Tutto quello che c'è da sapere sulla rimozione di McCarthy dal ruolo di Speaker
Motivazioni, conseguenze e scenari futuri: il nostro approfondimento sulla scelta del Partito Repubblicano alla Camera
Kevin McCarthy è stato estromesso dalla carica di Speaker
La notizia politica più importante della settimana è indubbiamente quella riguardante la decisione con cui la Camera dei Rappresentanti, nella giornata di martedì, ha sfiduciato Kevin McCarthy, rimuovendolo dalla carica di Speaker.
La richiesta di sfiducia era arrivata dal deputato Matt Gaetz, un Repubblicano estremista molto vicino a Donald Trump, dopo l’accordo che Kevin McCarthy ha siglato con il Partito Democratico per evitare lo shutdown. Si tratta di una mossa che arriva al termine di mesi turbolenti: fin dalla sua elezione, infatti, la posizione dello Speaker era apparsa parecchio debole.
Per comprendere la vicenda è proprio al momento della nomina che bisogna tornare. Subito dopo le midterm, in cui i Repubblicani hanno riconquistato la maggioranza nella Camera, il GOP ha indicato come candidato del partito per la carica in questione Kevin McCarthy (che nello scorso Congresso è stato il leader della minoranza). Quest’ultimo, però, ha dovuto fronteggiare fin da subito una forte resistenza interna da parte di alcuni deputati appartenenti principalmente all’ala ultra-conservatrice, che hanno minacciato di non votarlo.
Nelle prime votazioni il candidato Repubblicano ha ricevuto diversi voti in meno del previsto, con diverse defezioni interne alla sua stessa fazione. McCarthy ha scelto comunque di non ritirarsi, preferendo una lunga serie di scrutini nei quali ha tentato di vincere le minoranze interne. Dopo diversi giorni è stato trovato un accordo con l’ala ribelle, in cui tutti gli esponenti critici si sono astenuti, permettendo il raggiungimento del quorum utile a certificare l’elezione.
Fu proprio nell’occasione di quell’intesa che i deputati della fazione più a destra del partito hanno ottenuto l’abbassamento da cinque ad uno della soglia di voti necessaria per far partire la richiesta di estromissione dello Speaker dal suo ruolo. Ma fin da allora era evidente come il problema sarebbe esploso una volta arrivati alle votazioni riguardanti le questioni di budget: ciò che chiedeva l’ala più estremista del Partito Repubblicano era infatti una drastica riduzione della spesa pubblica.
Nell’occasione delle trattative fra i due partiti per evitare lo shutdown, delle quali abbiamo parlato nel numero della newsletter della scorsa settimana, il gruppo di deputati del GOP critico verso McCarthy chiedeva a quest’ultimo un atteggiamento inflessibile, domandando tagli alla spesa e lo stop ai finanziamenti all’Ucraina. Questi ultimi non erano stati effettivamente inclusi nella norma, ma diversi esponenti (fra cui appunto Gaetz) avevano accusato McCarthy di aver stipulato un accordo con i Democratici per approvarlo in una legge separata.
In generale, comunque, è stata proprio la scelta di arrivare al compromesso a spingere Matt Gaetz a chiedere la votazione per l’estromissione di McCarthy, sui cui 216 deputati si sono espressi in maniera favorevole e 210 contrari. Nonostante le voci circolate nei giorni precedenti, in cui si era parlato di un possibile aiuto da parte dei Democratici verso lo Speaker, i membri dell’opposizione hanno votato in maniera compatta la mozione della minoranza del GOP.
Quali sono le conseguenze di questa scelta?
Questa scelta avrà sicuramente conseguenze pesanti sul futuro prossimo della politica americana. Come sottolineato da The Hill, adesso uno shutdown federale è molto più probabile: la legge approvata la scorsa settimana prevedeva, infatti, solamente un rifinanziamento a breve termine, spostando la deadline al 17 novembre. Qualunque sia la figura che dovrà sostituire McCarthy, strappare un accordo sarà infatti molto più difficile, vista la prova di forza della minoranza interna.
In ogni caso, questa querelle restituisce un fronte Repubblicano profondamente diviso. Come già sottolineato, infatti, l'esclusione di Kevin McCarthy è stata votata da tutto il Partito Democratico e solo da una piccola minoranza del GOP, contro cui si è riversata però buona parte del Partito. Antony D'Esposito (R.-N.Y.) ha paragonato la decisione presa da Gaetz ad un atto di eresia, mentre Don Bacon (R.-Neb.) ha chiesto di espellerlo dalla House GOP Conference sostenendo come egli "non sia un Repubblicano". Farlo non sarà però semplice, dal momento che serviranno i voti di due terzi dei membri del Partito, e non tutti sono d'accordo con questa decisione.
In ogni caso, al momento il ruolo di Speaker è ricoperto ad interim da Patrick T. McHenry, anche se i suoi poteri sono alquanto limitati. Una votazione per il successore non potrà tenersi prima del prossimo giovedì: ma fino ad allora quali funzioni avrà la figura che guiderà la Camera dei Rappresentanti? La risposta non è semplice, dato che a riguardo ci sono pareri contrastanti. Parlando sulle colonne del New York Times, Josh C. Huder (senior fellow al Government Affairs Institute della Georgetown University), ha affermato come per lui attualmente McHenry abbia effettivamente tutti i poteri che spettano al leader, a frenarlo possono essere soltanto i membri della sua maggioranza.
Secondo l'ex consigliere della Camera dei Rappresentanti Stan M. Brand, però, questa regola che ha permesso a McHenry di ascendere al ruolo di Speaker era stata pensata esclusivamente in caso di una momentanea indisponibilità del leader e non di una carica vacante. Gli unici poteri del sostituto, secondo questa interpretazione, sarebbero quelli di gestire la nuova elezione.
Una delle possibili conseguenze di questa vicenda riguarda la posizione che gli Stati Uniti potranno avere sulla guerra in Ucraina. L’ala destra del Partito Repubblicano, infatti, sta assumendo una posizione sempre più isolazionista in politica estera: sia chiaro, i contrari all’invio degli aiuti militari ed economici sono una minoranza al Congresso, ma adesso potrebbero assumere una posizione maggiormente rilevante. In questo contesto, alcuni membri del GOP stanno cercando un compromesso con i Democratici, legando gli aiuti all'Ucraina alle misure di sicurezza delle frontiere, ma la paralisi attuale della Camera impedisce qualsiasi progresso.
A riguardo, l’House Foreign Affairs Committee Chair Michael McCaul (R-Texas) e il Senate Foreign Relations Committee ranking member Jim Risch (R-Idaho), entrambi Repubblicani e fervidi sostenitori della causa ucraina, hanno inviato una lettera al presidente Joe Biden chiedendogli di elaborare una nuova strategia che possa permettere agli Stati Uniti di continuare a fornire il suo supporto al paese europeo.
Qualcosa potrebbe cambiare anche nella relazione fra i due partiti: in un’epoca di profonda divisione fra le fazioni, la limitazione del potere in mano al Freedom Caucus può rappresentare una motivazione per operare un riavvicinamento. Il leader della minoranza Hakeem Jeffries, infatti, ha parlato della possibilità di operare riforme alle regole di funzionamento della Camera dei Rappresentanti, in modo tale da permettere ai due partiti di governare in maniera più pragmatica. Intervenendo sul The Washington Post ha infatti dichiarato: “Un piccolo gruppo di estremisti non può essere in grado di ostacolare la cooperazione istituzionale”.
Chi sarà il nuovo Speaker della Camera?
La domanda che accompagnerà la prossima settimana sarà quella relativa al nome della persona chiamata a sostituire McCarthy come Speaker della Camera. Una delle figure in pole è quella di Jim Jordan, 59enne deputato dell’Ohio, cofondatore dell’House Freedom Caucus, il gruppo di estrema destra del Partito Repubblicano. Essendo deputato dal 2007, inoltre, ha a suo favore dei buoni rapporti con numerosi suoi colleghi ed anche con l’ex leader ora estromesso.
Jordan ha ricevuto l’appoggio esplicito da parte dei membri dell’ala destra del Partito, ma soprattutto quello di Donald Trump. Quest’ultimo, tramite i propri canali social, ha affermato: “Jim Jordan è stato una star già prima di iniziare il suo percorso al Congresso. Sarà un grande Speaker della Camera dei Rappresentanti ed ha il mio completo e totale endorsement”. Il principale candidato ha ricevuto anche altri attestati di stima, fra cui quello di Byron Donalds, un altro deputato che aveva inizialmente considerato la possibilità di candidarsi.
Il principale sfidante è Steve Scalise, che ha l’appoggio e la stima di diversi altri colleghi della Camera: al suo fianco, come sottolineato dal New York Times, si sono schierati alcuni deputati particolarmente influenti, come Tom Emmer del Minnesota. A pesare su Scalise vi sono però le preoccupazioni circa le sue condizioni di salute: in estate gli è stato infatti diagnosticato un cancro del sangue che lo sta costringendo a particolari trattamenti.
Un terzo possibile candidato è Kevin Hern, chairman del Republican Study Committee: quest’ultimo, però, dovrà affrontare una strada tutta in salita in quanto meno noto rispetto agli altri due sfidanti.
Le altre notizie della settimana:
Dopo aver lasciato la Casa Bianca, l'ex presidente Donald Trump avrebbe discusso di informazioni potenzialmente sensibili riguardo ai sottomarini nucleari degli Stati Uniti con un membro del suo club di Mar-a-Lago, il miliardario australiano Anthony Pratt. Quest'ultimo le avrebbe poi condivise con molte altre persone, tra cui funzionari stranieri e giornalisti.
La nuova potenziale divulgazione di informazioni riservate è stata segnalata al team del procuratore speciale Jack Smith, che ha già incriminato Trump per aver tenuto illegalmente documenti classificati a Mar-a-Lago.
In un'importante marcia indietro sulle sue promesse elettorali, l'Amministrazione Biden ha dato il proprio supporto per la costruzione di un nuovo muro di confine in Texas per rallentare l'immigrazione irregolare. La nuova costruzione avverrà nella contea di Starr, in Texas.
Trump da parte sua ha ironizzato sulla decisione, sostenendo come la scelta. di Biden dimostri che aveva ragione nel costruire un muro di confine. "Attenderò le sue scuse!", ha aggiunto l’ex presidente.
Il Reproductive Freedom for All, un gruppo a favore dell’aborto, ha dato il suo endorsement a Ruben Gallego nella corsa per il seggio al Senato in Arizona. Quest’ultimo è intenzionato a candidarsi nelle fila dei Democratici e potrebbe sfidare Krysten Sinema, che ha di recente lasciato il Partito e non ha espresso ancora una decisione riguardante una possibile ricandidatura.
Il governatore della California, Gavin Newsom, ha deciso di nominare la presidente di EMILY's List, Laphonza Butler, come prossima senatrice fino alle elezioni del 2024, per sostituire Dianne Feinstein, deceduta venerdì a 94 anni.
Butler, oltre a essere presidente di EMILY's List, ha lavorato come direttrice delle politiche pubbliche per Airbnb e, prima di ciò, è stata a lungo una sindacalista per il Service Employees International Union. In qualità di presidente della SEIU California, ha lavorato a stretto contatto con l'allora governatore Jerry Brown per il salario minimo e le tasse per i ricchi californiani.
La Casa Bianca intende richiedere al Congresso il pacchetto di finanziamenti più consistente di sempre per l'aiuto militare ed umanitario all'Ucraina.
Il nuovo pacchetto potrebbe raggiungere i 100 miliardi di dollari, garantendo così aiuti a Kyiv fino a dopo le prossime elezioni presidenziali americane di novembre 2024.