Perché Biden vuole sistemare le infrastrutture americane.
La situazione delle infrastrutture negli Stati Uniti e l'accordo per una tassa minima sulle multinazionali a livello mondiale.
La pessima situazione delle infrastrutture alla base dell’intervento di Biden
Una delle priorità per il presidente Joe Biden in questi primi mesi di mandato è stata quella relativa alle infrastrutture: l’inquilino della Casa Bianca ha infatti proposto un enorme piano da quasi 2000 miliardi di dollari per migliorare la situazione non solo delle strade, ma anche degli altri impianti vitali per il futuro del paese.
Probabilmente la cifra sarà abbassata dopo la contrattazione con i repubblicani, ma questo non cambierà la necessità di investire con decisione su un settore strategico che pian piano si sta deteriorando. Ma qual è l’attuale situazione delle infrastrutture americane e perché un intervento deciso è necessario?
L’American Society of Civil Engineers, nel suo ultimo report, ha fotografato il pessimo stato delle infrastrutture americane, che hanno ricevuto la non brillante valutazione di C-. Questo perché gran parte dei finanziamenti non arriva a livello federale bensì statale, ma in ogni caso gli investimenti negli ultimi decenni sono stati discretamente bassi.
La Cina, ad esempio, spende circa l’8% del suo PIL annuo in infrastrutture, i paesi europei il 5%, mentre gli Stati Uniti appena il 2.3. Abbiamo già specificato che sotto il concetto di infrastrutture non ricadono solamente strade e ponti, ma anche altri elementi strategici come aeroporti e linee ferroviarie.
Prendiamo ad esempio il primo dei due aspetti, che rappresenta in maniera chiara il ritardo americano sul tema. Il paese statunitense è quello che ogni anno vede il maggior numero di popolazione spostarsi tramite aereo, eppure nessuno dei suoi scali figura nei primi 30 al mondo.
Questo ha le sue conseguenze in un ampio numero di ritardi e cancellazioni, che coinvolgono anche il settore ferroviario, decisamente più arretrato rispetto anche ad altri paesi come quelli europei.
Il ritardo, poi, è presente anche in altri settori. Una buona parte delle scuole americane, ad esempio, non ha strutture all’altezza, ed addirittura il 65% della popolazione statunitense non può usufruire di una connessione ad internet veloce.
Ma le difficoltà non riguardano solo questo tipo di infrastrutture, ma anche quelle comunemente dette tradizionali. Rinnovate principalmente durante la seconda metà del Novecento, molte sono attualmente deteriorate: circa il 40% delle strade statunitensi, infatti, sono danneggiate o in condizioni mediocri.
In molte zone del paese, questi ritardi e queste difficoltà coinvolgono anche le reti idriche ed elettriche. Una situazione che può creare notevoli problemi, come del resto ha dimostrato anche il recente dramma del Texas, dove una tempesta glaciale ha provocato il crollo del sistema energetico dello stato con conseguenze terribili sui cittadini, che in alcune aree sono stati costretti per giorni senz’acqua e senza riscaldamento.
Dati emblematici, che sottolineano la necessità di intervenire con decisione, condivisa del resto da entrambi i partiti. Le divisioni riguardano piuttosto lo stesso concetto di infrastruttura, con i repubblicani che vorrebbero limitarsi ad un investimento sulle tradizionali strade e ponti, mentre i democratici puntano anche su altri settori, come l’edilizia scolastica, le stazioni per auto elettriche ed altri elementi simili, dove in ogni caso il ritardo rispetto ad altri paesi è comunque evidente.
Accordo storico sulla tassazione minima globale per le multinazionali
Si è tenuto ieri a Londra un importantissimo incontro fra i Ministri delle Finanze del G7, che ha portato al raggiungimento di un accordo sulla tassazione minima globale per le multinazionali, cui sarà applicata un’aliquota minima del 15% per ogni paese aderente.
Una scelta che rappresenta senza dubbio una vittoria per l’amministrazione Biden, che in questi primi mesi ha provato a spingere per la questione. Ora la palla passerà al G20, dove si spera di trovare un accordo entro luglio per portare all’adesione del maggior numero possibile di paesi.
Il raggiungimento di un accordo, infatti, incoraggerebbe i paesi a stabilire meccanismi per garantire il pagamento minimo di un’imposta relativa alle società, indipendentemente dalla sede di queste ultime.
Questo rappresenta un grande successo anche per l'amministrazione Biden, che vede l'accordo come un modo per evitare che le società americane diventino meno competitive in caso di aumento della tassazione, evitando anche fughe all'estero.
"Questa tassa minima globale porrebbe fine alla corsa al ribasso nella tassazione delle società e garantirebbe equità per la classe media e i lavoratori negli Stati Uniti e nel mondo", ha affermato in una nota la segretaria al tesoro Yellen: "La tassa minima globale aiuterebbe anche l'economia globale a prosperare, livellando le condizioni per le imprese e incoraggiando i paesi a competere su basi positive, come l'istruzione e la formazione della nostra forza lavoro e gli investimenti in ricerca, sviluppo e infrastrutture".

Le altre notizie della settimana
Il governatore democratico del Wisconsin Tony Evers ha ufficializzato la candidatura per il 2022 dopo averlo lasciato intendere per diversi mesi. Tra i Repubblicani a sfidarlo potrebbero essere la ex vice governatrice Rebecca Kleefisch e il lobbista Bill McCoshen.
Cook Political Report considera l'elezione come Lean D, mentre Sabato's Crystal Ball come Tossup. Non ci sono sondaggi. Evers nel 2018 vinse per 30mila voti e un punto percentuale.
L’ex presidente Donald J. Trump ha definito “interessante” l’ipotesi di essere eletto deputato e diventare il prossimo Speaker della Camera dei Rappresentanti nel caso in cui i repubblicani dovessero riprendere il controllo nel 2022.
Sebbene la probabilità di una sua candidatura alla Camera resti bassa, per una serie di motivi, è in questo modo che Trump ha risposto alla ipotesi presentata dal conduttore radiofonico di destra Wayne Allyn Root.
Facebook ha appena reso noto di aver rivisto la decisione di bloccare l’account dell’ex presidente Donald J. Trump a seguito della review condotta dal suo Oversight Board: l’account di Trump sarà sospeso per due anni con decorrenza dal 7 gennaio 2021, invece che indefinitamente come annunciato inizialmente.
Il presidente Joe Biden ha emesso giovedì un nuovo ordine esecutivo che vieta agli americani di investire in aziende cinesi collegate ai militari o che vendono tecnologia di sorveglianza utilizzata per reprimere il dissenso o le minoranze religiose.
Il nuovo ordine espande la vecchia black list dell'era Trump e porta a 59 il numero totale di aziende cinesi bandite dagli investimenti statunitensi. La mossa intensifica la battaglia commerciale e ideologica tra Pechino e Washington, quella che Biden ha definito la lotta tra "autocrazia e democrazia".
La presidente del Republican National Committee (RNC), Ronna McDaniel, ha avvisato la Commissione sui Dibattiti Presidenziali (CPD) che i futuri candidati presidente repubblicani potrebbero non partecipare più ai dibattiti presidenziali da lei organizzati in mancanza di "significative riforme" del format.
La lettera inviata da McDaniel al CDP include una serie di lamentele fatte dall'ex presidente Donald J. Trump dopo i dibattiti dello scorso anno, tra cui le scelte dei moderatori, la decisione di mutare i candidati dei microfoni dopo che nel primo dibattito presidenziale Trump aveva ripetutamente interrotto l'allora candidato democratico Joe Biden, e la decisione del CDP di tenere il secondo dibattito interamente in via virtuale dopo che l'ex presidente Trump era stato contagiato dal COVID-19.
I repubblicani in Texas sono pronti a fare parziale marcia indietro sulle restrizioni che intendevano imporre sul voto anticipato domenicale, dopo le accuse da parte dei democratici e dei gruppi per la difesa del diritto al voto, che avevano evidenziato come le nuove regole avrebbero impattato in particolare sui neri americani che usano solitamente quella fascia oraria per recarsi alle urne.
La proposta iniziale prevedeva infatti di limitare gli orari del voto anticipato la domenica dalle 13 alle 21, e questo secondo molti avrebbe reso molto più difficile gli eventi "souls to the polls", una tradizione delle comunità afro-americane che incoraggiano le persone a votare dopo le messe.
Il vice-presidente degli Stati Uniti Mike Pence è tornato sugli eventi dello scorso 6 gennaio, definendo l’assalto al Congresso una pagina oscura della storia americana ma accusando al contempo i democratici di voler usare lo strumento per dividere il paese.
Gli Stati Uniti hanno annunciato che doneranno all’esterno, ed in particolar modo al programma Covax, numerose dosi di vaccino.
Nessun passo avanti è stato fatto nel negoziato bipartisan in corso sul nuovo piano di infrastrutture tra il presidente Joe Biden e la senatrice Shelley Moore Capito (R-W.Va.) per conto dei repubblicani.
Nel corso di una chiamata intercorsa tra i due, il presidente ha bocciato l’ultima offerta di Capito ed i due si sono accordati per continuare i negoziati settimana prossima.
La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha detto che Capito si è detta disponibile ad aumentare l’attuale offerta dei repubblicani per altri 50 miliardi di dollari, ma che il presidente, sebbene abbia espresso “gratitudine per la buona volontà dimostrata”, ha ribadito che non basta.
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