Le primarie del Partito Repubblicano sono già finite?
Nel numero di questa settimana parliamo dei risultati dei caucus dell'Iowa e delle primarie in New Hampshire
Le primarie del Partito Repubblicano sono già finite?
Nella giornata di lunedì è iniziato il processo elettorale che porterà alla scelta del candidato presidenziale del Partito Repubblicano. In Iowa si sono infatti tenuti i caucus del GOP, il cui funzionamento è stato spiegato nell'ultimo numero della nostra newsletter. Il risultato è stato quello ampiamente previsto alla vigilia da tutti i commentatori: Donald Trump ha vinto senza grossi problemi, con il 51 per cento dei voti. In seconda posizione, un po' a sorpresa, si è piazzato il governatore della Florida Ron DeSantis al 21.2, mentre Nikki Haley ha raccolto il 19.1.
L'elettorato di Trump conferma le tendenze del passato. Ha conquistato il 60 per cento delle aree a basso reddito, il 66 di quelle con pochi laureati e il 59 di quelle rurali, rappresentanti quasi il 40 per cento dell'elettorato. La sua vittoria è stata dunque schiacciante, avendo vinto 98 delle 99 contee al voto e superando di gran lunga la somma dei suoi due sfidanti: anche se questi ultimi si fossero coalizzati, dunque, difficilmente avrebbero potuto contendere il primo posto.
Sebbene l'attenzione ora si sposti sul New Hampshire, è facile prevedere che la contesa vera e propria sia già finita. Nikki Haley ha condotto tutta la campagna provando a coalizzare dietro di sé quegli elettori che non si riconoscevano nell'ex presidente, ma questo bacino di voti non è stato sufficiente per provare a insidiare la prima posizione. Ron DeSantis, invece, aveva puntato sull'Iowa, ma è stato sconfitto dal tycoon anche in quell'elettorato evangelico che si trova nella parte settentrionale dello stato e che sulla carta avrebbe dovuto essergli più vicino. Anche per questo Donald Trump ha fatto già un discorso da candidato in pectore, chiedendo l'unità del Partito e invitando di fatto gli altri candidati a schierarsi dietro di lui.
Se Vivek Ramaswamy (arrivato quarto con poco più del 7 per cento dei voti) si è ritirato, sia Nikki Haley che Ron DeSantis hanno invece espresso l'intenzione di proseguire la propria campagna elettorale (anche se per il secondo, proprio negli ultimi minuti, hanno iniziato a circolare voci su un possibile abbandono della corsa). Haley, invece, non è riuscita nell'obiettivo di finire seconda, ma spera di recuperare nel prossimo stato al voto, il New Hampshire, dove lo scenario dovrebbe apparire più favorevole.
Il secondo, qualora dovesse restare in corsa, punterà soprattutto sul South Carolina, ma lo scenario ormai è tutt'altro che favorevole, anche perché il suo messaggio molto conservatore ricalca politiche già portate avanti da Trump. In fin dei conti, come sottolineato in una nostra analisi, ciò che emerge da questi dati è che l’anima del GOP si identifica ancora con Donald Trump, oggi come nel 2020 e come nel 2016. Il cuore dell’elettorato conservatore non si è mosso, rimane indissolubilmente legato al leader che li ha guidati e trasformati in questi anni. Non vi è possibilità in questo momento di scalfire questo consenso, questo seguito in certi casi ‘cultistico’. Trump ha plasmato il Partito Repubblicano a sua immagine e somiglianza, e la maggioranza dell’elettorato lo segue, lo ammira, lo sostiene contro tutto e tutti.
Cosa attendersi ora
Come già sottolineato precedentemente, con la vittoria in Iowa Donald Trump ha posto una seria ipoteca sulla vittoria finale nelle primarie del Partito Repubblicano. A questo si aggiunge l’importante supporto che il tycoon sta avendo dagli stessi membri del GOP: dopo il voto di lunedì, ad esempio, l’ex candidato alla Casa Bianca Tim Scott ha scelto di schierarsi dietro il vincitore.
Dal momento che gli altri due candidati sono rimasti in corsa, però, l’attenzione si sposta inevitabilmente sul secondo stato al voto, il New Hampshire. A differenza dell’Iowa, dove la scelta si è tenuta tramite la formula dei caucus, qui si terranno le primarie aperte: si potrà votare recandosi alle urne, come avviene regolarmente nelle elezioni presidenziali. Gli elettori registrati nelle liste dei Democratici o dei Repubblicani potranno partecipare solo per le primarie del rispettivo partito, mentre gli Indipendenti o non affiliati potranno farlo per entrambi.
A differenza dell’Iowa, dove per una serie di motivi che abbiamo spiegato in altri numeri della nostra newsletter i Dem non hanno potuto esprimere la propria preferenza, in questo caso saranno entrambi i partiti a tenere le loro primarie. Nei Democratici, però, a causa di una controversia sulla posizione dello stato nel calendario elettorale, il presidente Biden non sarà sulla scheda, ma onde evitare rischi i suoi sostenitori hanno organizzato una campagna per il write-in, che negli Stati Uniti garantisce la possibilità di votare anche chi non è esplicitamente candidato scrivendone il nome.
Nel Partito Repubblicano, invece, sarà quasi un’ultima chiamata per Nikki Haley: per le caratteristiche dell’elettorato, lo stato potrebbe apparire più favorevole rispetto all’Iowa, ragion per cui la stessa candidata ha tenuto ben 49 eventi negli ultimi 35 giorni. Un buon risultato potrebbe dare una piccola spinta alla sua campagna elettorale, anche se al momento è inverosimile pensare che questo possa bastare per impensierire Trump.
Ma, a riguardo, cosa dicono i sondaggi? Una rilevazione del Saint Anselm Collage vede l’ex presidente saldamente in testa con il 52 per cento, mentre Nikki Haley segue in seconda posizione staccata di ben quattordici punti. Terzo è Ron DeSantis, che avrebbe appena il sei per cento delle preferenze. Saranno assegnati 22 delegati per la prossima convention, distribuiti in maniera proporzionale in base ai voti ottenuti fra quanti avranno superato la soglia del 10 per cento.
Visti gli scarsi risultati nei sondaggi, invece, Ron DeSantis ha dedicato poca attenzione a questo stato, spostando l’attenzione verso la South Carolina, più conservatrice e quindi maggiormente vicina alle sue politiche. Il governatore della Florida dovrebbe essere in questo secondo stato anche nel corso del weekend, proprio nei giorni precedenti al voto in New Hampshire. Come già sottolineato precedentemente, però, nelle prossime ore potrebbero esserci anche sviluppi differenti con il ritiro dalla corsa.
Le altre notizie della settimana:
Dal momento che i due partiti non sono riusciti a trovare un accordo bipartisan per finanziare l’anno fiscale, è stata approvata una proroga di bilancio che consentirà di evitare lo shutdown. In questo modo le attività federali saranno garantite fino ai primi giorni di marzo, data entro la quale andrà raggiunta la nuova intesa.
Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan e il Direttore dell'Intelligence Nazionale Avril Haines, hanno avvertito il Congresso che senza ulteriori aiuti militari, la Russia potrebbe vincere la guerra in Ucraina entro pochi mesi.
Sullivan ed Haines prevedono infatti che l'Ucraina esaurirà presto alcune capacità di difesa aerea e di artiglieria, rendendo così urgente la necessità di aiuti. Entrambi descrivono la situazione come "incredibilmente cruda", sottolineando l'urgenza di nuovi aiuti per la sopravvivenza dell'Ucraina. Biden ha già richiesto al Congresso di approvare ulteriori 60 miliardi di dollari in aiuti militari per l'Ucraina, parte di un pacchetto legislativo più ampio che include anche finanziamenti per Israele, Taiwan e la sicurezza dei confini degli USA.
L’House Majority Leader, il Repubblicano Steve Scalise, ha annunciato di aver raccolto più di 27 milioni di dollari per lo Scalise Leadership Fund 2024, che sarà destinato a supportare i membri del GOP che si candideranno alle elezioni per la Camera dei Rappresentanti.
Lo Speaker della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson ha preso parte alla March for Life contro l’aborto che si è tenuta venerdì. Il leader del Partito Repubblicano, nell’occasione, ha anche affermato: “Noi resteremo al fianco di ogni donna e di ogni bambino, possiamo costruire una cultura che protegge la vita”.