Scontro fra i Dem sul sostegno a una legge di Trump
Alcuni Democratici, per evitare lo shutdown, hanno permesso l'approvazione di una fondamentale legge di Trump, provocando un'ampia rivolta nella base del partito
Lo scontro interno al Partito Democratico sulla legge di spesa
La decisione del leader della minoranza democratica al Senato, Chuck Schumer, di sostenere la proposta repubblicana per il finanziamento governativo ha evitato uno shutdown federale, ma ha scatenato profonde tensioni interne al Partito Democratico. L'episodio, infatti, ha messo in evidenza le forti divisioni su come affrontare l'Amministrazione Trump durante il suo secondo mandato.
Il voto procedurale chiave al Senato si è concluso con 62 voti favorevoli e 38 contrari. Dieci senatori Democratici hanno sostenuto la proposta insieme alla maggioranza Repubblicana, tra cui membri importanti come Richard Durbin (Illinois), Catherine Cortez Masto (Nevada), John Fetterman (Pennsylvania) e Kirsten Gillibrand (New York).
Questa scelta ha immediatamente evidenziato una frattura tra i membri del Senato e quelli della Camera. In quest'ultima, infatti, tutti i deputati tranne Jared Golden del Maine avevano votato contro la proposta, considerandola inaccettabile perché non conteneva misure sufficienti per impedire all'Amministrazione Trump di ridurre arbitrariamente le spese autorizzate dal Congresso. Non sorprende dunque che la reazione alla decisione di Schumer sia stata rapida e furiosa. Alcuni hanno descritto la situazione come un "completo meltdown" interno al partito, con numerosi deputati infuriati al punto da ipotizzare manifestazioni di protesta direttamente nell'aula del Senato.
Un eletto alla Camera ha riferito che molti stanno già pensando di reclutare candidati per sfidare alle primarie non solo Schumer, ma anche tutti i senatori che hanno sostenuto la proposta. Diversi deputati hanno persino espresso l’appoggio alle primarie senatoriali dello Stato di New York per Alexandria Ocasio-Cortez (D-N.Y.) contro Schumer. Quest’ultimo ha spiegato la sua decisione sostenendo che, nonostante la proposta repubblicana fosse "molto negativa", le conseguenze di uno shutdown federale sarebbero state "molto peggiori" per gli Stati Uniti. Secondo lui, in quel caso, il presidente Trump avrebbe potuto decidere autonomamente quali parti del governo finanziare e quali chiudere.
Anche la senatrice Cortez Masto ha espresso questa posizione, affermando che uno shutdown avrebbe dato a Trump e a Elon Musk maggiore potere per chiudere selettivamente alcune agenzie, con gravi conseguenze economiche, stimate in miliardi di dollari. Punchbowl News ha analizzato l'episodio sottolineando l'inefficacia della strategia adottata dai Democratici. Il partito ha deciso di combattere una battaglia già persa, creando false aspettative nella propria base elettorale e finendo per cedere senza ottenere alcuna concessione significativa.
Durante questa disputa, i Democratici non sono riusciti a mettere in difficoltà lo Speaker della Camera Mike Johnson, il leader della maggioranza al Senato John Thune e il presidente Trump. Il provvedimento approvato mantiene sostanzialmente invariati i livelli di spesa per il 2024, aggiungendo soltanto fondi per la difesa e circa 500 milioni di dollari per l'Immigration and Customs Enforcement (ICE).
Il presidente Trump ha ironicamente lodato Schumer attraverso Truth Social, scrivendo: "Congratulazioni a Chuck Schumer per aver fatto la cosa giusta – ci voleva 'coraggio' e audacia!" e definendo la decisione "davvero buona e intelligente".
La situazione in Ucraina e nella regione di Kursk
La situazione militare in Ucraina e nella regione russa di Kursk continua a essere segnata da tensioni e informazioni contrastanti da parte di Mosca e Kyiv. Vladimir Putin ha dichiarato di essere disposto ad accettare la richiesta avanzata dal presidente americano Donald Trump di risparmiare la vita ai soldati ucraini, che secondo Mosca sarebbero rimasti accerchiati nella regione. Tuttavia, il presidente ha posto la condizione che i militari ucraini depongano le armi e si arrendano.
La risposta dello Stato Maggiore ucraino è stata netta: Kyiv ha respinto fermamente la versione russa, definendo le notizie "non corrispondenti alla realtà" e accusando Mosca di diffonderle per fini politici. Secondo il comando ucraino, le unità militari nella regione hanno infatti effettuato un "riposizionamento strategico", ritirandosi su linee di difesa più sicure, senza mai subire alcuna minaccia concreta di accerchiamento.
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l'operazione nella regione di Kursk ha raggiunto il suo principale obiettivo strategico, vale a dire distogliere un significativo numero di truppe russe dai fronti di Pokrovsk, Kharkiv e Sumy, stabilizzando così la situazione militare in quelle aree critiche.
Sul fronte diplomatico, gli Stati Uniti stanno aspettando una risposta ufficiale da Putin riguardo alla proposta di una tregua di 30 giorni, che Zelensky ha già dichiarato di voler accettare come primo passo verso futuri negoziati di pace. Parallelamente, la Russia ha inviato agli USA una serie di richieste preliminari per un possibile accordo, includendo alcuni condizioni inaccettabili per l'Ucraina come il divieto permanente di adesione dell'Ucraina alla NATO e il riconoscimento internazionale della sovranità russa sulla Crimea e su quattro province ucraine.
Nel frattempo, in attesa della possibile tregua, gli Stati Uniti hanno deciso di riprendere il sostegno militare e la condivisione di informazioni di intelligence con l'Ucraina. Tra gli aiuti previsti figura l'invio di bombe a lungo raggio GLSDB, recentemente aggiornate per migliorare la loro resistenza alle contromisure elettroniche russe.
Le altre notizie della settimana
Gli Stati Uniti hanno lanciato un’ampia offensiva aerea contro gli Houthi in Yemen, colpendo obiettivi strategici come radar e sistemi di difesa aerea per contrastare gli attacchi alle navi nel Mar Rosso. L’operazione, la più significativa del secondo mandato di Trump, potrebbe durare giorni. Il presidente ha annunciato personalmente l’inizio dei raid con un messaggio diretto agli Houthi e un avvertimento all’Iran, accusato di sostenere il gruppo. L’obiettivo dichiarato è la sicurezza delle rotte commerciali, ma l’intervento segna un’escalation del coinvolgimento militare americano nella regione.
Il deputato repubblicano Chuck Edwards è stato contestato durante un incontro pubblico ad Asheville, dove ha affrontato domande critiche sulla politica estera di Trump, tra cui le relazioni con Canada e Ucraina. Un veterano è stato espulso dopo averlo accusato di mentire, mentre all'esterno si sono svolte proteste contro Elon Musk. Nel frattempo, il vicepresidente J.D. Vance e sua moglie Usha sono stati fischiati al Kennedy Center, dove lei è stata recentemente nominata nel consiglio d’amministrazione da Trump, scatenando boicottaggi e un calo delle vendite dei biglietti.
Durante un acceso discorso al Dipartimento di Giustizia, Donald Trump ha attaccato duramente gli ex funzionari che lo hanno indagato, definendoli "feccia" e sostenendo che dovrebbero finire in prigione. Ha promesso di riformare l'agenzia per eliminare le presunte persecuzioni politiche e ha elogiato la giudice Aileen Cannon per aver archiviato il caso dei documenti classificati.
Ha inoltre criticato i media, ricordato il tentato assassinio subito nel 2024 e annunciato investimenti per combattere il fentanyl. Infine, si è vantato di aver graziato i condannati per l'assalto al Campidoglio, ribadendo il suo impegno contro quella che definisce la "weaponization" della giustizia.
L’amministrazione Trump ha chiesto alla Corte Suprema di permettere l’attuazione parziale delle restrizioni sulla cittadinanza per nascita, dopo che tribunali inferiori hanno bloccato l’ordine esecutivo firmato dal presidente. La misura negherebbe la cittadinanza ai bambini nati negli Stati Uniti da genitori irregolari dopo il 19 febbraio e vieterebbe alle agenzie federali di riconoscerne lo status.
La richiesta segna un’escalation nella battaglia legale sulla politica migratoria, con il governo che tenta di aggirare le sentenze contrarie e di far entrare in vigore almeno parte del provvedimento.
L’amministrazione Trump ha annunciato la chiusura delle divisioni dell’EPA dedicate alla giustizia ambientale, ponendo fine a decenni di sforzi per proteggere le comunità più vulnerabili dall’inquinamento. L’amministratore dell’EPA, Lee Zeldin, ha giustificato la decisione accusando il programma di finanziare gruppi militanti di sinistra.
La mossa, che segue l’eliminazione di 1,7 miliardi di dollari in sovvenzioni ambientali e il blocco di azioni legali contro industrie inquinanti, rientra nella strategia dell’amministrazione di ridurre le regolamentazioni ambientali per favorire la crescita economica, suscitando dure critiche da parte di attivisti e scienziati.
Pete Buttigieg ha deciso di non candidarsi al Senato in Michigan nel 2026, lasciando aperta la possibilità di una corsa presidenziale nel 2028. La sua scelta è vista come strategica per evitare due campagne consecutive e mantenere un ruolo centrale nel Partito Democratico. Buttigieg, ex segretario ai Trasporti sotto Biden, gode di forte supporto tra i donatori e nei sondaggi è secondo solo a Kamala Harris.
Tuttavia, il suo legame con l’impopolare amministrazione Biden potrebbe rappresentare un ostacolo. Negli ultimi giorni, ha aumentato la sua visibilità con interviste e apparizioni pubbliche, segnalando un possibile ritorno sulla scena nazionale.