Le primarie più interessanti delle prossime midterm
Le primarie più interessanti delle prossime midterm
Questa settimana torniamo a parlare delle prossime midterm election, per soffermarci su quelle che si preannunciano come le primarie più interessanti in entrambi i partiti per decidere chi li rappresenterà nel voto di novembre.
In entrambe le fazioni queste corse serviranno inoltre per sondare meglio l'umore dell'elettorato. In casa repubblicana, infatti, sarà interessante valutare il grado di fedeltà della base nei confronti dell'ex presidente Trump, che ha scelto di appoggiare diversi candidati sfidando soprattutto i deputati uscenti che hanno votato a favore dell'impeachment. Fra le fila democratiche si riproporrà invece il confronto fra moderati e progressisti che ha caratterizzato le ultime tornate, anche se forse in maniera meno marcata rispetto al recente passato.
Cominciamo appunto con il Partito Democratico, che attualmente detiene la maggioranza. Se negli ultimi anni hanno fatto notizia le vittorie di esponenti progressisti contro deputati di lungo corso nel partito, questa volta si registra un tentativo opposto: sono, infatti, i moderati che stanno provando a sfidare alcuni candidati uscenti, accusando molti di loro di non essere in linea con i programmi democratici.
Fra questi rientra Steven Roberts, candidato nel primo distretto del Missouri per il seggio attualmente occupato da Cori Bush, che lui ha attaccato per alcune precedenti posizioni come quelle relative al taglio delle spese per la difesa. La campagna di Roberts, però, è minata dalle accuse di stupro fatte da una donna, momentaneamente negate dal candidato.
Anche nel sedicesimo distretto dello stato di New York un progressista deve fronteggiare una sfida contro il candidato moderato: si tratta di Jamaal Bowman, che affronterà le primarie in programma il prossimo 28 giugno contro Vedat Gashi. Particolarmente interessante è anche un'altra sfida che si terrà in North Carolina fra Nida Allam, che potrebbe diventare la prima donna musulmana ad essere eletta nello stato, e Clay Aiken, che sarebbe il primo gay a rappresentare uno stato del sud. Visto la natura del distretto, chi vincerà questo confronto non dovrebbe avere problemi il prossimo novembre.
Particolarmente accese sono alcune partite in casa repubblicana, dove come detto è attivo il confronto fra l'ala del partito maggiormente fedele all'ex presidente Donald Trump e quella che si riconosce nel più classico establishment del GOP. Una di queste è quella in programma il 17 maggio in North Carolina, dove il tycoon ha dato il suo appoggio per Madison Cawthorn, finito nella bufera per alcune dichiarazioni sull'uso di cocaina da parte di leader politici a Washington. Diversi esponenti del partito, di conseguenza, hanno optato per l'endorsement a favore del senatore statale Chuck Edwards.
In un seggio aperto in Alaska correrà invece Sarah Palin, una delle figure più note e controverse nel mondo conservatore, candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti nel 2008 al fianco di John McCain. In questo stato le primarie hanno un meccanismo particolare, perché possono partecipare gli esponenti di tutti i partiti con i primi due che accedono al secondo turno.
Sebbene al momento Sarah Palin guidi i sondaggi davanti all'indipendente Al Gross e al repubblicano Nick Begich, la sua elezione è tutt'altro che scontata, dal momento che quasi un cittadino su due sembra non gradire il suo profilo. Da guardare anche l'esito della primaria riguardante Liz Cheney, l'esponente repubblicana che più di tutti si è schierata contro Donald Trump lo scorso 6 gennaio, motivo per cui è stata sostituita nel ruolo di numero tre del partito alla Camera dei Repubblicani.
I nuovi aiuti economici di Biden all’Ucraina
Il presidente americano Joe Biden ha annunciato un altro pacchetto di aiuti militari all'Ucraina da 800 milioni di dollari, portando il totale della cifra spesa a partire dal 24 febbraio a circa 3,4 miliardi di dollari. L’inquilino della Casa Bianca ha affermato inoltre che il sostegno degli Stati Uniti ha già aiutato l'Ucraina a ottenere "una vittoria storica" nella "battaglia di Kiyv", ed ora servirà ottenere un successo anche in quella che sta diventando la "battaglia del Donbass".
Il nuovo pacchetto da 800 milioni di dollari include "decine" di sistemi di artiglieria howitzer (obici) e 144.000 munizioni per questi sistemi, così come droni tattici. Gli Stati Uniti stanno inoltre fornendo all'Ucraina informazioni di intelligence e facilitando il flusso di altre armi dai Paesi alleati della NATO in Europa all'Ucraina.
Biden ha anche annunciato un ulteriore pacchetto da 500 milioni di dollari in sostegno economico diretto al governo ucraino per aiutare a stabilizzare l'economia, pagare i lavoratori e far fronte alla distruzione nel Paese, annunciando di voler chiedere al Congresso l'autorizzazione per nuovi stanziamenti.
McCarthy rivela una dichiarazione di Trump dopo l’assalto al Congresso
Nelle ultime ore sono emersi alcuni audio pubblicati dal New York Times e risalenti a conversazioni interne al Partito Repubblicano nei giorni successivi all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, nel quale il leader del GOP alla Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy affermava di aver parlato con Donald Trump, in una conversazione in cui il tycoon riconosceva di avere alcune responsabilità nei fatti di Capitol Hill.
“Sono stato molto chiaro con il presidente: ha la responsabilità delle sue parole e azioni, senza se e senza ma", affermava infatti McCarthy alla conferenza repubblicana della Camera in una telefonata dell'11 gennaio 2021. "Gli ho chiesto personalmente oggi se ha la responsabilità per quello che è successo? Si sente male per quello che è successo? Mi ha detto che ha qualche responsabilità per quello che è successo e deve riconoscerlo”.
Donald Trump, dal canto suo, ha smentito la veridicità di tale dichiarazione, ma ha confermato la sua fiducia nei confronti di McCarthy: si tratta di un dato politico non di poco conto, dal momento che quest’ultimo da tempo prova a mostrarsi fedele all’ex presidente in virtù della sua possibile nomina a speaker della Camera dei Rappresentanti in caso di vittoria delle prossime midterm election.
DeSantis revoca le misure fiscali a favore della Disney
Il governatore della Florida Ron DeSantis, esponente di punta del Partito Repubblicano e considerato fra i papabili candidati alla presidenza nel 2024, ha revocato lo status fiscale speciale a favore della Disney, una mossa che da molti analisti è stata vista come una ritorsione per le critiche della società a una legge statale che proibisce le discussioni a riguardo dell’identità di genere e della sessualità nelle scuole.
La decisione ribalta un provvedimento in vigore da cinquantacinque anni e alza dunque il livello dello scontro fra il governatore e l’azienda. DeSantis in ogni caso ha giustificato la decisione dicendo di non volere che un’azienda goda di un trattamento fiscale di favore all’interno del suo stato, con gli esponenti della Disney che al momento hanno rifiutato di commentare questa scelta.
Le altre notizie della settimana
I lavoratori di una struttura di smistamento Amazon a Staten Island, nello stato di New York, lunedì inizieranno a votare per la sindacalizzazione, a meno di un mese da quando un magazzino nel distretto è diventato la prima sede statunitense del gigante dell'e-commerce a riconoscere un sindacato.
La commissione della Camera che indaga sull'attacco a Capitol Hill avvenuto il 6 gennaio 2021 ha accelerato la sua campagna legale contro l'ex capo di gabinetto di Trump Mark Meadows, chiedendo a un giudice di ordinargli di consegnare ulteriori documenti.
Nel frattempo l’esponente dell’ala destra del Partito Repubblicano Marjorie Taylor Greene (R-Ga.) è diventata il primo membro del Congresso a testimoniare sotto giuramento di fronte alla commissione. I legali di quest’ultima hanno inoltre affermato che i tentativi di non riconoscere la vittoria di Biden nelle elezioni del 2020 rappresentavano un “legittimo discorso politico”.
Nel numero di domenica scorsa avevamo parlato delle difficoltà fronteggiate da Biden nel revocare il Title42, la misura voluta da Trump che rendeva più semplici le espulsioni dal paese degli immigrati. Nelle ultime ore nove senatori democratici, infatti, hanno pubblicamente espresso preoccupazione per la possibile decisione, affermando che questo complicherebbe il loro percorso elettorale in vista delle midterm.
Barack Obama ha incolpato le società tecnologiche per non aver affrontato il problema della disinformazione che a detta dell’ex presidente "sta mettendo in mostra alcuni dei peggiori impulsi dell'umanità"
Anche il secondo grado di giudizio dello Stato di New York ha dichiarato incostituzionale la mappa congressuale dei democratici a causa del gerrymandering. Due giudici democratici hanno votato contro la mappa. Il caso passa all’ultimo grado di giudizio che deciderà definitivamente entro una settimana.
Secondo il Washington Post, il senatore Bernie Sanders (I-Vt.) non escluderebbe di candidarsi una terza volta alla Presidenza degli Stati Uniti, nel caso il Presidente Joe Biden dovesse decidere di non correre per un secondo mandato.
La Casa Bianca è di fronte ad una dura scelta politica, dal momento che dovrà decidere se appellare la scelta di un giudice della Florida, che ha dismesso l'obbligo di mascherina sugli aerei. Da un lato, infatti, l'amministrazione Biden potrebbe essere favorevole a questa scelta, sia per dare un senso di ritorno alla normalità sia per evitare contraccolpi elettorali. Dall'altro il rischio è di dare maggiori poteri agli organi giudiziari sul tema, indebolendo in CDC in caso di future varianti.
Martedì l'amministrazione Biden si è mossa per ripristinare alcune delle normative ambientali che regolano i progetti infrastrutturali revocate in passato dall'amministrazione Trump.
Il Consiglio della Casa Bianca per la qualità ambientale (CEQ) sta finalizzando le modifiche della "fase 1" che disciplinano l'attuazione del National Environmental Policy Act (NEPA), che richiede revisioni ambientali per progetti come autostrade o gasdotti.