Trump e la proposta di pace per l'Ucraina
Nel nostro approfondimento settimanale parliamo della politica estera della nuova amministrazione
La proposta di pace per l’Ucraina
La telefonata del 12 febbraio tra Donald Trump e Vladimir Putin, protrattasi per circa un'ora e mezza, è stata una svolta nelle dinamiche internazionali. Il colloquio non solo ha rotto l’isolazionismo della Russia dalla scena internazionale, ma ha anche generato preoccupazione tra gli alleati europei e sollevato interrogativi sul futuro della politica estera americana.
Trump ha definito lo scambio "lungo e altamente produttivo", evidenziando una condivisa volontà di risolvere il conflitto ucraino. La conversazione ha spaziato dalla guerra in Ucraina a tematiche globali come il Medio Oriente, l'intelligenza artificiale, i mercati energetici e il ruolo del dollaro. Questa ampia gamma di argomenti rispecchia l'aspirazione di Putin di ricollocare la Russia al centro dello scacchiere internazionale, un'ambizione che pare trovare terreno fertile nell'amministrazione Trump.
Durante il colloquio, Trump ha ringraziato Putin per la liberazione di Marc Fogel, cittadino americano detenuto in Russia, e ha ventilato la possibilità di un incontro in Arabia Saudita. Restano però da chiarire numerosi aspetti, in particolare riguardo al coinvolgimento dell'Ucraina nei negoziati di pace.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha mantenuto un approccio costruttivo, affermando su Twitter che "nessuno desidera la pace più dell'Ucraina" e che con gli Stati Uniti "stiamo delineando le prossime mosse per fermare l'aggressione russa". Ha però posto condizioni precise: incontrerà Putin "solo dopo aver definito un piano comune con Trump" e ha sottolineato che "nessun accordo può essere siglato come a Monaco", alludendo agli accordi del 1938 e alla politica di appeasement con la Germania nazista.
Ma quali potrebbero essere le possibili soluzioni per porre fine al conflitto? Come ha sottolineato The Hill, tra le possibili strategie, si parla di una maggiore pressione economica su Mosca o, al contrario, della promessa di alleggerire le sanzioni in cambio di concessioni. Una soluzione potrebbe essere la creazione di un'Ucraina neutrale e non nucleare, supportata da garanzie di sicurezza internazionali e dall’invio di forze di pace.
Le discusse parole di Vance a Monaco
Contemporaneamente, il vicepresidente J.D. Vance, intervenendo alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, ha mosso una serie di dure critiche all'Europa sulla gestione della democrazia e dell'immigrazione. Ha accusato i leader europei di limitare la libertà d'espressione e di ignorare le preoccupazioni dei cittadini, specialmente in materia di immigrazione. Vance ha inoltre elogiato i movimenti di estrema destra, come Alternative für Deutschland, criticando il "cordone sanitario" che li esclude dal potere, sostenendo che "la più grande minaccia per l'Europa non viene né dalla Russia né dalla Cina, ma dal suo allontanamento da alcuni dei suoi valori fondamentali".
Le reazioni europee non si sono fatte attendere. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha bollato come "inaccettabili" le critiche di Vance, mentre il cancelliere Olaf Scholz ha ribadito l'importanza del "cordone sanitario" contro l'estrema destra. Emmanuel Macron ha avvertito che un accordo di pace che comporti una "capitolazione" dell'Ucraina avrebbe conseguenze negative per tutti.
Per l'Ucraina, la telefonata Trump-Putin e il discorso di Vance hanno implicazioni rilevanti. Nonostante Zelensky cerchi di mantenere un atteggiamento positivo, l'Ucraina rischia di essere emarginata dai negoziati di pace. Il segretario alla Difesa americano Pete Hegseth ha già escluso la possibilità che l'Ucraina recuperi i confini pre-2014, allineandosi alle richieste di Putin. Questo potrebbe costringere Kiev a significative concessioni territoriali, compromettendo sovranità e sicurezza e consegnando di fatto la vittoria alla Russia.
Come Trump sta cambiando la politica estera americana
La nuova direzione della politica estera americana privilegia un approccio bilaterale con la Russia, marginalizzando gli alleati europei e mettendo a rischio la coesione della NATO. Questa strategia potrebbe ridurre l’influenza europea nella regione e ridefinire gli equilibri geopolitici. Sebbene Zelensky assicuri che l’Ucraina continuerà a collaborare con gli Stati Uniti per garantire la pace, il suo futuro appare sempre più incerto.
La telefonata tra Trump e Putin, insieme all’intervento di Vance, segna una svolta nella strategia americana. Se da un lato i negoziati diretti con la Russia potrebbero accelerare la fine del conflitto, dall’altro rischiano di escludere Kiev dalle decisioni sulla propria sovranità e integrità territoriale. Inoltre, l’emarginazione degli alleati europei potrebbe minare la solidità dell’asse transatlantico, aprendo la strada a nuovi assetti di potere potenzialmente destabilizzanti.
Come evidenziato da The Atlantic, Trump sta valutando il ritiro di una parte significativa delle truppe americane dal continente europeo. Sebbene non abbia ancora dato seguito a questa decisione, alla Casa Bianca si discute la possibilità di richiamare fino a 20.000 militari, circa un quinto delle forze statunitensi in Europa. Inoltre, l’amministrazione preme affinché i paesi europei finanzino le 80.000 truppe rimanenti, con l’implicita minaccia di un ulteriore ridimensionamento in caso di mancato sostegno economico.
Rispetto al passato, appare evidente un maggiore ricorso alla forza piuttosto che alla diplomazia nelle relazioni internazionali. Come già accaduto con la politica dei dazi, Trump sta cercando di imporre un nuovo equilibrio, in cui gli alleati non solo si adeguino agli interessi americani, ma siano anche costretti a condividerne i costi e le responsabilità.
Le altre notizie della settimana
L'amministrazione Trump ha annunciato un cambio di rotta nella politica commerciale degli Stati Uniti, dichiarando l'intenzione di equiparare l'IVA ai dazi, considerandola una barriera tariffaria nelle relazioni internazionali. Secondo Trump, il sistema IVA sarebbe più punitivo di un semplice dazio e, di conseguenza, gli USA potrebbero applicare tariffe aggiuntive ai Paesi che lo adottano. Un memorandum presidenziale ha incaricato il Dipartimento del Commercio di studiare l'introduzione di dazi reciproci basati su vari fattori, con risultati attesi per il 1° aprile.
Se attuata, questa politica potrebbe influenzare oltre 175 Paesi, in particolare l’Unione Europea, dove l'IVA ha un’aliquota media del 22%. Il provvedimento potrebbe inasprire le tensioni commerciali tra USA e UE, con il rischio di una nuova guerra commerciale. La decisione si basa sulla differenza tra l’IVA e la sales tax americana, che si applica solo alla vendita finale, mentre l’IVA viene riscossa in tutte le fasi della produzione e distribuzione.
Un gruppo di deputati repubblicani alla Camera sta preparando articoli di impeachment contro alcuni giudici federali, accusati di ostacolare le politiche dell'amministrazione Trump e del Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE). L'iniziativa, ispirata da un appello di Elon Musk, vede il deputato Eli Crane puntare contro il giudice Paul Engelmayer, mentre Andrew Clyde mira a rimuovere il giudice John McConnell Jr. La Casa Bianca sostiene l'operazione, criticando i giudici distrettuali per presunti abusi di potere.
Tuttavia, l’impeachment ha probabilità quasi nulle di successo, poiché richiederebbe una maggioranza dei due terzi al Senato, rendendo indispensabile un improbabile sostegno democratico. Nonostante ciò, i promotori insistono nel portare avanti l'iniziativa, vedendola come un segnale di lotta contro il potere giudiziario percepito come ostile all'amministrazione.
I Repubblicani alla Camera stanno valutando un piano di bilancio decennale che prevede tagli per 880 miliardi di dollari al Medicaid, il programma sanitario che garantisce copertura a oltre 70 milioni di americani, per finanziare l'agenda di Trump su dazi, energia e sicurezza dei confini. Le proposte includono un tetto alla spesa pro capite, la riduzione del tasso di compartecipazione federale per gli Stati che hanno ampliato la copertura con l’Affordable Care Act e l’introduzione di requisiti lavorativi obbligatori per i beneficiari. Tuttavia, queste misure potrebbero far perdere l'assistenza sanitaria a 1,5 milioni di persone e colpire soprattutto Stati come California e New York.
L’American Hospital Association e alcuni deputati repubblicani hanno espresso preoccupazione, temendo un impatto negativo sulle fasce più vulnerabili. Inoltre, la maggioranza risicata del GOP alla Camera e la riluttanza di alcuni deputati potrebbero ostacolare l’approvazione. Anche Trump ha dichiarato che il Medicaid non sarà toccato, a meno che non emergano sprechi o abusi, lasciando incertezza sul futuro del piano.
La Casa Bianca ha imposto severe restrizioni ai giornalisti dell’Associated Press (AP), limitando il loro accesso agli spazi riservati presidenziali come l'Ufficio Ovale e l'Air Force One. La decisione è legata al rifiuto dell’AP di adottare la nuova denominazione "Golfo d'America" al posto di "Golfo del Messico". Il vice capo dello staff Taylor Budowich ha accusato l’agenzia di diffondere disinformazione, pur confermando che i suoi giornalisti manterranno gli accrediti per il complesso della Casa Bianca. La misura segue altre esclusioni dell’AP da eventi ufficiali, intensificando il conflitto tra l’Amministrazione Trump e la storica agenzia di stampa.