Ma quindi, chi è il favorito per vincere le elezioni?
Nel nostro approfondimento settimanale fotografiamo, numeri alla mano, la situazione attuale in vista delle elezioni presidenziali di novembre
Ma quindi, chi è il favorito per vincere le elezioni?
La campagna elettorale per le elezioni americane è ormai entrata nel vivo: dopo le diverse evoluzioni legate alle Convention e alla sostituzione di Joe Biden con Kamala Harris, la situazione si è stabilizzata nel quadro canonico che condurrà fino al voto di novembre. Questo permette già di tracciare un primo bilancio della situazione, che fotografa uno scenario di assoluto equilibrio fra i due contendenti, che rende impossibile sbilanciarsi. L’analista politico Nate Silver, che ha elaborato un modello che serve per provare a prevedere il risultato delle elezioni (mettendo insieme i sondaggi ma pesandoli in base alle metodologie), non può far altro che fotografare una sostanziale parità.
Il primo dato da osservare è come, secondo questo modello, Kamala Harris sia avanti nel voto popolare: la media dei voti le assegna il 49.1%, contro il 45.6 di Donald Trump. Tale parametro, però, va come sempre preso con le pinze, dal momento che le dinamiche nazionali tendono a favorire leggermente il Partito Democratico, che può sfruttare la vittoria con buon margine in zone ampiamente popolate come California e New York. Con un margine inferiore ai due punti, perciò, sarà quasi certamente il GOP a conquistare la Casa Bianca, mentre le chance dei Dem crescono (fino ad arrivare all’85%) qualora il gap dovesse essere fra il 3 e il 4%.
L’attenzione, perciò, va posta soprattutto sui sondaggi negli stati in bilico, che saranno poi quelli decisivi per assegnare la vittoria finale. In questo caso, è possibile osservare una situazione diversa in base al modo in cui si guarda ai numeri: un confronto con lo scorso mese mostra in maniera chiara la crescita della candidata Democratica, che (con l’unica eccezione del Michigan) ha guadagnato circa un punto e mezzo sullo sfidante. Il paragone su base settimanale è invece leggermente più favorevole al GOP, che migliora quasi ovunque, probabilmente anche in virtù del progressivo esaurirsi della spinta positiva data dal cambio di candidato Dem e dalla Convention di Chicago.
La media dei sondaggi negli stati chiave, elaborata da Elezioni USA 2024, dando maggior peso ai sondaggi con campioni più grandi o a quelli svolti da istituti sondaggisti più affidabili, vede Kamala Harris ampiamente avanti in Minnesota e con un discreto margine in Wisconsin, mentre Donald Trump non dovrebbe avere problemi a conquistare la Florida. Nelle altre zone lo scenario è molto più incerto e tutte le rilevazioni sono ampiamente all’interno del margine di incertezza: se in Georgia i due candidati sono sostanzialmente pari, Kamala Harris conduce di poco in Nevada e Pennsylvania, mentre Donald Trump lo fa in Arizona e North Carolina.
Questa situazione di sostanziale parità è fotografata da tutti i modelli predittivi. Quello di Nate Silver, già citato, è l’unico che dà Donald Trump leggermente avanti, con il 55.1% di possibilità di vincere le elezioni. I numeri di FiveThirtyEight sono invece maggiormente favorevoli per Kamala Harris, che ha qui il 57% di probabilità di conquistare il successo finale. Dati simili sono quelli dell'Economist, che le assegnano invece il 54%. Tutti concordano nel ritenere la Pennsylvania cruciale: secondo Silver c'è il 36% di probabilità che sia lo stato decisivo, dato che scende al 23% per l'Economist e al 16% per FiveThirtyEight.
Nell’analisi di questi numeri, va fatta anche una considerazione rispetto all’affidabilità dei sondaggi. Il fatto che in passato (soprattutto nel 2016) questi non siano stati precisissimi nel rivelare il sentiment dei cittadini americani non significa che questa situazione debba ripetersi: il 2022 (in cui ci sono state le ultime midterm election), ad esempio, si è rivelato uno degli anni dalla maggiore accuratezza, con errori minimi rispetto alle ultime elezioni. Secondo l'analisi di FiveThirtyEight, l'errore medio ponderato dei sondaggi del ciclo elettorale 2021-22 è stato di soli 4,8 punti, il più basso dal 1998.
Sempre FiveThirtyEight ha sottolineato alcune tendenze chiave che stanno caratterizzando questa campagna elettorale. Sul fronte del divario di genere, Harris ha mantenuto il forte sostegno delle donne che avevano votato Biden nel 2020, ma ha perso circa quattro punti tra gli uomini (pur con un leggero recupero nelle ultime settimane). Per quanto riguarda l'elettorato afroamericano, Harris ha visto un aumento del suo consenso, passando dal 77% ottenuto da Biden prima del suo ritiro all'82-84%, anche se ancora lontano dal 92% che l’attuale presidente aveva raggiunto nel 2020. Tra gli elettori ispanici, Harris si mantiene stabile intorno al 56%, un dato in linea con quello di Biden, ma inferiore al 61% di due anni fa.
In aree tradizionalmente difficili per i Democratici, come tra i bianchi senza laurea e nelle zone rurali, Harris ha ottenuto risultati migliori di Biden, guadagnando rispettivamente il 37% e il 39% dei consensi, rispetto al 34% del suo predecessore. Inoltre, tra i giovani elettori (18-29 anni), Harris ha recuperato terreno, passando dal 56% di Biden al 61-65%, avvicinandosi al 63% del 2020.
C’è ancora un ultimo dato da sottolineare per analizzare il momento di questa campagna elettorale. Come sottolinea The Hill, entrambi i candidati si stanno lentamente spostando verso il centro cercando di attrarre gli elettori indecisi. Harris, durante un'intervista con la CNN, ha dichiarato di non sostenere più il divieto del fracking (una tecnica estrattiva di petrolio e gas naturali), tema cruciale in Pennsylvania. Inoltre, ha affermato che applicherà le leggi sull'immigrazione per limitare gli ingressi illegali, una posizione in netto contrasto con quella espressa durante la sua candidatura alle primarie democratiche del 2020.
Trump, da parte sua, ha fatto dichiarazioni sorprendenti sull'aborto e la fecondazione in vitro, argomenti che potrebbero alienare alcuni conservatori. Ha criticato la legge della Florida che vieta l'aborto dopo sei settimane, affermando che queste "sono troppo poche". Il tycoon ha anche espresso sostegno a un mandato governativo che obblighi le compagnie assicurative a coprire i costi della fecondazione in vitro, una proposta che alcuni repubblicani vedono come un'intrusione del governo nelle questioni sanitarie, simile a quanto avvenuto con l'ObamaCare.
La prima intervista di Harris e Walz
Nel corso dell’ultima settimana la vicepresidente Kamala Harris e il governatore del Minnesota Tim Walz hanno tenuto la loro prima intervista da quando sono diventati i candidati del Partito Democratico per le elezioni del 2024. L’attuale vice-presidente ha delineato le sue priorità, ponendo l'accento sulla classe media e sull'economia, proponendo diverse misure, tra cui un'estensione del credito d'imposta per i figli e un credito d'imposta di 25.000 dollari per chi acquista casa per la prima volta. È stato inoltre difeso il lavoro dell'amministrazione Biden: "Sono molto orgogliosa di quello che abbiamo fatto per portare l'inflazione sotto il 3%, così come del lavoro per limitare il costo dell'insulina a 35 dollari al mese per gli anziani". Tuttavia, Harris ha riconosciuto che persistono sfide economiche: "I prezzi, in particolare quelli dei generi alimentari, sono ancora troppo alti. Gli americani lo sanno. Io lo so".
Sulla questione dell'immigrazione, Harris ha ribadito il suo impegno per la sicurezza delle frontiere, criticando al contempo l'opposizione repubblicana a un recente disegno di legge bipartisan: "Donald Trump ha saputo che questa proposta avrebbe contribuito a rendere sicuri i nostri confini. E poiché crede che non lo avrebbe aiutato politicamente, ha detto ai suoi al Congresso di non sostenerla". Harris ha sottolineato che il disegno di legge avrebbe permesso l'assunzione di altri 1.500 agenti di frontiera e aumentato i sequestri di fentanyl.
Riguardo alla politica estera, Harris ha ribadito il sostegno a Israele, pur sottolineando la necessità di porre fine al conflitto a Gaza: "Sono inequivocabile e incrollabile nel mio impegno per la difesa di Israele e la sua capacità di difendersi. E questo non cambierà. Ma troppi innocenti palestinesi sono stati uccisi. E dobbiamo raggiungere un accordo". Ha inoltre enfatizzato l'importanza di ottenere un cessate il fuoco e liberare gli ostaggi. Il governatore Walz ha dovuto rispondere a domande su alcune dichiarazioni controverse riguardanti il suo servizio militare. Ha ammesso di aver commesso errori, affermando: "Certamente mi assumo la responsabilità dei miei errori quando li faccio". Walz ha cercato di spostare l'attenzione su questioni più ampie, come il controllo delle armi e i diritti riproduttivi.
Le altre notizie della settimana
La recente visita di Donald Trump al Cimitero Nazionale di Arlington per onorare i soldati caduti nell'attentato di Kabul del 2021 ha generato diverse controversie dal punto di vista politico. Durante la cerimonia privata con le famiglie dei caduti, un funzionario del cimitero ha cercato di impedire al team di Trump di filmare, scatenando uno scontro verbale con lo staff della campagna.
Mentre il team di Trump afferma di aver avuto il permesso di fotografare, il funzionario ha citato il divieto di attività politiche nel cimitero. L'episodio ha suscitato reazioni accese, con i Democratici che chiedono un rapporto dettagliato dell'accaduto.
Dopo la decisione della Corte Suprema, che ha concesso una vasta immunità penale agli ex presidenti per le loro azioni ufficiali, il procuratore speciale Jack Smith ha apportato modifiche significative all'accusa di interferenza elettorale contro Donald Trump. Pur adeguandosi alle direttive della Corte, Smith ha scelto di mantenere il nucleo del caso, concentrandosi sulle attività di Trump come privato cittadino e candidato, piuttosto che come presidente in carica.
Tra le modifiche, l'accusa ora descrive Trump e i suoi collaboratori come attori privati, distinguendo chiaramente tra le loro azioni personali e quelle ufficiali. La prossima udienza, prevista per il 5 settembre, sarà un momento cruciale, con la giudice Tanya Chutkan chiamata a decidere se le nuove accuse resistono alle sfide imposte dalla Corte Suprema.
La Corte Suprema ha respinto la richiesta dell'amministrazione Biden, che puntava a ripristinare temporaneamente il nuovo piano di riduzione del debito studentesco, bloccato da una corte inferiore durante una sfida legale. Il piano, che mira a ridurre i pagamenti mensili per milioni di mutuatari attraverso il programma SAVE, rimane quindi sospeso.
La decisione non è definitiva, e il caso potrebbe tornare alla Corte Suprema in futuro. Intanto, la Casa Bianca ha ribadito il suo impegno a difendere il piano, che ha già beneficiato oltre 8 milioni di persone, nonostante l'opposizione dei procuratori generali repubblicani di vari stati.
L'ex presidente Donald Trump ha nominato Robert F. Kennedy Jr. e l'ex deputata Tulsi Gabbard nel suo team di transizione per le elezioni presidenziali del 2024. Entrambi hanno recentemente espresso il loro sostegno ufficiale a Trump, con Kennedy che ha sospeso la sua candidatura indipendente alla Casa Bianca e Gabbard che ha abbandonato il Partito Democratico nel 2022.