuna soglia di sbarramento. Ma cosa dicono i sondaggi a pochi giorni dal voto?
Donald Trump detiene un vantaggio apparentemente insormontabile. L'ex presidente, secondo la media elaborata da FiveThirtyEight, ha il 50% dei consensi, in contrasto con il 18% del governatore Ron DeSantis e il 16% dell'ex ambasciatrice Nikki Haley. Trump è in vantaggio di almeno 25 punti percentuali anche in New Hampshire e South Carolina, i due successivi stati a votare. A livello nazionale, mantiene un vantaggio del 50% con il 62,1% dei consensi.
Questi numeri diventano ancora più significativi se li confrontiamo con il passato. Nessun candidato presidenziale nella storia ha perso la nomination pur essendo così avanti nei sondaggi nazionali in questa fase delle primarie. Qualsiasi candidato con oltre il 40% dei voti a questo punto delle primarie ha poi trionfato.
Biden ha accusato Trump di usare terminologia nazista
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha accusato Donald Trump di usare una terminologia da Germania nazista, dando il via alla sua campagna per la rielezione nel 2024 con un discorso che mette in guardia dalla minaccia alla democrazia rappresentata dal tycoon e dal suo movimento MAGA.
“[Trump] è disposto a sacrificare la nostra democrazia, pur di mettere se stesso al potere", ha detto il presidente democratico parlando del suo probabile rivale. Biden ha scelto un luogo simbolico per il suo discorso, quello vicino a Valley Forge, ovvero il sito storico dove George Washington raggruppò le forze americane durante la guerra d'indipendenza contro i britannici. Qui l'inquilino della Casa Bianca ha affermato che Trump, due volte imputato per questo motivo, non è riuscito a impedire l'assalto alla folla del Campidoglio nel 2021, ed ha accusato il tycoon e i suoi sostenitori di abbracciare ancora la violenza politica in vista del voto del 2024.
Le altre notizie della settimana:
Un sondaggio condotto da Washington Post-University of Maryland a distanza di tre anni dall’assalto al Congresso avvenuto il 6 gennaio 2021 ha rivelato come il 55% degli americani ritiene che l’evento abbia rappresentato una minaccia concreta per la democrazia americana. Per il 51%, inoltre, anche il presidente Trump, con le sue azioni, ha minacciato la tenuta delle istituzioni, mentre solo il 15% sostiene che l’abbia difesa.
Secondo una rilevazione di Suffolk University/USA Today, però, nel corso degli ultimi anni è diminuita la percentuale di quanti ritengono i rivoltosi dei “criminali”: nelle settimane successive all’attacco questi erano il 70%, mentre oggi sono solo il 48%.
La Corte Suprema ha accettato di considerare la legittimità della norma con cui lo stato del Colorado ha escluso l’ex presidente Donald Trump dalle schede elettorali per le prossime elezioni. Della vicenda abbiamo già parlato nell’ultimo numero della newsletter.
La Corte Suprema del Colorado aveva infatti deliberato come l'ex presidente non potesse essere candidabile in base al 14° emendamento, che proibisce la partecipazione alle elezioni a quelle persone che hanno giurato sulla Costituzione e poi partecipato in maniera attiva ad una insurrezione. Una decisione simile è stata presa anche dallo stato del Maine.
Claudine Gay ha presentato le sue dimissioni dalla carica di rettrice dell'Università di Harvard, in seguito a pesanti critiche riguardanti la sua presunta mancanza di impegno nella lotta all'antisemitismo nel campus e accuse di plagio.
Gay aveva partecipato a un'udienza alla Camera dei Rappresentanti, durante la quale si era rifiutata di dichiarare, sotto pressione della deputata repubblicana Elise Stefanik, se "l'appello al genocidio degli ebrei violasse le norme sulle molestie di Harvard", limitandosi a rispondere che "dipendeva dal contesto". Stefanik ha descritto le dimissioni come "molto tardive".
Nel corso della settimana un gruppo di Repubblicani, guidati dallo Speaker della Camera Mike Johnson, hanno tenuto un comizio al confine meridionale nei pressi dell’Eagle Pass, proprio nei giorni in cui il Congresso stava cercando di raggiungere un accordo sulla politica migratoria.
Lo Speaker Johnson ha sollecitato un ritorno alla politica trumpiana denominata “Remain in Mexico”, mentre il leader Democratico al Senato Chuck Schumer ha chiesto una soluzione di compromesso.