Sinema lascia il Partito Democratico: cosa cambia?
La senatrice Sinema ha scelto di lasciare il Partito Democratico per diventare Indipendente. Nel numero odierno vedremo cosa cambierà. Spazio anche al ballottaggio in Georgia.
Sinema lascia il Partito Democratico
Krysten Sinema ha scelto di cambiare affiliazione, passando da Democratica a Indipendente: si tratta di una decisione pesante, destinata ad influire sugli equilibri dell'Upper House a pochi giorni dalla vittoria Dem nel ballottaggio in Georgia, che aveva permesso al partito di allargare la maggioranza di un seggio. Non è detto, comunque, che questa scelta porterà ad un mutamento significativo degli equilibri, dal momento che la senatrice dovrebbe seguire l’esempio di due senatori indipendenti, Angus King del Maine e Bernie Sanders del Vermont, che fanno caucus con i democratici e di fatto votano in linea con le posizioni del partito.
Lo stesso leader della maggioranza Chuck Schumer ha specificato come Sinema potrà mantenere le deleghe al momento assegnate: in questo modo la sua decisione non dovrebbe modificare il controllo dei Senate committees, che sono fondamentali nel gestire l’ordinario lavoro nella Upper House.
Ma quali sono le motivazioni che hanno portato a questa decisione? Un primo motivo riguarda i rapporti ormai deteriorati fra Sinema, il Partito Democratico e la sua base, con i sondaggi degli ultimi tempi che mostravano un basso tasso d’approvazione fra gli elettori democratici. Una rilevazione pubblicata a settembre da Suffolk University/Arizona Republic poll ha infatti mostrato come il 49 percento degli elettori democratici avesse una visione negativa di Sinema, contro il 30 percento che esprimeva parere favorevole.
Questi numeri rendevano difficile pensare ad una vittoria nelle primarie in vista della rielezione nel 2024, dove Ruben Gallego era pronto a sfidarla partendo da una posizione che poteva apparire favorevole. Il suo passaggio a senatrice indipendente, però, cambia la situazione aggiungendo molta incertezza sul futuro. Come sottolineato da FiveThirtyEight, lo scenario è difficile da prevedere: bisognerà capire anzitutto quale sarà l’atteggiamento democratico, dal momento che schierare un candidato contro Sinema (che gode comunque di importanti finanziamenti e del vantaggio di essere un incumbent) rischia di spaccare il fronte e agevolare una vittoria Repubblicana.
Sinema, d’altro canto, può sperare di attrarre voti dal Partito Repubblicano, dal momento che lo stesso sondaggio di settembre mostra come il tasso d’approvazione fra gli elettori del GOP fosse più alto rispetto a quello dei Democratici. È difficile pensare, però, che i Repubblicani decidano di non schierare un candidato forte in una sfida nella quale avrebbero ottime possibilità di vincere, e questo dovrebbe portare gli elettori a prediligere gli uomini del partito, aggiungendo ulteriore incertezza.
Warnock vince il ballottaggio in Georgia
Come anticipato anche nella sezione precedente, la decisione di Sinema arriva pochi giorni dopo il ballottaggio in Georgia che aveva permesso ai Democratici di allargare la maggioranza al Senato: il senatore uscente Raphael Warnock ha infatti sconfitto il candidato Repubblicano Herschel Walker. Le mappe del voto mostrano come, rispetto al primo turno dell'8 novembre, Warnock abbia incrementato il vantaggio su Walker nella maggioranza delle contee che compongono la Georgia, ma in particolar modo nella zona di Atlanta e Columbus, le principali aree urbane dello Stato.
Walker ha recuperato un po' nelle aree settentrionali tipicamente Repubblicane, ma sono proprio queste contee ad averlo fatto perdere. In Georgia infatti ci sono stati 3,5 milioni di voti al secondo turno, contro i 3,9 milioni al primo turno. Il maggiore calo dell’affluenza lo si è avuto nelle aree più rurali e conservatrici e in particolar modo nella parte nord dello Stato. Anche le zone repubblicane vicino ad Atlanta hanno registrato un importante calo, fattore decisivo nella sconfitta.
A seguito della sconfitta sempre per mano di Warnock nel 2021, i Repubblicani della Georgia decisero di anticipare di un mese il ballottaggio da gennaio a dicembre e di diminuire la durata voto anticipato nella speranza così di ridurre l'affluenza degli afroamericani. Nel complesso, sono invece stati gli elettori Repubblicani a non utilizzare il voto anticipato e hanno così perso. Nonostante infatti l'affluenza martedì sia stata molto alta, più del primo turno e anche del 2020, non è stata sufficiente per ribaltare il grande vantaggio accumulato da Warnock nel voto anticipato.
Liberata Brittney Griner, ma la decisione fa discutere
Con una conferenza stampa tenuta alla Casa Bianca, il presidente Joe Biden ha annunciato l'accordo per il rilascio di Brittney Griner, star della pallacanestro femminile americana che era detenuta in Russia dallo scorso mese di febbraio. Si tratta di un'intesa, quella con il paese guidato da Vladimir Putin, che ha suscitato numerose critiche nel mondo politico.
Diversi Repubblicani hanno infatti sottolineato come questo accordo sia particolarmente favorevole per la Russia, dal momento che quest'ultimo stato ha ricevuto in cambio la liberazione di Viktor Bout, soprannominato il "mercante della morte" e condannato negli USA ad una pena di 25 anni per traffico d'armi.
C'è però un secondo motivo per cui la decisione ha fatto discutere, e riguarda la mancata liberazione di Paul Whelan, detenuto dal 2018 con l'accusa di spionaggio. A riguardo l'amministrazione ha dovuto specificare che la scelta era fra "riportare a casa un americano o non riportare nessuno", e che la liberazione di Whelan era impossibile dal momento che il caso è trattato diversamente dalla Russia rispetto a quello di Griner. Lo stesso Biden ha commentato la situazione dicendo: "Purtroppo, per ragioni totalmente illegittime, la Russia sta trattando il caso di Paul in modo diverso da quello di Brittney. E anche se non siamo ancora riusciti a ottenere il rilascio di Paul, non ci arrendiamo. Non ci arrenderemo mai".
Le altre notizie della settimana
Con 39 voti Repubblicani a favore, la Camera dei Rappresentanti ha approvato la legge volta ad affermare il diritto al matrimonio fra persone dello stesso sesso. La misura, già passata al Senato, andrà ora sulla scrivania del presidente Biden per l'approvazione definitiva.
Il Congresso è pronto a utilizzare il disegno di legge annuale sulla politica di difesa per eliminare l’obbligo di vaccino contro il COVID-19 per i soldati americani. Si tratta di un'importante concessione da parte del Presidente Biden, che permette di trovare un accordo con i Repubblicani volto a spianare la strada per l'approvazione del pacchetto di misure entro la fine dell'anno.
Il deputato Andy Biggs (R-Ariz.), ex presidente del gruppo di destra Freedom Caucus, ha annunciato la sua candidatura contro il leader della minoranza della Camera Kevin McCarthy (R-Calif.) per la carica di prossimo Speaker della Camera dei Rappresentanti. La candidatura di Biggs offre ai detrattori repubblicani di McCarthy un candidato attorno al quale fare quadrato, complicando ulteriormente il suo già difficile percorso verso la presidenza della Camera.
Negli ultimi giorni hanno fatto molto discutere delle dichiarazioni pronunciate da Donald Trump, in cui l’ex presidente ha affermato che gli Stati Uniti avrebbero dovuto sospendere la costituzione per rimediare ai “brogli elettorali” (messi fra parentesi, perché tutte le indagini hanno confermato come questi non siano mai avvenuti) che hanno impedito la sua rielezione nel 2020.
Tale dichiarazione ha suscitato la ferma reazione del leader repubblicano al Senato Mitch McConnell che, a riguardo, ha affermato: “L’unica cosa che posso dire è che mi pare difficile poter tornare presidente degli Stati Uniti se non si riconosce la Costituzione”.