Le sfide più interessanti della Camera, parte 2
Proseguiamo l'analisi delle competizioni più importanti per l'assegnazione della maggioranza a Capitol Hill. Spazio anche a tutti gli aggiornamenti in vista delle midterm
Le sfide più interessanti alla Camera, parte 2
Nel numero della scorsa settimana avevamo iniziato un’analisi di quelle che saranno le sfide più interessanti alla Camera dei Rappresentanti nelle prossime midterm election, in programma martedì 8 novembre. Proseguiamo questa rassegna partendo dal diciassettesimo distretto dello stato di New York, rilevante perché secondo il forecast di Cook Political Report è passato da Lean Dem a Tossup, un dato che evidenzia una situazione di sostanziale equilibrio. Si tratta di un cambiamento importante dal momento che l'incumbent è Patrick Maloney, attualmente Chair of the Democratic Congressional Campaign Committee.
L'ultima volta in cui una persona che ricopre questo ruolo prestigioso (tenendo in considerazione entrambi i partiti) ha mancato la rielezione è stata nel 1992, quando il repubblicano Guy Vander Jagt perse le primarie. Per trovare una sconfitta nelle general election, invece, bisogna tornare indietro al 1980. Va considerato, in ogni caso, che Maloney attualmente è in carica nel 18th District, ma dopo il redistricting dello stato ha scelto di correre nel 17, dal momento che è quello in cui risiede, nonostante contenga maggiori aree rurali che votano per il GOP: a sfidarlo il repubblicano Mondaire Jones.
Da guardare con attenzione anche il nono distretto dell’Ohio, dal momento che la democratica Marcy Kaptur (in carica ininterrottamente dal 1983) dovrà affrontare una sfida particolarmente difficile dopo il redistricting che ha reso più competitivo il suo collegio. Questo, però, non è l’unico motivo di interesse della competizione elettorale: il suo avversario, infatti, è un profilo particolarmente divisivo, il fedelissimo trumpiano R. Majewski, che partecipò all’assalto al Congresso avvenuto il 6 gennaio 2021. L’analisi della sua performance potrà essere utile per capire lo stato di salute e la competitività elettorale dell’ala più estremista del GOP.
Se il precedente collegio potrà servirà per capire qualcosa in più sull’appetibilità elettorale dei candidati trumpiani, il quinto distretto dell’Oregon rappresenterà una prova importante per l’ala sinistra dei democratici. In corsa vi sarà infatti Jamie McLeod-Skinner, che ha sconfitto nelle primarie il moderato e veterano del partito al Congresso, Kurt Schrader. Secondo alcuni analisti, però, un candidato con posizioni liberal rischia di essere poco competitivo in questo territorio, ragion per cui la repubblicana Lori Chavez-DeRemer sembra leggermente in vantaggio nei sondaggi.
Fra le questioni interessanti in questa tornata elettorale, vi sarà anche il risultato che i democratici riusciranno ad ottenere fra la popolazione ispanica. Per anni, infatti, si è parlato di un possibile sorpasso sui repubblicani in Texas proprio partendo dal presupposto che questo gruppo etnico avrebbe votato in maniera sempre più frequente verso sinistra: questo trend è stato costante per alcuni anni, ma oggi si inizia a vedere un cambio di rotta.
In una special election tenuta quest’anno, infatti, la repubblicana Mayra Flores è riuscita a vincere un distretto abitato quasi esclusivamente da popolazione ispanica che nei decenni precedenti aveva sempre votato democratico (e dove Biden ha vinto con sedici punti di margine). I democratici, che candidano l’incumbent Vicente Gonzalez, sostengono che la vittoria nel distretto sia abbastanza sicura, ma i sondaggi preannunciano una sfida serrata, che dirà molto rispetto alla direzione che potrebbe prendere lo stato nel futuro prossimo.
Nel settimo distretto del New Jersey, si affronteranno invece due moderati, l’incumbent democratico Tom Malinowski (esponente di lungo corso alla Camera e membro dell’amministrazione Obama) e il repubblicano Tom Kean Jr, non sempre in linea con le posizioni del partito in quanto a favore del diritto d’aborto. Il recente redistricting ha spostato più a destra il distretto, con il repubblicano che è ora favorito per la vittoria.
La lettera (ritirata) dei progressisti democratici sull’Ucraina
Nell’ultima settimana, all’interno del Partito Democratico, vi è stato un piccolo caso relativo ad una lettera inviata dall’ala progressista a riguardo della posizione degli Stati Uniti nei confronti della guerra in Ucraina. Trenta deputati (fra cui volti noti come Jamie Raskin, Alexandria Ocasio-Cortez, Cori Bush, Ro Khanna e Ilhan Omar), infatti, hanno presentato un documento rivolto al presidente Joe Biden, esortandolo ad avviare negoziati diretti con la Russia.
In questo documento, pur affermando la necessità di fornire assistenza militare e finanziaria all’Ucraina, veniva evidenziato come una guerra prolungata avrebbe portato “rischi catastrofici e inconcepibili” che, secondo i proponenti, rendevano necessari colloqui per un cessate il fuoco fra le parti. Questa lettera, però, è stata fin da subito criticata da più parti, in linea con il pensiero che non sia giusto trattare con Vladimir Putin.
Questo ha portato ad un passo indietro da parte del Congressional Progressive Caucus, con la stessa proponente Pramila Jayapal che ha spiegato come la lettera fosse stata scritta mesi fa e che sia stata rilasciata solamente ora senza adeguata verifica: “Come presidente del Caucus me ne assumo la responsabilità. A causa della tempistica, il nostro messaggio è stato confuso da alcuni come equivalente alla recente dichiarazione del leader repubblicano McCarthy, che minacciava la fine degli aiuti all'Ucraina. Ho firmato questa lettera il 30 giugno, ma da allora molte cose sono cambiate. Oggi non la firmerei”.
Il nuovo messaggio di Biden in vista delle midterm
Le midterm si avvicinano e la situazione per i democratici è tutt’altro che buona: come analizzato sulla nostra pagina negli ultimi giorni, infatti, i sondaggi continuano a mostrare un certo vantaggio del Partito Repubblicano, grande favorito per la conquista della Camera ed in corsa per una vittoria anche al Senato. Proprio per questo motivo, il vertice del partito sembra aver cambiato la sua narrativa, concentrandosi meno sul tema dell’aborto (al centro delle discussioni negli ultimi mesi) per parlare molto di più dei traguardi raggiunti in questi due anni di governo.
In un discorso tenuto ad alcuni volontari del Democratic National Committee, il presidente Joe Biden ha infatti sostenuto come queste elezioni “non siano un referendum sull’aborto, ma una sfida in cui sono in gioco due differenti visioni dell’America”. Proprio per questo, il presidente ha chiesto di spingere maggiormente su alcuni importanti risultati legislativi raggiunti, come la legge volta a ridurre il prezzo di alcuni farmaci, gli sforzi per combattere la pandemia e per sostenere la campagna di vaccinazione, le spinte per una legislazione che assicuri la sicurezza del voto, nonché i numerosi investimenti nelle infrastrutture con il pacchetto da 1.2 trilioni di dollari approvato all’inizio del suo mandato.
Nel suo intervento Biden ha riconosciuto come quello relativo all’inflazione sia un problema serio, ma ha evidenziato anche come negli Stati Uniti questo sia meno grave rispetto ad altre nazioni. Il presidente ha inoltre attaccato alcune prese di posizione repubblicane, come quelle relative al ridimensionamento della spesa pensionistica e sanitaria, nonché la volontà espressa dal leader della minoranza Kevin McCarthy di abolire l’Inflaction Reduction Act, misura approvata qualche mese fa che permette, fra le altre cose, di combattere il cambiamento climatico e di ridurre il prezzo dei farmaci.
Dalla Pennsylvania alla Florida: i dibattiti più importanti della settimana
Con l’avvicinarsi delle midterm, si sono tenuti in settimana diversi dibattiti utili per aiutare gli elettori a scegliere il candidato migliore in vista del voto. Il più importante è stato senza dubbio quello per il Senato in Pennsylvania, in un seggio che potrebbe essere decisivo per l’assegnazione della maggioranza. Tutta l’attenzione era sulla possibile performance di John Fetterman, candidato democratico le cui condizioni di salute sono precarie dopo un ictus avuto qualche mese fa.
La scelta di partecipare al confronto con il suo sfidante, il repubblicano Mehmet Oz, è stata tutt’altro che felice: Fetterman ha dimostrato, infatti, di non essersi completamente ripreso, faticando ad esprimere concetti di senso compiuto ed esprimendo spesso frasi confuse, riprendendosi solamente nell’ultima parte. Oz, d’altro canto, ha avuto un atteggiamento moderato, con il preciso obiettivo di assicurarsi il consenso degli indecisi: la strategia sembra pagare, visto che gli ultimi sondaggi lo indicano come in forte rimonta.
Fra gli altri dibattiti, da segnalare anche quello fra i candidati alla carica di governatore dello stato di New York Kathy Hochul (incumbent democratica) e Lee Zeldin (repubblicana). A far discutere è stata una dichiarazione della stessa Hocul, in cui quest’ultima ha affermato di non capire “perché la questione del crimine debba essere considerata così importante”, in un ciclo elettorale dove molti elettori considerano importante la questione.
In Florida si è tenuto il dibattito fra i due candidati a governatore, Ron De Santis e il democratico Charlie Crist, con quest’ultimo che ha messo in difficoltà il suo sfidante attaccandolo sulle sue presunte ambizioni nazionali in vista delle presidenziali 2024, con il repubblicano che imbarazzato ha preferito non rispondere.
Le altre notizie della settimana:
Un uomo ha attaccato il marito di Nancy Pelosi, Paul, usando un martello: l’obiettivo dichiarato pare fosse proprio la Speaker della Camera dei Rappresentanti. Solidarietà nei confronti della stessa Pelosi è stata espressa da tutto il mondo politico.
Il Pentagono invierà all’Ucraina ulteriori 275 milioni di euro in armi ed equipaggiamento militare, che serviranno a preparare le forze di Kyiv in vista dell’inverno: ad annunciarlo è stato il Dipartimento di Difesa.
Il governatore della Florida Ron DeSantis, che come abbiamo sopra accennato rappresenta uno dei grandi papabili per la candidatura repubblicana in vista delle presidenziali, ha tenuto un comizio al fianco della candidata nello stato di New York Lee Zeldin, aumentando le voci riguardanti un possibile ticker elettorale nel 2024.
L’esponente repubblicana Liz Cheney, figlia dell’ex vicepresidente Dick ed esponente repubblicana dissidente rispetto alla linea del partito, ha dato il suo endorsement per la candidata democratica nel seggio in Michigan Elissa Slotikin. Si tratta di una mossa che ha generato inevitabilmente divisioni interne allo schieramento, con diversi attacchi provenienti anche da candidati di peso.
L’economia statunitense ha segnato un’inversione di rotta nel trimestre luglio-settembre, con un tasso di crescita del PIL del 2.6%, leggermente meglio delle aspettative.
Di cosa parlano gli spot elettorali fatti in vista di queste midterm? La questione della lotta al crimine sembra essere quella più "bipartisan". I democratici spingono molto sul tema aborto, sulla Social Security (ovvero il sistema pensionistico) e su Medicare, oltre che sulla critica a Donald Trump. Gli spot repubblicani parlano molto di Nancy Pelosi e delle difficoltà legislative Joe Biden, nonché di immigrazione, tasse ed inflazione.
La senatrice repubblicana Lisa Murkowski e la deputata democratica Mary Peltola si sono appoggiate a vicenda nelle rispettive competizioni in Alaska in vista delle elezioni di metà mandato del mese prossimo. La prima rappresenta infatti un’esponente dell’ala moderata del GOP, mentre la seconda è stata eletta pochi mesi fa ottenendo anche voti di repubblicani delusi.